Capitolo 50

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Dylan

Le strilla del bambino provenienti dalla sua cameretta mi svegliano.
<<Vai tu o vado io?>> chiedo a Chloe.
<<Vado io>> risponde lei con voce assonnata.
<<No vado io, tu stai qui>> dico dopo qualche secondo di silenzio.
<<Se la risposta era già programmata da te allora perché me lo chiedi?>> domanda scorbutica lei mentre si copre con il lenzuolo.
Le sorrido e non le rispondo, poi esco di camera ed entro in quella di Tobìa.
Subito lo prendo in braccio ma evidentemente non gli basta perché continua a piangere.
Inizio a cullarlo e poco dopo sembra calmarsi.
Tiene gli occhi aperti e mi guarda.
Questo piccolo mostriciattolo è uno stronzo vero e proprio, voleva solo svegliarci, non aveva bisogno in realtà di noi.
Bah... Mi sembra stupido...
Ok, forse sono uno stronzo a parlare in questo modo di mio figlio ma non fa altro che fissarmi, sembra che abbia davanti la cosa più sconvolgente di tutto il mondo quando in realtà ha davanti solo suo padre.
Però devo ammettere che è davvero carino.
Anni fa non avrei mai pensato di diventare padre così giovane, non volevo nemmeno avere una ragazza e una relazione seria, figuriamoci se pensavo ad un ipotetico figlio, non era proprio nei miei piani ma evidentemente il destino si è messo di mezzo e ha scombussolato tutto quanto.
Ogni mio piano, ogni mio progetto sono andati tutti a puttane, più o meno.
Sento dei rumori provenire dal corridoio e poco dopo Chloe entra nella stanza.
Sì è rivestita ma ha indosso solo una mia maglia bianca. 
<<Che succede? Come hai fatto a farlo smettere di piangere?>> chiede lei stropicciandosi gli occhi.
<<L'ho preso soltanto in braccio, dopo un po' si è calmato da solo ma a quanto pare non ha voglia di tornare a dormire>> gli faccio notare.
Lei si avvicina e lo guarda. Gli sorride e il bambino solleva di poco le labbra.
<<Ma quanto è bello?>> chiede lei con voce tenera.
<<Con un padre affascinante come me è normale che cresca bello>> dico vantandomi.
<<Come sei di buon umore stamani, mi piaci>> replica lei.
<<Ti piaccio sempre piccola, soprattutto mentre ti scopo>> gli ricordo.
<<Dylan, quante volte ancora te lo devo ripetere che non devi dire queste cose?>> chiede lei imbarazzata.
Io ridacchio e poi la guardo con fare malizioso.
<<Dai Tobìa a me, ci penso io ora a lui>> afferma prendendolo in braccio.
<<D'accordo allora io ne approfitto per chiamare Richard e dirgli di Capodanno, tu volendo potresti chiamare i tuoi genitori>>.
<<Non preoccuparti i miei genitori sicuramente non avranno niente da fare e di conseguenza verranno senza problemi, perciò non c'è da preoccuparsi di loro perché sono liberi>> spiega.
<<Va bene, allora io vado. Per qualsiasi cosa basta che mi chiami ed io salgo>> l'avverto e lei annuisce. Esco fuori dalla stanza e poi rientro nella mia, prendo il telefono ed infine scendo al piano inferiore.
Digito velocemente il numero del mio migliore amico e poi mi porto il cellulare all'orecchio.
<<Pronto Dylan>> risponde lui con il fiatone.
<<Ti stai scopando Rachel o ti stai allenando? Se la risposta equivale alla prima opzione allora ti lascio altrimenti dovrai ascoltarmi molto attentamente>> spiego.
<<Che coglione, sono andato a correre da solo visto che qualcuno ultimamente non lo sta più facendo>> ribatte lui.
<<Ho preferito passare gli ultimi giorni con Chloe, vivermi un po' Tobìa e iniziare ad ambientarmi alla vita di un padre giovane>>.
<<Fai bene, comunque: perché mi hai chiamato?>> domanda curioso lui mentre si ferma.
<<Volevo parlarti di una cosa ma quasi quasi ho cambiato idea. Sei al parchino?>> domando a mia volta.
<<Sì perché?>>.
<<Dammi venti minuti e sarò lì da te, tu nel mentre fai un po' di stretching o altrimenti nella corsa perderai>> lo provoco.
<<Vieni qui stronzo, poi se ne riparla di chi perderà o meno>> controbatte lui.
Ridacchio per la sua risposta e poi a quel punto chiudo la chiamata. Risalgo al piano di sopra ed entro nella stanza del bambino.
Subito dico a Chloe che per le prossime tre ore non ci sarò perché sarò fuori casa con Richard. Lei, come sempre, mi lascia andare e non mi riempie di domande.
Dopo poco più di venti minuti arrivo nel nostro solito parco e lo trovo a fare delle flessioni sull'erba bagnata.
<<Attento figlio di papà, rischi di rompere l'orologio d'oro che hai al polso>> scherzo io.
<<Oh ecco il più rompiscatole di Los Angeles>> ribatte lui alzandosi non appena mi vede. Mi avvicino a lui e poi iniziamo a fare una piccola corsa come riscaldamento.
<<Allora? A cosa è dovuta questa urgente visita durante il mio allentamento mattutino?>> chiede lui continuando a correre e guardando sempre avanti a se.
<<Ieri sera io e Chloe stavamo pensando...>> mi blocca.
<<Ah pensavate? Mh... Strano. Voi di solito la sera fate altro>> scherza lui guardandomi.
<<Non ti preoccupare l'abbiamo fatto>> replico divertito.
<<Comunque ti stavo dicendo che stavo pensando a cosa fare per l'ultimo dell'anno. Inizialmente volevo portarla da qualche parte per divertirci, detto sinceramente non sapevo ancora dove ma qualcosa da fare lo avrei trovato, però non vuole lasciare Tobìa da solo e quindi che te ne pare se organizziamo qualcosa a casa nostra?>> opto.
<<Mi sembra un'ottima idea e ti ringrazio già in anticipo dell'invito. A dirti la verità io e Rachel non ci abbiamo nemmeno pensato in questi giorni. Sai... La storia della quasi gravidanza l'ha un po' scossa, per di più vedere Chloe con Tobìa non ha migliorato la situazione ma comunque non c'è problema... Per me è già un sì e credo che vada benissimo anche a Rachel>> confessa.
<<Bene, questa è un'ottima notizia. Comunque mi dispiace per Rachel, ma ricordagli che avete tutto il tempo>> gli ricordo.
<<Lo so infatti è quello che gli ho detto pure io ma lei e Chloe sono uguali, entrambe amano i bambini. Stare per tutti questi mesi insieme a Chloe a Rachele è servito molto. Ha iniziato a mettere molto più frequentemente nei nostri discorsi l'idea di avere un bambino, ma non so... Non che non voglia quindi non fraintendermi per favore, ma non mi ci vedo per il momento a fare il padre. Più avanti sì, senz'altro ma adesso no>> dice lui fermandosi.
Mi fermo insieme a lui fino a ritrovarci l'uno davanti all'altro.
<<Dovrete fare quello che vi sentite, se adesso non vuoi di certo lei non ti può obbligare perciò sei libero di fare quello che preferisci>>.
<<Non fraintendere Dylan, non mi sta obbligando ma sto notando, ormai da parecchi mesi, che inserisce questo argomento in quasi tutte le occasioni che ha per parlare del nostro futuro. Non che mi dispiaccia, mi fa piacere che vuole che sia il padre dei suoi figli ma non vorrei che si ritrovasse ossessionata da questa cosa. Desidero avere un figlio quanto lei ma deve capire che ad ogni cosa c'è un'età e di certo non voglio ritrovarmi nella tua situazione>> afferma serio.
<<Ti ripeto, fai come me. Cerca di farle capire la situazione e che per il momento non è ciò che desideri, lei ovviamente a quel punto non ti potrà di certo continuare ad assillare sapendo che non è ciò che vuoi, e poi, una volta detto, gli passerà vedrai>> lo tranquillizzo.
<<Come credi che sia passata a Chloe la storia del matrimonio?>> ribatte serio e accigliandosi.
Lui come fa a sapere la storia del matrimonio?
<<Non ti seguo>> dico confuso.
<<Invece credo che tu lo sappia molto bene di cosa io stia parlando, però magari non vuoi ammetterlo>> replica.
<<Come fai a sapere queste cose?>> chiedo visibilmente irritato.
<<Non importa come le so, anzi questo dovrebbe essere l'ultimo dei tuoi pensieri. La cosa più importante qui sono gli interessi di Chloe e non è bello parlare della propria donna in questo modo. Credi che dicendogli di non volerla sposare la rendi felice? Credi che questa idea si volatilizzerà nell'aria ora che gli hai detto chiaramente di non volerla come moglie??>> chiede lui accigliandosi.
Ma che cazzo sta dicendo?
<<Io voglio Chloe con me e la vorrò sempre, ma non vedo perché debba spendere tutti quei soldi in dei fiori, in due vestiti costosi e tutte quelle migliaia di cazzate che comportano lo svolgimento di un matrimonio>> spiego.
<<Io ti capisco perché nemmeno io voglio un figlio adesso, so che non è la solita cosa ma comunque siamo lì, però capisci che non ce la fai rimanere bene dicendogli quelle cose?>> cerca di farmi capire lui.
<<Io lo capisco, ma tu a questo punto puoi capire me. L'hai detto tu stesso, proprio pochi secondi fa, che se Rachel per il momento ti chiedesse di avere un figlio tu non accetteresti, quindi io non vedo perché debba volere un matrimonio che in realtà non voglio>> ribatto.
<<Si ma io non gli ho detto che non lo avremmo mai, per il momento è no ma in futuro senz'altro. Che cosa ti costa fare questo piccolo sacrificio per lei, in fondo è solo un matrimonio Dylan>> mi ricorda.
<<Appunto, proprio per questo. Se è solo un matrimonio perché allora insistere così tanto???>>.
<<Perché lei ci tiene e sotto sotto sono sicuro anche tu vuoi sposarla>> ammette.
<<Oh santo cielo... Non ci posso credere che sto trattando di questo argomento proprio adesso, a quasi ventuno anni della mia vita, con te per giunta>> dico sarcasticamente.
<<Sono il tuo migliore amico e tu lo sai che con me puoi parlare di tutto. Io e te non abbiamo segreti, anzi ci copriamo le spalle l'un l'altro>>.
A quelle parole riporto lo sguardo su di lui e mi pietrifico per qualche secondo.
Forse ora è il momento adatto per parlargli di tutta questa situazione di Parigi, o forse è meglio che me ne resti zitto ancora per un po'.
Lui adesso sembra stare dalla parte di Chloe e non è un buon segno, è il mio migliore amico e so che non mi tradirebbe mai ma disgraziatamente gli scappa detto qualcosa davanti a Chloe sarebbe la fine per tutti noi e per la nostra famiglia. Abbiamo lottato così tanto per arrivare fin qui e non voglio buttare tutto all'aria per una piccola bugia.
<<Possiamo non parlarne più?>> chiedo irritato. Apre bocca ma non fa in tempo a dire niente che sentiamo qualcuno pronunciare il suo nome.
<<Richard!!>> dice la persona a me sconosciuta e lui si gira per guardare chi è.
Io faccio altrettanto ma l'unica cosa che riesco a vedere è solo Dafne.
Non ci credo...

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