Chloe
Sono passate tre ore, tre ore dall'ultima volta che ho visto Dylan, tre ore dall'ultima volta che l'ho abbracciato, tre ore dall'ultima volta che ha messo piede qui dentro.
Mi chiedo perché ci stia mettendo così tanto. Insomma... Quanto ci vuole per consegnare una valigia piena di soldi e tornarsene via?
È da tre ore che tengo in mano il mio cellulare per ricevere quella chiamata o quel messaggio da parte di Dylan, ma non è mai arrivata.
In queste tre ore non ho fatto altro che pensare a lui. Sono stata seduta su questo divano a giocare con il bambino, sperando che Dylan tornasse e venisse a giocare con noi, ma ciò non è successo e la mia preoccupazione dire che si è ampliata più del dovuto, è poco.
Solo quando sento aprirsi la porta di casa riesco a tranquillizzarmi.
Mi alzo in piedi e di scatto mi precipito verso la porta, ma l'unica persona che vedo è Oscar.
Dov'è Dylan?
<<Oscar, che ci fai tu qui? Dov'è Dylan?>> chiedo preoccupata.
Non ricevendo nessuna risposta da lui gli riformulo la domanda.
<<Oscar per piacere mi stai spaventando, dimmi dove cazzo è Dylan>> gli ordino.
È intenzionato a dire qualcosa ma in un certo senso sembra fallire, sembra non trovare le parole giuste per parlare e a quel punto perdo tutte le speranze.
Il cuore mi batte all'impazzata, le gambe mi tremano, la mani giocherellano tra di loro, sudano e sicuramente la carnagione del mio viso sarà diventata bianca latte.
<<Non dirmi che...>> inizio ad allarmarmi.
No, non può essere.
Dylan è qui, deve essere qui.
<<Oscar dannazione parla, dove cazzo è Dylan?>> urlo.
<<Signora lui è...>> dice ma qualcuno lo blocca e parla al suo posto.
<<Sono qui>>.
Mi giro di scatto verso la porta e lo vedo.
Subito tiro un sospiro di sollievo e chiudo per un momento gli occhi.
Quando li riapro noto che ha un labbro spaccato e che si sta aggrappando a Ryan, o almeno così si dovrebbe chiamare, per camminare.
In men che non si dica mi precipito verso di lui e lo aiuto a sedersi sul divano.
<<Signore dobbiamo fare altro? Vuole che chiamiamo un'ambulanza?>> chiede Ryan.
<<No ma grazie comunque ragazzi. Andate a casa, è stata una giornata stancante e movimentata per tutti i quanti>> risponde lui.
<<Se ha bisogno di noi sa dove trovarci>>.
Dylan annuisce e rivolge ad entrambi un mezzo sorriso, poi si avviano verso la porta fino a scomparire dietro quest'ultima.
Quando sento chiudersi la porta mi giro di nuovo verso Dylan e lo guardo.
<<Dove sei stato? Sono tre ore che aspetto tue notizie. Ti rendi conto di come mi hai fatto stare?>> chiedo infuriata nera.
Sono arrabbiata con lui ma non voglio farlo arrabbiare.
Credo che già lo sia ma...
Cavolo, cercate di capirmi!!
Aveva detto che sarebbe tornato subito e non l'ha fatto, mi aveva detto che non appena fosse di ritorno mi avrebbe avvertita e non l'ha fatto. Sapete come ci si sente a stare in una situazione simile e non sapere che fine ha fatto una persona cui tieni?
Non credo proprio o almeno lo spero per voi, ma vi posso assicurare che non è per niente una bella sensazione.
<<Non è andata molto bene>> risponde.
<<Che intendi?>> chiedo preoccupata.
<<Ho mantenuto la tua promessa nonostante le sue provocazioni ma non è servito a molto>> ammette.
<<Che vuoi dire?>>.
<<Mi ha picchiato e poi mi ha puntato una pistola addosso>> confessa.
<<Cosa??!>> chiedo sconcertata.
<<Già... Poi ad un certo punto sono arrivati i ragazzi che, purtroppo, non sono riusciti ad intimorirlo. Fin quando però non è arrivata la polizia. Non so chi l'ha chiamata ma sono grato a quella persona>> ammette sdraiandosi.
<<L'ho chiamata io>>.
Lui si gira di scatto verso di me e mi guarda confuso.
<<Come?>> chiede.
<<L'ho chiamata io, gli ho dato l'indirizzo di cui mi hai parlato ieri e per fortuna sono riusciti ad arrivare in tempo>> spiego.
<<Come facevi a sapere che ero in pericolo?>>.
<<Non lo sapevo, semplicemente volevo che questa storia avesse una fine e non vedendoti ritornare a casa, l'ho chiamata>> rispondo.
<<Sei stata la prima a dirmi di aprirmi con te e tutte quelle cazzate, e poi che fai? Prendi decisioni senza consultarmi>> dice alterato.
<<Non te l'ho detto perché, come puoi notare anche a te, so che ti saresti arrabbiato e che avresti preferito fare tutto da solo ma evidentemente, vedendo come sei conciato soprattutto, non eri in grado di affrontare tutto da solo perciò ho preferito non ascoltarti e fare di testa mia>>.
<<Allora non rompere il cazzo a me quando non lo faccio>> sbotta lui.
<<Stavo cercando solo di fare la cosa giusta e poi fossi in te me ne starei zitto anzi, ti ringrazierei se lo avessi fatto tu al mio posto perché molto probabilmente non saresti stato qui con me se non l'avessi chiamata.
In più trovo davvero ingiusto questo tipo di ringraziamento. Per tutte quelle volte che lo hai fatto tu, per tutte quelle volte che mi hai nascosto le cose o per aver preso decisioni senza consultarmi, adesso potresti stare zitto e lasciarmi fare una volta a me>> ribatto.
Lui resta in silenzio e riprende a parlare solo quando mi alzo dal divano.
<<Dove vai?>> chiede.
<<Vado in bagno a prendere la cassetta medica, aspettami qui>> gli ordino.
Dopo qualche minuto scendo le scale e ritorno in salotto da lui.
Si è rialzato a sedere ed è appoggiato con la schiena allo schienale del divano.
Mi siedo accanto a lui e in silenzio inizio a medicargli il labbro inferiore.
Quando appoggio il cotone semi bagnato di disinfettante sul suo labbro inferiore, si ritrae di scatto per il piccolo fastidio.
<<Scusa>> mormoro e poi riprendo a tamponare.
Continua a lamentarsi per il bruciore mentre lo medico ma poi, quando smetto, smette pure lui.
<<Sei ancora arrabbiato?>> domando rimettendo a posto il disinfettante nella cassetta.
<<Certo che sono ancora arrabbiato>>.
L'ultima cosa che volevo era creare una discussione tra di noi, ma questa volta ha ragione lui. Ho sbagliato e lo ammetto.
<<Vuoi qualcos'altro?>> chiedo alzandomi.
<<Voglio stare solo>> risponde.
Non mi aspettavo questa risposta ma se è quello che vuole vuol dire che lo accontenterò.
<<Va bene, io sono su. Se ti serve...>> provo a dire ma mi blocca e prima ancora di farmi continuare a parlare, dice: <<Ti ho detto che voglio stare solo e non mi serve niente, ma grazie ugualmente. Adesso puoi andare>>.
Silenziosamente mi avvio al piano superiore e poi, dopo aver riposto la cassetta medica al suo posto, vado in camera.
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Nothing more 4 || strade opposte
ChickLitCOMPLETA. ⚠️⚠️ A BREVE IN REVISIONE ⚠️⚠️ Questo è il sequel di "Nothing More 3 || un nuovo inizio". È consigliabile leggere i tre libri precedenti prima di questo, in modo da capire meglio la storia. Li trovate tutti sul mio profilo. Le strade di...