Capitolo 23: Sola

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Mi sveglio con il mal di testa. Mi alzo e cammino lentamente verso il bagno. Mi faccio una breve doccia e mi trucco. Scendo di sotto e saluto Bethany e mio padre. Faccio finta di mangiare e poi io e Beth ci dirigiamo verso scuola. All'entrata vedo Lucy e Isabelle, ma non sono vicine. Si guardano ogni tanto ma non sorridono, fanno lo stesso con me. Devono aver litigato anche loro. Mi guardo in torno ma non vedo Cameron da nessuna parte. Entro nell'aula di chimica e quello che vedo mi colpisce come uno schiaffo. Cameron è seduto come al solito sul banco, ma Samantha gli sta appiccicata come una sanguisuga. Lei cerca di baciarlo, lui si alza dal banco e viene verso di me «Amanda» comincia a dire prima che io scappi via. Che schifo. Isabelle mi vede correre fuori dall'edificio e mi chiama. Io non mi giro, contino a correre. Prendo il bus e vado in centro. Cammino per ore, senza una meta precisa. Entro in un negozio e compro le sigarette e dell'alcol con il documento falso che mi aveva dato Ally. Aspettando il bus comincio a bere. Mio padre mi chiama per dirmi che rimarrà a lavoro fino a tardi e che Bethany va da una sua amica, perciò sarò sola per cena. Io lo rassicuro dicendo che vado da Lucy. Arriva il bus e torno a casa. La porta non è chiusa a chiave, mio padre deve aver cambiato idea. L'ha cambiata eccome, è in salotto con una donna. Una donna che ovviamente non è mia madre... Tutti non fanno che mentirmi, mi promettono che non lo faranno più ma lo fanno ugualmente. «Pensavo che andavi da Lucy» dice lui riabbottonandosi la camicia «Pensavo che lavoravi Charlie. Tu sei la segretaria? Per quanto la terrai questa volta papà?» chiedo correndo in bagno. Sento la porta d'entrata sbattere due volte. Lui rincorre lei, non me. Vado nel bagno della camera di mio padre, dentro ci sono ancora le cose della mamma. Mi chiudo a chiave e mi siedo sul pavimento. Perché nessuno sceglie me? Perché io non riesco a stare senza loro e loro invece non notano la mia assenza? Mi rialzo e mi sciacquo la faccia. C'è il rasoio di mio padre sul lavandino. Lo prendo e lo guardo bene. Fino ad ora non avevo mai capito perché qualcuno dovesse farsi del male, ma non è quello che faccio io non mangiando, fumando e bevendo? Faccio un leggero taglio sul mio polso, e poi un altro. Rimetto subito le cose a posto nell'armadietto a specchio. Dentro ci sono ancora le medicine di mia madre. Il mio braccio sembra muoversi da solo e afferra il flacone. Lo metto nella borsa e esco dal bagno.

Chissà come si era sentita Ally prima di entrare in macchina penso mentre faccio una passeggiata. Non so perché ho questa paranoia, ma ogni volta che le cose vanno bene e mi sento felice, penso che succederà qualcosa, che qualcuno se ne andrà o mi ferirà. E succede la maggior parte delle volte, magari la colpa è solamente mia. Chiamo Cam e appena mi risponde gli dico «Ti amo» silenzio. «Hai bevuto?» chiede mentre io riattacco. Mando un messaggio alle mie amiche e mia sorella, Ally compresa, anche se so che non le arriverà mai. "Grazie, vi voglio bene" scrivo, non so perché l'ho fatto, ma voglio che loro lo sappiano. Riprendo il bus e torno in città, spero che il rumore mi distrarrà da certi pensieri. Arrivata in centro, cammino per un po' fino a che non trovo una panchina. Mi siedo e osservo il fiume e la città che c'è attorno.

Cameron, Isabelle e Lucy continuano a chiamarmi ma io non rispondo, non so cosa dirgli. Tiro fuori dalla borsa la bottiglia e continuo a bere. Leggendo i messaggi che mi hanno mandato, capisco che sono preoccupati e piano piano si stanno arrabbiando perché non rispondo. Persino mio padre mi chiama. Mi alzo e per vedere meglio il fiume. Metto da parte il telefono e prendo le pastiglie. Ingoio tutto il contenuto del flacone, lo mando giù con l'alcol e mi pento nell'istante in cui l'ho fatto. Non posso davvero essere così stupida, io non voglio morire. Dopotutto Izzy aveva ragione, non so gestire le cose, nemmeno le mie emozioni. Mi sono soffocata da sola. Forse sono pazza. Cam mi sta chiamando, rispondo e nonostante me lo abbia chiesto urlando gli dico dove sono. La testa comincia a girarmi, mi siedo sulla panchina e cerco di calmarmi. Non succederà niente, mi dico. Non sento più niente, per qualche secondo. Mi ritrovo per terra, senza sapere come ci sono finita. Mi sento sempre peggio. Chiudo gli occhi. Non so dire quanto dopo, mi sento chiamare. Apro gli occhi e vedo due occhioni azzurri lucidi che mi fissano. È Cameron. Non capisco se è arrabbiato o deluso o altro. Mi sforzo di dire «Mi dispiace» sussurrando. Vedo le lacrime che cominciano a ricadergli lungo il viso. Non l'ho mai visto piangere. Non capisco perché lo fa, io mi sento bene ora, tra le sue braccia. Ogni giorno, ogni volta che lo guardo mi sembra più bello. Sono forse morta? È questo il paradiso? Perché io mi sento al sicuro adesso. Sembra andare tutto bene, finché non sento delle urla a me famigliari. Isabelle e Lucy. Vedo l'immagine di Cam sfuocata sempre più distante. Qualcosa mi sta allontanando da loro.

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