«Amy, papà ha detto che dobbiamo scendere giù in salotto. Deve dirci qualcosa» dice Bethany bussando alla mia porta. La ignoro e torno a guardare il mio film. «Amanda!» Prova ad entrare ma ho chiuso la porta a chiave «Non possiamo rimandare?» Dopo ieri sera non avevo voglia di parlare con nessuno. «No! Alza il culo e raggiungici di sotto» Sento i suoi passi allontanarsi e sbuffo. Blocco il film e metto il computer sulla scrivania. Esco con riluttanza dalla camera e mi dirigo verso il salotto. Bethany sta letteralmente piangendo di gioia. Almeno sono buone notizie. «Che succede?» chiedo, cercando di essere gentile, a mio padre. «Andremo a vivere in una nuova casa! Più grande, più bella... in un posto più bello» dice Beth entusiasta, incapace di stare ferma. Mi sembra un'ottima idea. Non può che farmi bene cambiare aria e allontanarmi da tutti i ricordi che porta questa casa. «Dove?» chiedo seriamente interessata. Mio padre mi guarda con attenzione e con cautela si avvicina a me sul divano. «Chicago» Per poco non cado dal divano. Pessima idea. «È uno scherzo» affermo alzandomi dal divano. «Tesoro...» Questa non te la perdono, papà. «Io non mi trasferisco da nessuna parte. Non puoi farmi questo» dico cercando di mantenere la calma.«Non essere egoista» Beth si alza e si siede accanto a mio padre. «Senti chi parla! Speri che andando a Chicago avrai più possibilità di diventare famosa. Stupida ragazzina» ribatto, facendola arrabbiare. «Cosa rimani qui a fare? Eviti le tue amiche da quando quel Cameron ti ha mollata. Non hai niente qui» E io che pensavo fosse bello avere una sorella. «Zitta! L'ho lasciato io! E sei tu quella che non ha amiche! Sai perché non ne hai? Perché sei insopportabile, viziata ed egoista!» le urlo contro, non curandomi della presenza di mio padre che cerca di calmarci. «Sarò pure insopportabile e viziata ma almeno non mi umilio come fai tu. Solo perché il tuo ragazzo ti ha tradita piangi tutta la notte, dici cose stupide come "non era destino" quando chiaramente gli baceresti le scarpe pur di tornare con lui e ti concedi ad un ragazzo qualsiasi nella sola speranza di far ingelosire Cameron» Ecco la goccia che fa traboccare il vaso. Prima che mio padre o Bethany possano intuire la mia intenzione, salto addosso a mia sorella e comincio a tirarle i capelli. «Ritira subito quello che hai detto!» Delle forti braccia mi alzano di peso e mi allontanano da mia sorella. «Basta, voi due!» urla mio padre mettendosi tra di noi. «Non abbiamo scelta, se voglio avere il lavoro dobbiamo trasferirci. Mi dispiace» Bethany scoppia a ridere. «A me no!» ammette guardandomi. Cerco di liberarmi dalla presa di mio padre per andare a rovinarle la faccia ma non ottengo nessun risultato. «Bethany, dacci un taglio!» la zittisce mio padre.«Vai in camera tua» le ordina poi. Lei fa come dice e torna nella sua camera.«Io non mi muovo di qui» dico ormai in lacrime. «Non abbiamo scelta. Ci servono quei soldi, lo sai» dice dolcemente mio padre. «Posso stare da Harry» propongo. «È troppo giovane per badare a te» Sbuffo e mi allontano. «Non ho bisogno di un baby sitter, posso badare a me stessa. Ora, se non ti dispiace, vado a rinchiudermi in camera mia dove quella stronza di Bethany non metterà mai più piede. Faccio le valige e me ne vado da Lucy. Te lo dico, papà, io non verrò a Chicago» Salgo in camera mia prima che mio padre possa bloccarmi, sbatto la porta e la chiudo a chiave. Prendo la mia valigia più capiente e comincio a riempirla con le cose che ritengo più importanti. Ho perso già troppe cose, non mi allontanerò mai dalle mie amiche che sono sempre state al mio fianco. Non mi allontanerò da lui. Questo è il mio posto ed è qui che voglio stare. Ignoro mio padre che continua incessantemente a bussare alla porta e finisco di fare i bagagli. «Non puoi andartene» insistente mio padre. «Io non posso decidere di andare dalla mia migliore amica e tu mi puoi obbligare a cambiare stato? Mi sembra ingiusto» lo sorpasso e faccio cadere la valigia giù dalle scale. «Io sono tuo padre» ribatte. «Proprio per questo dovresti volere solo il mio bene. Non pensi che cambiare drasticamente la mia vita sia l'ultima cosa di cui ho bisogno? Io ho bisogno di Lucy e Isabelle, lo sai» So che me ne pentirò, ma non ho scelta. «Perché se non te lo ricoridi sono loro che mi sono state vicine quando la mamma è morta, quando Ally ha avuto l'incidente... e se non fosse stato per loro forse sarei a una decina di metri sotto terra» Guardo il suo volto triste e mi sento subito la peggiore delle figlie. «Ho bisogno di loro» ripeto. «E io di mia figlia» Sbuffo e mi giro per scendere le scale. Raccolgo la valigia e mi dirigo verso la porta. «È per quello stupido ragazzo, non è così? Non ti merita, bambina mia» dice mio padre arrabbiato. Sì. È anche per lui che voglio restare. Mi ha spezzato il cuore me nonostante questo sono innamorata di lui. Non mi interessa se non mi merita, non posso stargli lontana. Lo faccio per la mia salute mentale, sperando che con il tempo i sentimenti che provo per lui spariscano. Ma non lo dirò a voce alta. «Qui è dove voglio stare. Con Izzy, Lucy, Jake e tutto il resto. Non voglio andarmene, papà» Non sa più che dire e mi guarda con aria triste. «Vado da Lucy. Ti chiamo domani, va bene?» Lui annuisce e mi accompagna alla porta. «Ne parliamo domani. Questa lasciala qui» dice prendendomi la valigia. Non avendo più le forze per protestare mi arrendo e lo saluto. Salgo in macchina e chiamo Lucy per avvisarla che sto arrivando. Non ho scelta, dovrò andarmene. Per quanto io possa sperare, mio padre non mi permetterà mai di restare qui da sola. È meglio che saluti tutti per bene prima di andarmene.
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∞ You are my once upon a time ∞
RomanceQuesta è la storia di una ragazza alla quale, dopo aver perso la madre, rimangono soltanto le amiche. Il primo giorno di scuola Amanda incontra Cameron, che non si rivela essere un ragazzo facile da capire, ma tra i due nasce presto qualcosa di spec...