Capitolo 3: La baita

1.3K 54 0
                                    

«Amanda siamo quasi arrivate!» Ally, come suo solito, è molto entusiasta. Mi scuote il braccio, svegliandomi, e quando apro gli occhi mi sorride e annuisce con forza, scuotendo i suoi riccioli d'oro. «Per fortuna! Non mi sento più le gambe!» Guardo fuori dal finestrino per capire dove siamo, ma fuori piove e si è già fatto buio. «Lucy ti ricordi dove è l'hotel?» Lucy scuote la testa e si gira per salutarmi con la mano libera. «No Izzy, ora guardo su interne...» Ally piega la testa di lato e poi mette la mano sulla spalla di Isabelle, stringendola. «Hotel?! Ma non dovevamo andare in un Hotel! Dobbiamo andare nella...» Lucy sbuffa e fa cadere il telefono sulle sue gambe. «Ally! Cosa non ti è chiaro di "è una sorpresa"?» sbotta Lucy. Isabelle soffoca una risata e rallenta. «Ally il traffico ci ha fatto perdere tempo e si è fatto buio. E in caso te lo fossi dimenticato, saremmo potute già essere lì ma tu volevi andare a quella festa. Andiamo in Hotel, mangiamo e poi andiamo a dormire. Domani mattina andremo dove avevamo previsto, non preoccuparti!» le dice con molta calma. «Va bene!» sbuffa Ally, appoggiandosi sul sedile. La spingo per richiamare la sua attenzione e le sorrido dopo averle fatto la linguaccia per farle tornare il buonumore. Ally ricambia il mio sorriso e si sdraia, appoggiando la sua testa sulle mie gambe. «Oh, ecco guarda, l'hotel!» Alle parole di Lucy, Ally si risiede con una velocità spaventosa e si affaccia al finestrino. «Perfetto!» dice contenta Isabelle.

La camera è grande, con due letti matrimoniali e un ampio bagno. Ally va a farsi una doccia, Lucy invece va ad ordinare da mangiare e a sbrigare alcune faccende con la reception. Io mi stendo sul letto morbidissimo e cerco di non pensare alla mamma. Ma non ci riesco, non riesco ancora a credere che lei semplicemente non ci sia più. Comincio a piangere, una lacrima solitaria, in silenzio, sperando che Isabelle non lo noti. Inutile sperare... si sdraia da parte a me e mi guarda «Come stai?» Annuisco e mi sforzo di sorridere. «S-sto bene, non preoccupati» «Non mi preoccupo, solo non voglio vederti triste. Stavi pensando a tua mamma?» Mi limito ad annuire, asciugandomi il viso con il bordo della maglietta. «Mi dispiace, Amanda. Io non riuscirei mai a sopportare il dolore. Tu invece...» La blocco prima che possa dire qualcosa di davvero molto stupido. «No, Izzy, non dire che sono forte. Non è vero» Lei sospira esasperata e scuote la testa. «Tu invece te la sai cavando piuttosto bene, tutto sommato» Mi stringo nelle spalle e mi sistemo meglio sul letto. «Mi sento meglio quando sono con voi» Izzy mi dà un bacio sulla guancia e dopo qualche secondo si mette a ridere. «Perché ridi?» chiedo curiosa. «Ti ricordi quando Ally alle elementari prese a pugni Brad, il ragazzino che ti piaceva, davanti a tutta la scuola perché ti aveva preso in giro per le tue orecchie a sventola?» Ally e Isabelle sono simili in così tanti modi... mi piacerebbe poter entrare nella loro testa, dove sembra sempre esserci qualcosa di interessante, dove niente sta mai fermo. «Si! Andò da lui e cominciò a tirargli le orecchie e diceva "tu hai le orecchie a sventola!" e poi lo prese a pugni! Perché ti viene in mente adesso?» Lei mi sorride dall'alto, alzando solo il lato sinistro del labbro. «Va bene se ti senti meglio quando sei con noi, perché non andremo da nessuna parte. E ti difenderemo sempre» Isabelle, dopo un momento di commovente serietà, ricomincia a ridere. Mi copro le orecchie con le mani, istintivamente. «Hei! Poi io non ho le orecchie a sventola!» «Adesso no! Ma alle elementari si! Eri bruttina, con le orecchie grandi a sventola e l'apparecchio ai denti. Ah e avevi le mani davvero paffute, il corpo minuto e la testa enorme!» Isabelle si diverte sempre a pendermi in giro! Ma il suo tentativo di farmi ridere funziona, come sempre. «Hei! Okay, okay! Basta...» Lucy rientra in stanza e qualche minuto dopo Ally esce dal bagno. «Allora, sono le 18.00 e alle 18.15 dobbiamo scendere a mangiare» Ally spalanca la bocca. «Niente servizio in camera e pigiama party?» chiede speranzosa. «No Ally!» le risponde ridendo Isabelle. «Siete noiooooose!» piagnucola infantilmente, ripetendolo più volte.

Finita la cena ci dirigiamo verso la stanza ma proprio prima di entrare in camera, Lucy dice di aver dimenticato il telefono sul tavolo e va a prenderlo. Ally intanto continua ad assillarci per andare da qualche parte a ballare, alla festa di chissà quale dei suoi amici. Lucy torna in camera con dei pop-corn e un film. Persino Ally è entusiasta dell'idea ma purtroppo il lettore DVD non funziona. «Ho visto un volantino qua fuori, quello di cui parlava Ally. Penso che dovremmo andare a questa festa!» propone allora Lucy. Ally salta in piedi e si mette a saltellare e strillare entusiasta. Siamo tutte e tre sorprese, ma ad Ally piace esagerare. Lucy la calma con un semplice sguardo. «Non ci credo! Lucy Thomas, prima della classe, sempre gentile e composta, che vuole andare a una festa di sua spontanea volontà?!» Lucy fulmina di nuovo Ally con lo sguardo e poi cominciamo tutte a ridere. «Dai ragazze! Non prendetela in giro!» dico io, cercando di trattenere le risate.

Questa volta Ally è al volante, il che non promette niente di buono. In cinque minuti arriviamo alla festa sane e salve, con solo un po' di nausea. Fuori è pieno di gente e dentro sembra ancora più affollato. «Ally ci hai portato in una discoteca?» chiedo stupita, mi immaginavo qualcosa di più "semplice". «Non guardate me! È un'idea di Lucy!» Dentro non è così affollato come sembrava da fuori, ci sono luci colorate dappertutto e tutti sono nella mischia a ballare. Ally ci prende per mano e ci porta in mezzo alla folla, ancheggiando e spingendo le persone per farci passare. La musica non è un granché e nemmeno il posto lo è, però noi ci divertiamo comunque. «Come stai Amanda?» urla Lucy, per farsi sentire. Ci rifletto un attimo e poi annuisco. «Bene» E per una volta, dopo tanto tempo, mi sembra vero. Lucy mi abbraccia e balliamo insieme per tanto tempo, ci fermiamo solo per prendere qualcosa da bere e per cercare Ally. Dopo un paio di ore decidiamo di tornare all'hotel. «Wow! È stato troppo divertente!» dice Ally con il suo solito entusiasmo. «Si!» mi limito a dire io, troppo stanca per aggiungere altro. Il viaggio di ritorno sembra estremamente più lungo dell'andata. Appena arriviamo all'hotel mi addormento sul letto accanto ad Ally, che continua a tirare la coperta dalla sua parte. Vorrei tanto buttarla giù dal letto, neanche mentre dorme sta ferma.

