Capitolo 49: Happily

252 16 1
                                    

Mi fa un debole sorriso e alza una mano per salutarmi. «Hei» Rimango zitta, incapace di muovermi o di parlare. «Perché non andate a fare un giro voi due?» chiede Bethany spingendomi verso la porta ancora aperta. «Trattala bene» dice seria a Cam. Cammino lentamente verso l'ascensore senza guardarlo neanche una volta. Non posso entrare nell'ascensore con lui. Raccolgo tutto il coraggio che riesco a trovare ed entro. Finalmente riesco ad alare lo sguardo e guardarlo. Lui tiene lo sguardo fisso davanti a se. Sembra molto stanco, ma non perde il suo fascino. «C-cosa ci fai qui?» chiedo ancora shockata. Ora che lo guardo meglio sembra quasi arrabbiato. Si gira verso di me e i suoi occhi, solitamente azzurri, sono quasi blu. Mi immobilizzano, rendendomi incapace di dire un'altra parola. Di nuovo. «Emily mi ha detto che Ben era uscito per accompagnarti all'aeroporto» Chiude gli occhi e prosegue dopo una breve pausa. Realizzo all'istante quello che deve aver pensato. Ha pensato che me ne sono andata senza dire niente. Vorrei rassicurarlo in qualche modo, scusarmi e abbracciarlo... stringerlo di nuovo. Ma ovviamente non lo faccio. «Ho davvero pensato che tu te ne fossi andata senza salutarmi, ed ero furioso. Perché quello che c'è stato  tra di noi... non può finire così. E ti ho odiato per questo, ma poi mi sono sentito in colpa per quello che ti ho fatto, Abigail ha avuto la sua parte ma è stata colpa mia. Ho capito che non ti merito e per questo ho cercato di dimenticarti e lasciarti andare, ci ho provato davvero. Ma io... non posso. Non ce la faccio a stare senza di te. Anche quando Ben è tornato e mi ha detto che è solo una piccola vacanza non sono riuscito a cambiare idea. Ho preso il primo aereo e sono venuto qui per dirti che ti amo, e scusami se sono egoista, ma io ti amo e non ho intenzione di lasciarti andare. Non posso. Cambierò, te lo giuro. Diventerò un ragazzo perfetto per te» dice serio, con il volto cupo e la voce profonda. La mia mante viaggia e rivive i nostri ricordi. Non credo ad una sola parola di quello che dice. L'ascensore si ferma e le porte si aprono. Una coppia aspetta di entrare ma io schiaccio il pulsante e le porte si richiudono. Mi sbagliavo, mi sbagliavo su tutto. Proprio come lui. «Non devi, non voglio che tu cambi» Beth ha ragione, lui è stato la luce che mi ha fatto uscire da un periodo doloroso e buio. Gli devo la mia vita. Posso perdonarlo perché ho bisogno di lui. Io voglio lui. Rinuncerei a tutto, per lui. «Ho bisogno di te» ammetto. Ora, senza alcuna evidente ragione, sono io che chiedo scusa. Per tutto questo tempo ho pensato che fosse lui a rendermi insicura, ma il problema è che quando non sono con lui mi sento insicura. Ho affidato tutto a Cameron. Il dolore del suo tradimento è stato quasi insopportabile, ma niente in confronto al dolore provocato dalla sua assenza. Mi manca, e ora è qui. Per me. Ha fatto di tutto per me, l'ho forse dato per scontato? Non mi importa in questo preciso istante. Lui è qui e io lo voglio più vicino. Gli getto le braccia al collo e poso le mie labbra sulle sue. Poi lo bacio con più foga e desiderio, sperando che con il mio gesto lui capisca i miei pensieri che non riuscirei mai a spiegare con le parole. Infila le mani tra i miei capelli e sorride sulle mie labbra. «Mi sei mancata» sussurra baciandomi lungo il collo. Torna alle mia labbra e mentre tiene una mano tra i miei capelli, con l'altra mi cinge il fianco. Le porte si aprono e mio padre ci fissa imbarazzato. «Mi stavo preoccupando» dice dopo qualche colpo di tosse. Mi stacco da Cameron e fisso ad occhi aperti mio padre. «Salve» dice Cam. Mio padre squadra dall'alto verso il basso. «Amy?» chiede spiegazioni. «Sorpresa» risponde Cameron sorridendo. Riceve un'altra occhiataccia truce di mio padre e finalmente si zittisce.  «Può rimanere?» Ti prego, lo prego con lo sguardo. «Si... okay» Questo si che mi lascia sorpresa. «C'è sempre spazio sul divano» dice mio padre sorridendo. «Posso portare sua figlia a fare un giro per le strade di Chicago?» gli chiede Cameron. Sorrido a mio padre, che annuisce con evidente difficoltà. Ritorniamo nell'ascensore e io scoppio a ridere. «Tuo padre mi mette i brividi» dice lui, unendosi alla mia risata. Ci calmiamo e il silenzio domina per qualche istante. «Mi hai perdonato?» chiede. «Ho altra scelta?» chiedo sorridendogli. Che bello averlo qui, accanto a me. Cam ricambia il sorriso e scuote leggermente la testa. Mi accarezza la guancia e mi bacia. «Ci abbiamo messo un po' troppo per risolvere questa situazione, eh piccola?» chiede tra un bacio e l'altro. Le porta si aprono e Cam mi prende per mano. Che bella sensazione. Sorrido tra me e me e lo seguo. Mi dirige attraverso il garage, verso una moto. «L'ho noleggiata solo per te» dice porgendomi il casco. Gli lascio la mano per indossarlo. Cam me lo sistema sorridendo e sale sull'ingombrante moto. Salgo dietro di Cam e mi stringo a lui. Una piacevole e famigliare ondata del suo profumo mi invade le narici. Che bello, che bello, che bello. «Ti ho già detto che mi sei mancata?» chiede prima di mettere in moto. «Si, ma puoi continuare a ripeterlo» urlo per sovrastare il rumore del motore. «Qualche destinazione in particolare?» chiede uscendo dal garage. «No» affermo. Mi stringo ancora più forte a lui quando parte a tutta velocità per la strada. Si ferma, dopo quelli che sono sembrati pochi secondi, davanti al lago Michigan.

«Dimmi quello che stai pensando» Cam mi cinge i fianchi. «Non penso a niente in particolare... sono solo contenta che tu sia qui» gli dico sorridendogli. «Se avessi saputo che bastava attraversare l'oceano per farmi perdonare l'avrei fatto molto tempo fa... Persino a nuoto se fosse stato neccessario» scherza, baciandomi la fronte con fare affettuoso. «Credo che avevo solo bisogno di un po' di tempo per riordinare i pensieri» E realizzare che sei essenziale per me. Appoggio la testa sul suo petto e sospiro pesantemente, godendomi il momento. «Comincia a fare freddo, andiamo»

Usciamo dall'ascensore e rientriamo in casa senza fare rumore. Cam si ferma in salotto ma lo prendo per mano e lo trascino verso la mia stanza. «Tuo padre mi ammazzerà» dice divertito. «Non te l'ho ancora detto, ma mi sei mancato anche tu» dico abbracciandolo di nuovo. Non ne avrò mai abbastanza. «Lo avevo capito» ribatte sorridendo. «Ma davvero? E da che cosa lo avresti capito?» chiedo sorridendo a mia volta. «Da questo» sussurra avvicinandosi alla mia bocca. Gli sorrido con le guance in fiamme e mi trattengo dal ridere. «Che c'è?» chiede buttandosi sul letto. «Niente, sono solo felice» «E dimmi, chi è  questa magnifica fonte di gioia?» chiede con il suo solito tono pavoneggiante. «Behtany mi ha comprato un paio di scarpe nuove» dico sdraiandomi accanto a lui. Mi avvicino a lui per poterlo baciare. Non posso farne a meno. «Aspetta un'attimo» mi allontano dalle sua labbra e prendo la mia borsa da sotto il letto. Lucy e Isabelle mi hanno mandato un sacco di messaggi, ma risponderò domani. Lascio il telefono e prendo una catenina dalla tasca della borsa. Torno a guardare Cam e gliela porgo. Si alza sui gomiti e apre il gancio. Poi si alza a sedere e si protende verso di me per allacciarmela al collo. L'angioletto ricade al suo posto e poi posso finalmente ritornare a baciare Cameron. Dopo circa cinque, forse dieci, minuti la porta si apre bruscamente. «Salve» dice Cam divertito, coprendosi il viso con un cuscino. «Posso parlarti, Amy?» chiede con un tono sorprendentemente dolce. Mi alzo e mi sistemo i vestiti e i capelli. Cam scoppia a ridere da sotto il cuscino non appena mio padre si allontana. «Smettila!» dico, trattenendo un sorriso divertito. Raggiungo mio padre in cucina e gli sorriso imbarazzata. «Tutto bene?» chiede. Annuisco ma non dico niente. «Vedo che le cose sono tornate a posto» dice sorridendo teso. «Eh, insomma» Mio padre scuote la testa divertito. Sospira pesantemente e si avvicina a me sorridendo. «Sei cresciuta e immagino che io non possa più dirti cosa fare...» dice malinconico. Lo abbraccio. «Scusa» sussurro. «Non fa niente, Amy. Torna pure a dormire» dice sciogliendo l'abbraccio. «A dormire» ripete tra se. Mi dirigo verso la mia stanza ma mi blocco quando mio padre mi chiama. «Dimmi» Sorride imbarazzato e ridacchia «Ecco, voi state attenti... non è vero? Avere un bambino non...» Spalanco la bocca e mi tappo le orecchie con fare forse un po teatrale. «Okay... buonanotte papà» Prima che possa dire altro mi rinchiudo in camera mia e trattengo le risate. Decisamente imbarazzante. Cam ha gli occhi chiusi e dorme tranquillamente. Mi infilo sotto le coperte e appoggio la testa sul suo petto. Mi allontano un po' per poterlo vedere in faccia e lo fisso per molto molto tempo prima di addormentarmi. Che bello.


BUON NATALE GIOIE!! :)

∞ You are my once upon a time ∞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora