Capitolo 77

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Chloe

Quando mi sveglio non vedo Dylan al mio fianco.
Scendo dal letto e successivamente mi avvio al piano di inferiore.
Non appena entro in cucina lo trovo a preparare la colazione. Il caffè fuma dalla tazzina bianca posata sul tavolo mentre le brioches emettono il loro profumo; segno che sono state appena sfornate.
<<Buongiorno>> dico sorridendogli.
<<Buongiorno>> si gira sui talloni e poi viene verso di me.
Mi lascia un bacio schioccante sulle labbra e poi si va a sedere al suo posto.
Mi indica la tavola ed io a quel punto vado a sedermi affianco a lui.
<<Sapevo che eri molto bravo in cucina, ma non mi aspettavo che mi preparassi la colazione>> ammetto.
<<Non è la prima volta che capita e comunque mi andava>> ammette.
<<Sappi che sarai ben accetto nel rifarlo altre volte>> replico.
<<Se me lo permetterai potrò farlo anche a ottant'anni, con la dentiera, con i piedi puzzolenti>> dice lui scherzando.
Scoppio a ridere e scuote la testa come per fargli capire che è un caso perso.
<<Sei proprio un cretino>> dico iniziando a mangiare.
<<Non preoccuparti, lo so già da me>> mi rassicura.
<<Ah si? E come mai?>> chiedo io.
<<Non ci saremmo trovati a quest'ora in una situazione del genere se non avessi a fatto, appunto, il cretino>> risponde.
Subito mi incupiscono e divento seria.
<<Possiamo non parlare di questo per piacere? Non ho voglia di discutere e di ripensare ai momenti belli del passato. Ne stiamo vivendo altrettanti belli ora, perciò perché rovinare tutto pensando agli sbagli che abbiamo commesso?>> chiedo.
<<Tu lo sai dove voglio arrivare giusto?>>.
<<Si ed è proprio per questo che desidero chiudere qui la conversazione. Tu sai come la penso io e non voglio cambiare la mia decisione>> confesso.
<<D'accordo come desideri>> replica serio.
<<Però almeno rassicurami che anche tu sei a conoscenza di non poter portare per troppo tempo avanti una situazione del genere>>.
<<Hai ragione, non possiamo ma per il momento non mi viene nulla in mente>> replico.
<<Io un'idea ce l'avrei ma tu non vuoi cambiare la tua scelta perciò, non mi resta che mangiare>> ribatte.
<<È la meglio fidati>>.
Lui inizia a mangiare e di tanto in tanto controlla il cellulare.
<<Mamma, papà siamo tornati!!>> sentiamo urlare da Rachel.
Mi pulisco la bocca e poi mi avvio in salotto.
<<Ciao amore>> dico rivolgendomi a Tobìa.
Lo prendo in braccio e gli lascio un bacio sulla guancia.
<<Com'è andata stanotte?>> chiedo a Richard e Rachel.
<<Bene, è stato un angelo>> risponde Rachel.
<<Siete sicuri? Perché delle volte si sveglia e piange>> confesso.
<<Con noi è stato un'amore. Non si è svegliato e ha dormito tutta la notte>> replica lei.
<<Credo che sia stato anche per la giornata di ieri. Ci siamo stancati tanto noi che siamo adulti, figuriamoci un bambino di quattro mesi>> dice Richard ridacchiando.
<<Vi siete divertiti ieri?>> chiedo.
<<Molto, soprattutto Richard insieme a Tobìa>> risponde Rachel.
<<Ah si?>>.
<<Si>> conferma lui.
A quel punto Dylan esce dalla cucina e si affianca a me.
<<Ei bello, allora com'è andata quella faccenda?>> chiede Richard.
<<Diciamo che è andata>> replica Dylan.
<<Capisco... Spero che adesso ritroviate un po' di pace; ve la meritate>> dice il suo migliore amico, nonché mio capo.
<<Lo spero pure io>> commenta Dylan.
<<Ho un'idea: che ne dite se questo fine settimana andiamo al mare?>> chiede Richard.
<<Al mare? Ma è aprile!!>> gli ricordo.
Il mio capo guarda quello che un tempo era il mio ragazzo e si sorridono a vicenda.