Il mattino dopo mi sveglio con il mal di testa, a quanto pare avevo bevuto un po' troppo e a giudicare dalle facce delle mie amiche anche loro sono nella mia stessa situazione. Mi alzo con molta fatica dal letto e vado ad aprire le tende, provocando un lamento delle altre tre ragazze che alzano le mani e si coprono gli occhi. Non piove più, il sole illumina tutto quanto. Cosa molto rara in Inghilterra. Ally si precipita al mio fianco e guarda fuori dalla finestra anche lei. «Il sole!» «Lo vedo, Ally!» Corre in bagno e due minuti dopo ne esce con tutte le nostre cose in mano, che poi pone sul letto. Prende le nostre borse e ci mette dentro tutte le cose che avevamo tirato fuori la sera precedente. Fa tutto ciò in meno di dieci minuti. Ally guarda le cinque borse sul letto con aria compiaciuta. Mi sono sempre chiesta come Ally riesca ad avere sempre così tanta energia. «Ally, davvero, sono meravigliata dalla tua impresa ma ti ricordo che siamo ancora in pigiama...» Ci fa notare Lucy, che si mette a ridere e si dirige verso la sua borsa. Ally la ferma subito, bloccandole il passaggio. «Ah no! Non ti azzardare a disfare quello che ho appena fatto!» Lucy sbuffa e toglie di mezzo Ally con molta facilità. «Ally, non possiamo andare in giro in pigiama!» cerco di convincerla «E invece possiamo! Io sto bene con tutto!» dice ridendo e noi la seguiamo. Ally riesce a convincerci, come sempre, e così andiamo a mangiare e poi usciamo dall'hotel con il pigiama addosso, attirando gli sguardi di tutti su di noi. «Allora, adesso mi dite dove andiamo?» chiedo una volta in macchina. «Aspetta e vedrai!» si limita a rispondermi Lucy «Siamo quasi arrivare!» sapendo che il "siamo quasi arrivate" di Lucy era un po' più lungo, decido di riposarmi ancora un po'. Vengo svegliata dalla voce entusiasta di Izzy «Dai Amy, siamo arrivate!»

Apro la portiera e esco dalla macchina. «Allora, riconosci il posto?» Certo che lo riconosco, come avrei potuto non riconoscerlo? La mamma di Ally ci aveva portato qui per il dodicesimo compleanno di Ally. Avevamo viaggiato tutte insieme, avevamo riso un sacco e quando eravamo arrivate a destinazione ci eravamo innamorate del posto. Il nonno di Ally aveva una vecchia baita vicino ad un ruscello, a sud dell'Inghilterra. Avevamo trascorso lì due giorni stupendi e avevamo deciso che quello sarebbe stato "il nostro posto speciale". Avevamo deciso che ogni anno ci saremmo tornate, ma era troppo lontano e così non ci abbiamo rinunciato. Era il posto più bello in cui ero mai stata, ci avevo trascorso solamente due giorni ma essi mi erano rimasti impressi nella mente.

«Certo che me lo ricordo! Non ci posso credere...» Lucy e Ally mi danno un bacetto sulla guancia e si dirigono verso la casa con tutte le nostre borse in mano. Isabelle si mette al mio fianco e ci dirigiamo verso la baita a braccetto. Dentro è tutto come me lo ricordavo, solo con un po' più di polvere. Ci sono due camere da letto, una piccola cucina con il salotto attaccato e un bagno. Dentro, la casetta è davvero accogliente, ancora più graziosa che da fuori. Ally e Lucy si mettono subito a pulire e Isabelle si dirige verso il camino per accendere il fuoco. «Quanti giorni restiamo qui?» chiedo, cominciando a spolverare la cucina. «Quanto vuoi tu!» mi risponde Ally. «Beh, a dire il vero, tuo padre ci ha dato al massimo una settimana!» la corregge Isabelle.

Sono contentissima di essere lì con le mie amiche. Noi quattro, inseparabili da ormai dieci anni...


Votate e commentate se vi piace la storia!

∞ You are my once upon a time ∞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora