Capitolo 2: Ricordi

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La festa è in una casa enorme e moderna, con un giardino altrettanto grande. A differenza del giardino però, la casa pullula di persone. Nel giro di soli cinque minuti perdo le mie amiche tra la folla. Cammino in cerca della testa di Isabelle, che vista la sua altezza dovrebbe spiccare tra tutta quella gente. Trovo Lucy e Isabelle davanti a una lunga fila di persone che aspettano impazientemente di andare in bagno, saltellando e ridendo con i bicchieri in mano. «Finalmente vi ho trovate... Dov'è Ally?» comincio a preoccuparmi, non so come mai ma Ally si ritrova sempre in qualche pasticcio ad ogni festa a cui andiamo. Una volta l'abbiamo cercata per ore intere, e lei ci ha richiamato da casa dandoci la buonanotte. «Non preoccuparti, è solo andata in bagno» mi rassicura Lucy. Io comincio a sentirmi male e a disagio in mezzo a tutta quella gente, dopo tutto questo tempo passato in solitudine. Sospiro sollevata quando vedo Ally venire verso di noi, è tutta intera.

«Ragazze vi dispiace se andiamo via? Non mi sento tanto bene» Lucy mi sorride e annuisce comprensiva. Izzy mi prende per un braccio e ci incamminiamo verso la porta da cui eravamo arrivate all'incirca venti minuti fa. Ally alza la sua mano ricoperta di braccialetti scintillanti e urla per farsi sentire dalla folla. «Da questa parte amiche, venite» Lucy la raggiunge e le tira una leggera pacca sulla testa, ridendo. Uscite di casa ci dirigiamo verso la macchina ma Ally fa un sorrisino e si blocca. «Non andiamocene così presto! Venite con me!»

Ally ci porta sul retro del giardino, dove passa un piccolo ma rumoroso ruscello. Ci sediamo tutte e quattro sulla panchina rivolta verso l'acqua. Faccio un respiro profondo e annuisco, mi sento bene adesso. «Grazie» Lucy mi guarda, confusa «Grazie per cosa?» «Per avermi trascinato fuori dal letto questa mattina e per avermi fatto divertire»

 «Grazie» Lucy mi guarda, confusa «Grazie per cosa?» «Per avermi trascinato fuori dal letto questa mattina e per avermi fatto divertire»

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«Siamo tue amiche, no? Possiamo farlo tutti i giorni, se vuoi. Ci sono un sacco di feste, sai?» Ally mi abbraccia e sospira pure lei. «E mi dispiace per essermi isolata. Non volevo tagliavi fuori» aggiungo appoggiandomi a Lucy. «Tranquilla, non puoi farlo» mi dice lei seria. Ally si alza in piedi, ancora saltellante e piena di energia. «Agli ordini, capitano Thomas» Lucy le fa la linguaccia e Ally le manda un bacio. Mi sono sempre chieste come possano due persone così diverse voleri tanto bene quanto se ne vogliono loro due. Restiamo li sedute a parlare per altri venti minuti, dopodiché Isabelle e il freddo ci costringono ad alzarci. «Andiamo, si sta facendo tardi. Dobbiamo trovare un motel» Spalanco la bocca, facendo ridere Ally che subito mi imita. «Cosa? Non torniamo a casa? Ma io non ho detto niente a mio padre!» Lucy mi scompiglia i capelli. «Ci ho pensato io, non preoccuparti» dice chiudendo la bocca ad Ally. «Okay, ma non so se mi va di lasciarlo da solo domani...» Isabelle mi prende di nuovo per un braccio, mentre ci incamminiamo verso la macchina. «Ha detto che lavora, Amanda, e che gli fa piacere che esci a divertirti con noi» Annuisco un po' offesa. Perché lavora quando sa che è l'anniversario della morte della mamma? Perché non vuole stare insieme durante un giorno così particolarmente doloroso. «D'accordo...» Come se avesse capito i miei pensieri, Lucy mi sorride. «Non preoccuparti, noi siamo qui»

È rimasta una sola stanza perciò ci ritroviamo a dividere un letto e un divano-letto in quattro. Il letto è abbastanza grande, a differenza del divano. Alla fine Ally e Lucy si prendono il letto e lasciano a me e a Isabelle il grande piacere di dormire sul divano. Non sono tato stanca, ma il silenzio mi permette di pensare. E pensare troppo, specialmente in questo periodo, non è un bene per me. È ormai un anno che mia madre non c'è più, e non ce l'avrei mai fatta senza le mie amiche, che a differenza di mio padre mi sono state accanto. Continuo a pensare alla mamma e a quello che era successo oggi fino a che non vengo travolta dal sonno.

«Alzatevi dormiglione! Abbiamo un viaggio da fare!» Ally sta saltando sul letto, cosa che Lucy non apprezza, poi scende a terra e corre verso di me e mi salta addosso. Stava per dirmi qualcosa ma Isabelle la spinge con i piedi e la fa cadere per terra. Lei si rialza, più contenta di prima, e si rimette a posto i capelli. Non riesco a smettere di ridere, chiedendomi dove da dove ricava tutta questa energia. Vedendomi ridere si blocca e mi punta un dito contro. «Non è divertente! Potevo farmi male!» «Oh sì che è divertente!» dice Lucy, che si è alzata e ha cominciato a rifare il letto. Ally prende il cuscino da sotto la testa di Isabelle e lo lancia contro Lucy. Isabelle di conseguenza prende il mio cuscino e lo lancia su Ally, e così comincia una vera e propria lotta. Non c'è niente da fare ormai, Lucy e Izzy sono troppo competitive per lasciar perdere e Ally semplicemente si diverte. Io me ne resto lì a guardarle e non riesco a fare a meno di sorridere... che matte. Lucy scaraventa giù dalle nuvole, interrompendo i miei pensieri, colpendomi in piena faccia con un cuscino. Sento la sua risata coprire quella acuta di Ally. Mi alzo pronta per la mia vendetta e finisco per allearmi con Ally, contro le altre due. Continuiamo per altri dieci minuti e poi, solo quando ci accorgiamo di star distruggendo l'intera camera, decidiamo di fermarci. Riprendiamo fiato e scoppiamo a ridere. Decidono di andare a prendere la colazione e io rimango in camera per farmi una doccia.

Mangiamo di fretta un panino disgustoso e poi ripartiamo, con Lucy al volante.

«Lucy?» Lucy si gira verso Ally e alza un sopracciglio. «Dimmi Ally» «Quanto manca?» «Manca poco» Quando Lucy si rigira verso la strada, Ally si vola per guardare fuori dalla finestra. «Si ma poco quanto?» Lucy sbuffa, ma con un sorrisino divertito nascosto sotto. «Manca un'ora! Ora per favore non chiederlo ogni cinque minuti!» dice Isabelle ridendo. «Beh, ma un'ora non è poco, Lucy! E io devo andare in bagno!» Incedibile! È sempre così con Ally. Ci mettiamo tutte a ridere e il viaggio prosegue così per tutto il tempo, ridendo e scherzando. Mi addormento contro Isabelle e quando mi sveglio capisco subito dove siamo. Al cimitero dove è sepolta mia mamma. Non posso mai andarci, proprio perché è quasi a tre ore di macchina da dove abito e io una macchina non ce l'ho. Papà ha deciso di seppellirla li perché è lì che sono seppelliti i miei nonni, ma in questo modo io non posso mai andare a trovarla. Domani è un anno dalla sua morte. Cammino con le mie amiche accanto e mi abbasso davanti alla sua tomba. Le lacrime cominciano a rigarmi il viso mentre tantissimi ricordi mi travolgono la mente. Dio quanto mi manca. Se lei fosse ancora qui sarebbe tutto perfetto. Non so né come né dopo quanto tempo, mi ritrovo a piangere tra le braccia di Lucy, che mi culla e mi accarezza i capelli. «Andrà tutto bene...» mi sussurra nell'orecchio.

Una volta tornate in macchina Ally mi guarda con gli occhi lucidi e tristi, raramente non vivaci. «Forse non è stata una buona idea...» La blocco posandole una mano sul braccio. «Si invece, davvero.» Ally mi abbraccia e i suoi occhi si ravvivano un poco. «Avati Lucy! Si riparte, muoviti, muoviti, muoviti!»

Quando ci fermiamo per fare benzina decido di chiamare mio padre per sentire come sta e gli racconto tutto quello che è successo, dopo la chiamata mi sento molto più tranquilla. Anche se non siamo insieme, io sto bene e pure li. Isabelle va a pagare e ritorna con due sacchetti pieni di cibo poco salutare. Rientriamo in macchina e ripartiamo per non so dove.

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