<<Non intendeva sulla spiaggia per prendere il sole. Forse non te l'ho mai detto ma il padre di Richard ha uno yacht abbastanza grande, potremmo andarci se ti va>> spiega meglio Dylan.
<<Oh si certo>>.
<<Bene, allora domani mattina vi veniamo a prendere alle sette. Fatevi trovare già pronti>> ci avverte Rachel.
<<D'accordo ma io vengo solo se viene anche Tobìa>> confesso.
Dylan si gira di scatto verso di me lo stesso a fa Richard.
<<Non puoi lasciarlo con le ragazze?>> chiede.
<<No e non voglio. È mio figlio e giustamente devo occuparmene io, non posso continuare a fare la mia vita come se nulla fosse. Adesso ho delle responsabilità e non posso di certo scaraventarlo da una parte all'altra solo perché voglio prendermi dei giorni di ferie o perché voglio andarmi a divertire>> ammetto.
<<Ma si tratta solo di due giorni. Le ragazze si trovano benissimo con Tobìa, lui ama stare con loro, non riesco a capire perché tu debba comportarti così>> si intromette Dylan.
Mi giro lentamente verso di lui e poi dico: <<Il compito delle ragazze è aiutarmi con la casa, non di certo quello di fare da babysitter. Può capitare degli imprevisti in cui ho bisogno di qualcuno che mi guardi il bambino, ma di certo non sono questi. Qui si tratta di una piccola vacanza che vogliamo fare, la quale ho già risposto di sì ma ad una sola condizione: ovvero quella di portare Tobìa con me>>.
<<Va bene, non c'è problema. Io riesco perfettamente a capirti Chloe perciò per me è un sì>> dice Rachel.
<<Anche per me lo è>> aggiunge Richard.
Non aspetto nemmeno una risposta di Dylan che subito dico: <<Ottimo>>.
<<Chloe noi ti aspettiamo in macchina>> dice Rachel.
<<Io oggi ho il turno di pomeriggio, non di mattina>> ammetto.
<<Oh che sbadata hai ragione, allora ci vediamo direttamente a lavoro>>.
<<Si>>, le sorrido e poi ci salutiamo un'ultima volta.
Chiudo la porta e subito mi giro verso Dylan.
<<Si può sapere che cosa ti è saltato in mente??>> chiedo innervosita.
<<Di che parli?>>.
<<Tu lo sai che non voglio perdermi nemmeno un giorno di Tobìa. È mio figlio anzi, nostro figlio e non mi piace l'idea che tu ti sei fatto su di lui. Sembra un problema di cui liberarsene o almeno questa è stata l'impressione che hai dato a me quando hai cercato, pochi secondi fa, di convincermi che era meglio lasciarlo alle ragazze>> rispondo.
<<Non è affatto così, io amo quel bambino quanto lo ami te, semplicemente volevo passare un po' di tempo con te senza di lui>> spiega tranquillo.
<<Forse ancora non ti è chiaro che un bambino non è un giocattolo, non puoi giocarci fin quanto ti pare e poi andarlo a mettere sulla mensola e far finta che non esista più fin quando non hai voglia di rigiocarci. È un bambino e i bambini vanno assistiti. Questa è un'età che non torna più Dylan e io fossi in te non farei altro che passare del tempo con lui. In questi tre mesi l'ho visto crescere a dismisura, tu invece no ed è per questo che ti dico di venirmi incontro e appoggiarmi nelle scelte che prendo>> ribatto.
<<Ti chiedo scusa, hai ragione>>.
<<Adesso basta. Vado a fare il bagnetto a Tobìa e poi inizio a preparare il pranzo per entrambi>> ammetto.
<<Te non mangi con noi?>> domanda.
<<No, passerò a prendere qualcosa nella tavola calda che si trova vicino la casa editrice>> rispondo.
<<Va bene>>.
Annuisco e poi mi avvio al piano di sopra. Entro nella cameretta di Tobìa e afferro dall'armadio dei nuovi vestiti puliti, e poi mi rinchiudo nel bagno con lui.

Nothing more 4 || strade opposte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora