Capitolo 16: Cam's pov

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Non ho per niente voglia di andare a scuola, però perlomeno non penso ad Amy. L'unica lezione che salto è quella di chimica, per evitare di vederla. A fine giornata vado nella mia macchina e aspetto che Amanda esca dalla scuola, non per parlarci ma solo per vedere se sta bene... Dopo circa cinque minuti vedo lei e le sue amiche che escono e si dirigono verso la loro macchina. Vado via prima che lei possa vedermi.

Entro in casa e poso le chiavi sul tavolo. Improvvisamente sento un rumore al piano di sopra. Senza pensarci due volte, prendo un coltello dalla cucina e salgo le scale. Il rumore proviene dalla mia camera, quando entro e accendo le luci sento un urlo «Oh mio dio, Cameron! Mi hai spaventata a morte!» Butto immediatamente il coltello per terra e corro ad abbracciare mia sorella «Che diavolo ci fai tu qui? Al buio oltretutto!» «C'è un piccolo problemino» dice socchiudendo gli occhi «Nostro padre sa che siamo a Londra» non riuscendo più a reggermi mi siedo sul bordo del letto «Com'è possibile?!» «Penso che questo non lo vuoi davvero sapere...» dice sedendosi al mio fianco «La tua amica, Amanda, deve averlo richiamato. Ha rintracciato la telefonata» «No, non ci sono chiamate sul mio cellulare» mi mette una mano sulla spalla «Ha salvato il suo numero» comincia a dire «No, non dirmi che l'ha chiamato dal suo cellulare...» la interrompo io «Che stupida, adesso verrà dritto da te» mi alzo in piedi e comincio a camminare su e giù per la stanza «Ma cosa me ne importa di me?! E adesso cosa faccio?» lei mi guarda confusa «Cosa te ne importa di lei?» «Mi importa eccome, Emily» «Noi dobbiamo andarcene, questa sera» Sono stufo di scappare in continuazione dal mio passato e da mio padre, sono stufo di scappare e basta. Voglio rifarmi una vita. «Non se ne parla, se lui arriva fino a qui e non mi trova andrà da lei» «È colpa sua se ci ha trovato» dice mia sorella, esasperata «No, è colpa mia se adesso lei è in pericolo. Che venga pure, lo aspetto» mia sorella si alza e viene verso di me furiosa «No, non se ne parla! Non rimarrai qui! Non rischierai la vita per una semplice ragazza» «Non è una semplice ragazza, e io non permetterò che la sua vita sia in pericolo per colpa mia» sbotto «Cameron, ti sei innamorato di lei?» chiede abbassando il tono di voce «No, certo che no. Sono solo stanco di avere paura» «Io non resterò qui» dice con le lacrime agli occhi «Allora vattene, è quello che fai sempre» Ed è proprio quello che fa, prende le sue cose e mi lascia un'altra volta dicendo "ciao, mi dispiace". Non gliene faccio una colpa, ovviamente, se ha paura. Ma io non posso lasciare Amanda in mezzo a questa storia.

Mi sveglio presto, mi faccio una doccia e salgo in macchina, diretto verso scuola. Piove, come quasi sempre. Amanda non è ancora arrivata, vedo solo Lucy all'entrata che aspetta le altre due. Finalmente dopo cinque minuti arriva anche Amy, sono molto più calmo ora che ho visto che sta bene. Quando vedo che sta venendo verso di me, mi giro subito e mi allontano da lei. Ma Amy continua a seguirmi, cercando di mantenere il passo. «Ciao Cam-Cam!» ecco la prima volta che sono contento di vedere Sam «Hei» le dico, quando si trova di fronte a me la bacio. Mentre Sam mi sta ancora baciando, guardo dov'è Amy: è immobile a pochi metri di distanza, quando incrocia il mio sguardo si gira e se ne va di corsa. Mi stacco subito da Sam e mi dirigo a lezione. Sam è una bella ragazza, ma non è Amanda. E se l'unico modo per tenere lontano quest'ultima è stare con Sam, starò con Sam. Ho notato che Amy non lo sopporta.

Quando esco dall'aula vengo assalito da delle urla isteriche «Tu, imbecille che non sei altro! Sei uno stronzo! Sai quanto l'hai fatta soffrire?» dice Lucy «E a me dovrebbe interessare?» dico e me ne vado, prima che mi prenda a pugni. Dopo l'ultima ora, saluto Sam e mi dirigo verso i parcheggi. Accendo una sigaretta non appena metto piede di fuori. Merda, appoggiata alla mia macchina c'è Amy. «Cosa fai qui?» «Io lo so che fai apposta a baciare Sam» dice ignorando la mia domanda «Io direi che non sono affari tuoi, cara» «So che lo fai per tenermi lontana» cerca di essere dura, ma le sue guance si stanno dipingendo di rosso «Tu non sai niente. Ora per favore spostati, devo andare a casa» si sposta, ma prima di farmi sedere in macchina mi prende per il braccio e mi dice «Non puoi liberarti di me in questo modo» Parto di fretta con la macchina, sperando che la velocità e l'adrenalina mi aiutino a chiarire le idee. Devo fare di peggio, se voglio tenerla lontana.

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