Capitolo 9: Nuovi arrivi

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È passata esattamente una settimana dalla morte di Ally, ed oggi è il suo funerale. Io Isabelle e Lucy non ci siamo più sentite, dopo essere tornate dalla baita. Da quando sono tornata a casa, non ho nemmeno parlato con mio padre. Sono stata tutto il tempo in camera mia, uscivo da lì solo la sera, quando sapevo che lui stava dormendo, e andavo a prendere qualcosa da mangiare. Non facevo niente, me ne stavo sdraiata sul letto, a fissare il vuoto e colpevolizzarmi.

In chiesa è pieno di gente e le panchine sono tutte piene, tranne quella in prima fila, dove c'è la madre di Ally, Lucy e Isabelle. Mi fa segno di venire da lei. Quando le raggiungo, le mie amiche si alzano e mi abbracciano forte. Dietro alla bara c'è una grande cornice con una foto di Ally, gliel'avevo scattata io il primo giorno di scuola dell'anno scorso. Mi siedo accanto alle mie amiche, cercando di non scoppiare in mille lacrime. Una volta finita la cerimonia torno a casa, non ce la faccio più a stare lì, con le foto di Ally dappertutto. Perché quelle foto rimarranno sempre le stesse, non ce ne saranno mai di nuove. Non la vedrò mai invecchiare, non andrò mai al suo matrimonio. Non vedrò mai più Ally.

Quando arrivo a casa, mio padre è alla porta ad aspettarmi. Con mia grande sorpresa mi abbraccia. Avrei voluto spingerlo via, prenderlo a schiaffi. Ma l'unica cosa che faccio è aggrapparmi a lui. «Mi dispiace tanto Amanda» mi sussurra lui «Papà, perché rompo tutto quello che tocco?» mi prende il viso tra le mani e mi rivolge uno sguardo preoccupato «Non è colpa tua» mi dice «Se solo ti avessi ascoltato, se fossimo tornate a casa prima» Per la prima volta dico ad alta voce quello che mi frullava in testa da quando siamo arrivate all'ospedale quel giorno «Non dirlo neanche per scherzo!» mi interrompe lui.

Preparo il pranzo a mio padre e torno in camera mia, mi sdraio sul letto ma presto qualcuno suona alla porta. Mi alzo con fatica dal letto e scendo ad aprire la porta. Sono Isabelle e Lucy, quest'ultima con un borsone sulla spalla. «Hei... possiamo entrare?» chiede Lucy. Annuisco e le faccio passare. Saliamo in camera mia e ci sediamo sul letto, dove Lucy rovescia tutte le cose presenti nel borsone. Sono le cose di Ally, braccialetti dell'amicizia, foto, vecchi peluche eccetera. «Perché avete portato queste cose?» la mia voce risulta più irritata di quanto avrei voluto «Beh ecco, tu te ne sei andata via prima e dopo la cerimonia la mamma di Ally ci ha dato queste cose» mi risponde Isabelle «Sono alcune cose di Ally, sua madre dice che lei vorrebbe che ce le avessimo noi» aggiunge Lucy «E ditemi allora come diamine fa a sapere quello che vuole Ally, quando lei evidentemente non può dircelo!» Lucy sta piangendo «Sai cara Amanda, non sei l'unica ad aver perso qualcosa, non comportarti come se nessuno può capirti!» non l'avevo mai vista così arrabbiata, forse solo quando Ally si era presentata alle tre del mattino davanti a casa sua, ubriaca. Il ricordo di Ally, sorridente e spensierata mi colpisce al cuore. Lucy comincia a rimettere le cose di Ally nel borsone «Dai, non litigate adesso!» dice piangendo Isabelle. Lucy prende il borsone, mi urta contro la spalla e esce dalla mia camera. «Dovresti andare a parlarle...» mi dice Izzy implorante «Si è fatto tardi, Isabelle» Si asciuga le lacrime sul volto e si avvia anche lei verso la porta, dove si gira e mi dice «Devi smetterla di comportarti così, non fai che peggiorare le cose» Mi risiedo sul letto, ancora più triste di prima perché so che hanno ragione. Quello che non so è il perché mi sono comportata così. Forse per la rabbia che provo nei miei confronti. Se solo avessi ascoltato mio padre e fossi tornata a casa quando mi aveva detto lui, ora Ally sarebbe ancora qui con me. Inoltre, come se non fosse già abbastanza, tra una settimana ricomincia la scuola.

Mi sento in colpa per come ho salutato le mie amiche, così le chiamo per scusarmi e con mio gran sollievo sembrano capire.

-settembre-

Vengo svegliata dal fastidioso suono della sveglia, che spengo staccandola direttamente dalla presa. Spingo via la coperta coi piedi e mi alzo faticosamente dal letto. Apro l'armadio e tiro fuori le prime cose che trovo: un paio di jeans, una maglietta nera e un giubbotto in pelle. Non sono il tipo di ragazza che mette gonna e tacchi. Vado in bagno e finisco di prepararmi, poi saluto mio padre e mi dirigo a scuola.

∞ You are my once upon a time ∞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora