Dylan
Arrivati a casa Chloe va al piano di sopra per farsi una bella doccia ed io, una volta dopo essermi liberato del mio giubbotto di pelle e delle mie amatissime scarpe nere, mi vado a stendere sul divano e mi accendo la TV.
Come ogni giorno non c'è mai niente di interessante ma devo pur sempre cercare di passare il tempo in qualche modo.
Non ho voglia di stare al telefono, infatti l'ho messo in modalità aereo in modo che nessuno possa disturbarmi e be'... Chloe è troppo occupata a farsi una doccia calda invece di succhiarmi oppure di fare sesso con me, quindi l'unica alternativa è questa.
A meno che...
No Dylan è una pessima idea.
Mi rimprovera il mio amico in testa.
Non farlo.
Continua.
Che palle!!
Ma quanto cazzo deve rompere ogni volta?
<<Dylan hai mica visto i pantaloni neri?>> chiede Chloe scendendo giù con solo un'asciugamano addosso.
<<Quelli della tuta?>>.
<<Si>> risponde.
<<No>> confesso.
<<Uff... Che palle!! Mi tocca mettermi quelli sportivi>> piagnucola lei.
<<Perché? Hai almeno altri sette paia di quei pantaloni, diversi ma li hai. Indossa uno di quelli no?>> chiedo.
<<Non mi stanno più, mi danno noia alla pancia perché sono tutti a vita alta>> ammette.
Sospiro e poi esco fuori in terrazza.
Afferro i miei pantaloni corti dell'Adidas e, una volta rientrato in casa, glieli porgo.
<<Metti questi>> le ordino.
<<Non ti da fastidio vero?>>.
<<Non mi hai mai dato fastidio, anzi ti preferisco con i miei vestiti addosso>> spiego.
<<D'accordo, allora li metterò>>.
Si gira di spalle e si incammina di nuovo verso le scale per andare al piano di sopra, ma prima ancora che possa salire un gradino la richiamo e lei si gira verso di me.
<<Si?>> mi incalza.
<<Non hai mangiato niente e nemmeno io, perciò vuoi che prepari qualcosa?>> mi offro.
<<Sarebbe gentile da parte tua però non ho molta fame>> ammette.
<<Non dovresti nemmeno rimanere digiuna>> le ricordo.
<<Lo so ma ho lo stomaco chiuso>>.
<<Non ti chiedo di mangiare molto, magari un po' di pasta>> opto.
<<Va bene ma in bianco>>.
<<Oddio che schifo... Ma non sa di nulla quel genere di pasta>> dico schifato.
<<In Italia quando non avevo fame, per non rimanere digiuna come hai detto te, mangiavo quella e più o meno mi riempiva un po'>> spiega lei.
<<Va bene, te la farò>> confesso.
<<Grazie>> dice e poi sale al piano di sopra.
Vado in cucina e subito inizio a preparare la pentola. Mentre aspetto la cottura della pasta scrivi un messaggio a mia madre e gli chiedo come sta. Nei cinque minuti gli racconto che Catherine ha avuto un incidente ma che per fortuna sta bene adesso.
Poi però quando sento scendere Chloe al piano di sotto, per la seconda volta, ripongo il cellulare in tasca e condisco la pasta con un po' d'olio.
<<A te servita>> dico porgendogliela sul tavolino.
<<Tu non mangi?>> chiede.
<<Non ho molta fame>> rispondo.
<<Prima ne avevi... Cos'è cambiato?>> chiede a sua volta visibilmente confusa.
<<Non è cambiato niente semplicemente mi è passato l'appetito>>.
<<È successo qualcosa? Ti vedo strano da quando te ne sei andato via dall'ospedale!
Per caso ho fatto qualcosa che ti ha dato noia? Guarda che a me puoi dirlo, ti giuro che non mi arrabbierò, anzi mi scuserò con te>> dice continuando ad essere preoccupata.
<<Non preoccuparti tu non hai fatto niente, dico sul serio>> la rassicuro.
<<Ne sei sicuro?>> insiste.
<<Si>>.
<<Va bene>>.
Inizia a mangiare e nel mentre pulisco la pentola per poi metterla di nuovo al suo posto.
<<Che cosa c'è tra te e Wendy?>> chiede all'improvviso.
Mi pietrifico.
Tra me e Wendy?
Mi giro e dico: <<Assolutamente niente>>.
<<Perché ogni volta ti agiti quando parli con lei?>> domanda alzandosi por potersi posizionare difronte a me.
<<Perché mi sta antipatica>> rispondo.
<<Ne sei proprio sicuro che ti stia così antipatica?>> ribatte dubbiosa.
<<Certo! Non la sopporto, avresti dovuto vedermi con lei a Parigi. Ci si battibeccava sempre>> spiego.
<<Va bene>> sospira e ritorna a sedersi sulla sedia. La seguo, le allargo le gambe quando mi ritrovo di fronte a lei e poi le afferro il viso con entrambe le mie mani.
<<Esisti solo tu per me, solo tu>> confesso.
<<Me lo avresti detto se fosse successo qualcosa con lei vero?>> chiede.
<<Ma certo che te l'avrei detto, non vedo però perché ti debba venire in mente una cosa del genere proprio adesso>> sbotto cercando però di mantenere ugualmente la calma.
<<Calmati... È che non so... Ogni volta che parli con lei al telefono sei sempre agitato e non capisco perché>>.
<<Non sono agitato semplicemente mi fa innervosire ed è una persona odiosa, o almeno io la ritengo così>> ammetto.
<<Ma non ti ha fatto niente Dylan!!>> mi rimprovera lei.
<<È indifferente, mi da noia la sua presenza>> replico.
<<Fai come ti pare, però fatti dire che sei proprio strano>> rotea gli occhi e poi si gira sulla sedia. Appoggia entrambi i gomiti sulla tavola e poi inizia a controllare il suo cellulare.
Mi siedo difronte a lei e la guardo.
<<Be' che c'è?>> chiede innervosita.
<<Non voglio litigare>> ammetto.
<<Nemmeno io>> confessa e spegne il telefono riponendolo sul tavolo.
<<Possiamo non parlare di lei?>> chiedo.
<<D'accordo>>.
<<Bene... Sei riuscita a parlare con tua madre??>>.
<<Sì e a proposito di questo... Avrei da dirti alcune cose>> risponde.
<<Tutto quello che vuoi>> confesso.
<<A quanto pare l'incidente è stato causato volontariamente>> sibila così a voce bassa che quasi non la sento.
<<Che vuoi dire?>>.
<<Dico che mia madre mi ha raccontato di aver visto un ragazzo buttarsi in mezzo alla strada mentre lei passava. Per non metterlo sotto ovviamente ha sterzato ed è andata a sbattere contro un muro>> spiega.
<<Un ragazzo?>> chiedo.
<<Si>>.
<<Che strano... Si tratterebbe di un suicidio no?>>.
<<Credo di sì, ma sono molto preoccupata. Detto sinceramente mi sembra così strana come cosa, insomma chi si butterebbe in mezzo alla strada mentre passano dei veicoli>>.
<<Molto probabilmente una persona che si è stancata di vivere>> replico.
<<Non hai tutti torti... Ma secondo te dovrei credere a mia madre?>> chiede.
<<Perché non dovresti?>>.
<<Non riesco a capire se è successo per davvero oppure se è solo una sua visione immaginaria causata dalla botta che ha preso in testa. Ho letto che si possono dire delle cavolate dopo una botta abbastanza forte>> confessa ingenuamente.
La guardo e cerco di trattenere una risata e poi dico: <<Molto probabilmente se te l'ha detto è perché è la verità. Però ascoltami... Adesso smetti di pensare, rilassati, stacca la spina e non pensare più a quello che è successo. Sei ancora molto scossa e lo capisco ma adesso stiamo tutti bene no? Ed è questo l'importante>>.
<<Hai ragione>>.
<<Vieni qui>> mi alzo e lei fa lo stesso.
Si rifugia tra le mie braccia ed io la stringo forte a me.
Quel ragazzo deve stare davvero tanto male, cazzo... Che vita di merda avrà? Che cosa l'ha spinto a fare una cazzata del genere?
Aspettate...
Ha detto un ragazzo.
Un ragazzo?
Jackson...
Mi stacco da Chloe e poi gli chiedo: <<Posso sapere com'era fatto questo ragazzo?>>.
<<Mi dispiace ma non lo so, ho provato a parlare con mia madre ma a stento si ricordava. Era molto stanca e non ho voluto insistere>> spiega lei.
<<Già... Va bene non preoccuparti>> la tranquillizzo.
<<Come mai lo vuoi sapere?>> chiede ed io sbianco all'improvviso.
Merda e adesso che cosa gli dico?
<<No... Così>> rispondo.
Lei annuisce e poi dice: <<Comunque io adesso vado alla ricerca dei miei pantaloni e poi credo di andarmi a riposare un po' sul letto. Dopo se ti va potremmo stare un po' insieme, o potresti raggiungermi>>.
Mi rivolge un sorriso malizioso e poi mi fa l'occhiolino.
<<Mh... Vedrò di riservarle un po' del mio tempo. Dopo controllerò la mia agenda miss Johnson. Sa com'è... Sono un'uomo molto impegno>> ammetto vantandomi.
<<Oh immagino>> gira intorno a me e mi lascia un bacio sulla guancia.
La segue con lo sguardo e quando se ne scompare dietro le scale, afferro subito il telefono e chiamo mia madre.
E se quel ragazzo fosse stato Jackson?
Se avesse scoperto che sono tornato in America per stare con la mia famiglia?
Io, Chloe, i suoi genitori e il nostro bambino saremo tutti in pericolo. Non posso permettermi che le accada niente, non me lo perdonerei mai, mai e poi mai.
Ho promesso che l'avrei protetta, l'ho promesso a me stesso e non posso fallire.
L'ho fatto così tante volte, ho sempre fatto uno sbaglio dietro l'altro ma questa volta no.
Non posso permettermelo cazzo.
Ripeto più volte dentro me stesso.
È folle pensare all'idea che forse Jackson sappia che sono partito di nuovo per Los Angeles, ma è ancora più folle l'idea che sia arrivato a tanto per importunarmi.
E se questo fosse un avvertimento?
Se fosse un avvertimento che non solo ce l'ha con me, ma adesso c'è il rischio che forse ce l'abbia pure con Chloe.
Oh merda questa non ci voleva, non ci voleva per affatto cazzo.
<<Andiamo rispondi cazzo...>> sibilo a denti stretti quando mi accorgo che mia madre tarda a rispondere.
Che ore sono laggiù?
Se qui sono le tre del pomeriggio laggiù sarà sicuramente l'ora di pranzo. Ora capisco perché non mi sta rispondendo...
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Nothing more 4 || strade opposte
ChickLitCOMPLETA. ⚠️⚠️ A BREVE IN REVISIONE ⚠️⚠️ Questo è il sequel di "Nothing More 3 || un nuovo inizio". È consigliabile leggere i tre libri precedenti prima di questo, in modo da capire meglio la storia. Li trovate tutti sul mio profilo. Le strade di...