Capitolo 38: Un piccolo imprevisto

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«Non hai idea di cosa provo io per te» mi sussurra Cameron quando lo raggiungo nel letto «Ti amo, lo sai vero?» annuisco e mi addormento poco dopo. Siamo rimasti in salotto fino alle quattro, solo allora siamo andati nelle nostre stanze, perciò ero più che stravolta.

Sento squillare il telefono. Lo prendo e rispondo in fretta per non svegliare Cameron. «Pronto?» chiedo, ancora assonata «Amanda! Quando torni a casa?» sospiro esasperata «Beth... sono solo le otto...» lei ignora i miei lamenti «Lo so, lo so. Però mi sto annoiando e a casa non c'è niente da fare quando non ci sei tu» Mi prega di tornare subito a casa, ammettendo di essere egoista «E va bene! Adesso facciamo colazione e poi patiamo! Noiosa ed egoista ragazzina» Dal rumore di sottofondo capisco che sta saltellando «Grazie!» strilla entusiasta. «Però c'è una nuova notizia. Mia madre e mio padre... Ci saranno anche loro. Spero che non ti crei dei problemi» dice una volta calma «Ma figurati» mento. I figli di mio padre potevo accettarli, volergli perfino bene, dopotutto sono i miei fratellastri. Ma stare per un giorno intero con l'ex amante di mio padre, quello si che era difficile. «Fanno parte della famiglia... No?» dico poco convinta «Ti aspetto a casa!» Mi lascio cadere sul letto, sbuffando. Se li sveglio adesso, mi ammazzeranno. Mi giro verso Cam, intenzionata a svegliarlo. Cambio subito idea non appena lo vedo. Dorme profondamente su un fianco, rivolto verso di me. Il braccio che prima era attorno ai miei fianchi adesso è steso sul letto, accanto al mio braccio destro. Non l'ho mai visto così rilassato. La sua espressione corrucciata da duro è svanita, chissà cosa sta sognando... Mi alzo piano dal letto ed esco in corridoio. Busso alla porta di Isabelle e Jake, poi a quella di Lucy e Ben. Ma nessuno mi da una risposta. È troppo presto e tutti quanti sono troppo stanchi per alzarsi alle otto di mattina, così decido di farmi prima una lunga doccia, per concedere loro più tempo. Mi metto un accappatoio, decisamente troppo grande e soprattutto troppo lungo per me, e scendo al piano di sotto per preparare il caffè. Ritorno al piano superiore e busso più decisa alle porte. Ben e Isabelle escono da due camere diverse, entrambi con le occhiaie e coperte addosso. Isabelle sbadiglia, esausta. «Dobbiamo andare, sono le nove» Isabelle annuisce e torna in camera sua, camminando come uno zombie. Dopo neanche cinque secondi corre in corridoio e abbraccia me e Ben, urlando «Buon natale!» con un'energia sovrumana. Mentre Izzy si è svegliata, Ben è ancora immobile a lamentarsi «Zitto e va a cambiarti! Di a Lucy che le ho preparato una grande tazza del suo caffe imbevibile, di sotto c'è anche del caffè meno forte per te. Ora sbrigati che se no Bethany mi terrà il muso per tutte le vacanze!» Ben alza le mani in segno d'arresa e comincia a chiamare Lucy. Ritorno in camera per riordinare tutte le mie cose e quelle di Cam. Metto tutto nelle nostre borse e poi, controvoglia, sveglio il mio bellissimo ragazzo. «Cam» gli sposto i capelli dalla faccia e gli accarezzo le guance «Cam... devi alzarti» borbotta qualcosa in protesta, senza aprire gli occhi «Dai» lo incito strattonandogli leggermente il braccio «Ancora cinque minuti» mi supplica. Gli do un bacio sulla guancia e porto le nostre borse al piano di sotto. In salotto c'è solo Isabelle, seduta a gambe incrociate sul divano con una tazza di cappuccino in mano «Dov'è Jake?» chiedo «Arriva, sta facendo la doccia» dice entusiasta. Isabelle è sempre entusiasta, soprattutto quando ci sono delle feste. «Il mio spirito natalizio mi sta facendo bene» dice lei fra se. Salgo le scale ridendo e incontro Jake nel corridoio «Buon Natale, Amy» dice sorridendo «Buon Natale!» lo abbraccio e lo aiuto a portare le cose in garage «Isabelle ha già cominciato a borbottare cose senza senso...» dice ridendo «Certe cose non cambiano» Lucy si siede accanto a Isabelle e appoggia la testa sulla sua spalla, ancora stanca. «Buon Natale Lucy Pucy» Isabelle le accarezza i capelli «Non mi va di togliere gli addobbi, rovinerebbe tutto. Amore, possiamo tenerli?» «Tutto quello che vuoi» le dice «Queste sono tue, Amy? Le porto in macchina» lo ringrazio e vado a vedere se Cam si è svegliato. È esattamente dove lo avevo lasciato «Cam!» non ricevo nessuna risposta «Dai Cameron! Alzati» mi butto sul letto, sperando di svegliarlo. Che sonno pesante! Mi sdraio di nuovo accanto a lui, e approfitto del momento per fissarlo. Sul suo volto compare un sorriso «Dal primo giorno in cui mi hai visto non sei più riuscita a smettere di fissarmi... Devo essere per forza irresistibile» sussurra. Apre lentamente gli occhi. Incredibilmente belli, non esiste un cielo abbastanza azzurro per poterlo confrontare con i suoi occhi. «Mi stavi prendendo in giro!» ribatto ridendo «Dovresti saperlo che non ho per niente il sonno pesante e tra l'altro chiunque si sveglierebbe sotto il tuo sguardo. Non ti si consumano mai gli occhi? Voglio dire... ci conosciamo già da quasi cinque mesi eppure non ti sei ancora stancata di ammirare la mia bellezza? Mi ero sottovalutato» scherza «Che scemo! Smettila di prendermi in giro» dico, fingendomi imbronciata «Sei troppo» si blocca «Che cosa?» fa finta di non sentirmi, mi fissa come io lo fissavo poco fa «Tu sei troppo per tutti quanti, Amanda. Davvero non ti rendi conto di quanto sei fantastica?» chiede serio, sorprendendomi. Una strana gioia mi invade. È il suo effetto. «Tu sei troppo bipolare» gli rispondo arruffandogli i capelli «Un minuto mi fai esasperare e poi boom! Improvvisamente vedo fiori e farfalle ovunque e dalla tua bocca vedo uscire solo dei piccoli cuoricini rossi» Cam si mette a ridere «Mi avevano accennato al fatto che sei completamente fuori di testa, piccola» Tira l'elastico dei miei capelli, sciogliendo la mia coda, e lo lancia in fondo alla stanza. Cerco vendetta ma mi blocca le braccia lungo i fianchi. «Ora che fai?» chiede divertito. Riesco a liberare una mano e comincio a fargli il solletico. Mossa sbagliata, perché lui non soffre il solletico e io gli ho appena suggerito come torturarmi. Lo supplico di smetterla, mentre mi dimeno tra le sue braccia. Riesco ad allontanarlo, prendendolo per i polsi. Lui si sdraia sulla schiena e mi trascina sopra di lui. Cerco di riprendere fiato ma lui si alza e comincia a baciarmi. «Bel regalo di natale, Amy. Chiederò a Lucy lo stesso» Ben è appoggiato alla porta, con un sorriso stampato in faccia «Però pensavo che dovevamo andare, Amy? Non dirmi che mi hai fatto alzare così presto per niente!» Mi alzo di fretta, facendo finta di non sentire le lamentele di Cameron «Ignoralo» mi prega tenendomi la mano «Scendiamo tra due minuti» dico a Ben «Guidi tu!» annuisco e convinco Cameron ad andare «Dai andiamo, ci stanno aspettando» Si alza e mi bacia di nuovo. Si toglie i pantaloncini del pigiama, rimanendo in boxer, e indossa una maglietta e dei pantaloni neri. Mi prende per mano e insieme scendiamo al piano di sotto.

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