Capitolo 19: I love him

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«Scommetto che non ti ha detto di aver ucciso sua madre» mi dice il padre di Cameron prima di rientrare in casa. Bethany sta ancora piangendo appoggiata alla mia spalla. Due poliziotti si avvicinano a noi «Dovremmo farmi delle domande» dice uno di loro «Okay...» dico a voce bassa. Beth stringe ancora più forte a me «Ce le potete fare, insieme. E poi andatevene» dico. Nemmeno a me va di stare da sola, non dopo quello che è appena successo. Il poliziotto annuisce confuso e il suo collega se ne va. «Allora, perché eravate qui?» chiede «Mia sorella mi ha chiamato, era in pericolo» rispondo continuando a guardare per terra «Perché era in pericolo? Cosa è successo?» «Era venuta per parlare con Cameron, il ragazzo che abita qui, ma quando è arrivata qui lui non c'era. C'era soltanto suo padre, e ci ha attaccato» rispondo. Il poliziotto comincia a scuotere la testa «Penso che ti sia confusa, Cameron Anderson vi ha aggredite» dice annotando qualcosa sui suoi fogli «No, ha capito bene. Amanda è ora di tornare a casa» sbotta Bethany «Cameron Anderson ha ucciso sua madre e poi è scappato, suo padre ci ha aiutato a ritrovarlo. Avrete sicuramente battuto la testa, è meglio farla controllare» dice indicando la fronte sanguinante di Bethany «Non abbiamo nient'altro da dire» dico e mi allontano da quella casa con Bethany al mio fianco.

«Pensi che sia vero?» mi chiede la mia sorellastra «Che abbia ucciso la madre» precisa «No, non ci credo» «Allora perché loro sono così sicuri che sia così?» insiste lei «Senti Beth, io non lo so. Non può aver fatto una cosa del genere» Certo che non può averla fatta, non lo farebbe mai. Giusto? Spengo le luci e do la buonanotte a Bethany.

«Tu pensi davvero che sia stato lui?» mi chiede Lucy mentre ci sediamo al tavolo della mensa «Ormai non so più cosa pensare di lui» Isabelle si gira verso di me «Avete detto quello che ha fatto il padre? Insomma, non dovrebbe essere dietro le sbarre anche lui?» chiede scuotendo la testa «Ci abbiamo provato, ma non ci danno retta» «E se fosse stato lui, a uccidere sua madre? Altrimenti perché mai qualcuno dovrebbe accusarlo...» aggiungo dopo qualche minuto «Non sei andata a parlargli?» mi chiede Lucy «No» dico facendo un respiro profondo «Non me la sento» «Perché credi a suo padre a alla polizia?» dice Isabelle «No... beh, forse. Però io dovrei credere a lui, sempre» dico, o meglio penso a voce alta «Perché lo ami?» continua Lucy «Si, lo amo» sussurro «Cosa? No, non lo amo» dico alzando la voce «Si che lo ami» ribatte Isabelle ridendo «Se non vuoi andarci da sola, possiamo accompagnarti noi» dice Lucy «Si, potreste solo accompagnarmi fino a là?» chiedo e loro annuiscono.

Siamo diretti verso la prigione e io mi sento agitata. Non ho paura di lui, ma non so cosa pensare o dire una volta arrivata li. Guardo fuori dal finestrino le strade affollate di Londra. Piove ed è tutto scuro, come sempre in questo periodo dell'anno. Isabelle parcheggia la macchina e spegne il motore «Vi va niente aspettare qui? Torno subito» dico uscendo dalla macchina. Loro annuiscono e mi sorridono, «Buona fortuna» aggiunge Isabelle. Entro nell'edificio e chiedo delle indicazioni ad un poliziotto. Compilo dei moduli e poi il poliziotto mi accompagna in una stanza e mentre io mi siedo su una sedia, lui rimane ad aspettare alla porta. Dopo qualche minuto arriva Cam con un altro poliziotto. Si siede di fronte a me e solo ora riesco a vedere i lividi che ha in faccia. D'impulso mi alzo e gli tocco delicatamente il viso «Stia indietro per favore» dice il poliziotto avvicinandosi a noi «Scusi» dico ritornando al mio posto. «Cosa ci fai qui?» chiede brusco Cam «Puoi mettere da parte le tue cattive maniere per un momento e spiegarmi cosa è successo?» lui si mette a ridere e appoggia i gomiti sul tavolo «Io te lo avevo detto che non mi avresti creduto, che mi avresti odiato» «Sai che non ti odio, e non ho mai detto che non ti credo» gli dico «Si, non l'hai detto, ma è così. Non è vero?!» io comincio ad agitare la testa «Non abbiamo il tempo di litigare. Dimmi perché hanno arrestato te e non lui» dico «Perché mio padre è uno di loro, un poliziotto. Perciò crede di poter fare tutto quello che vuole» risponde «Non mi hai dato una risposta!» dico picchiettando le mani sul tavolo «Vuoi la verità piccola? Quello psicopatico di mio padre picchiava tutta la sua famiglia, me, mia sorella e mia madre. Quando mia madre lo ha minacciato di chiamare la polizia lui l'ha fermata nell'unico modo che sapeva. E poi l'ha fatta franca, dando la colpa a me» risponde tranquillo, come se stesse parlando delle sue vacanze «E lo hai detto alla polizia?» chiedo «Ci ho provato e riprovato, ma non mi credevano. Così me ne sono andato prima che potessero fare altro» risponde sorridendo «Potresti essere serio almeno per adesso?» dico alzando la voce «Amanda, non attirare la sua attenzione. Torna a casa e continua la tua vita. Non pensare a me, non saresti nemmeno dovuta venire» dice stringendo la mascella «Si invece. Perché io ti amo, Cameron» ribatto, guardando le mie mani per non guardarlo negli occhi. «Il tempo è finito, alzati» lo guardo l'ultima volta prima che il poliziotto lo poti fuori dalla stanza, mi sorride e dal movimento delle sue labbra riesco a capire "ti amo"

Entro in macchina con ancora l'immagine di Cameron impressa nella mente. Non può stare qui, non è il suo posto. Lui non c'entra niente con la morte di sua madre, ora lo so. «Come è andata?» mi chiede Isabelle mettendo in moto la macchina «Ragazze, io lo amo» dico, attirando i loro sguardi su di me. Lucy comincia a ridere e Isabelle dice «Io già lo sapevo» «Cosa ti ha detto?» chiede Lucy «È stato suo padre, Cam non c'entra niente. Ora devo solo trovare un modo per tirarlo fuori di li» «E come pensi di fare?» chiedono in coro «Ho già un idea. Penso che Cam abbia installato delle telecamere in tutta la casa» dico «E tu lo sai perché hai passato tante di quelle notti in camera sua» dice Lucy ridendo «Dai, non scherzate! E poi lui ha sempre dormito sul divano, quasi» dico, distraendomi dal discorso che volevo fare «Lasciamo stare! Comunque, ci sono delle telecamere. Quindi io torno li, e gli faccio confessare tutto. Così Cam esce di prigione e il suo vecchio ci entra e marcisce li dentro» annuncio fiera il mio piano, che però non sembra convincere le mie amiche «Non se ne parla! Di ad un polizotto di andare a prenderle, così tu rimani al sicuro» dice Lucy e Izzy annuisce «Non basta, non proverà che Cam è innocente riguardo a sua madre» ribatto «No Amanda, tu non andrai in quella casa da sola. Fine della discussione» taglia corto Isabelle «Si, invece. E voi non potente ne fermarmi ne venire con me. È il mio compito» «Assolutamente no!» urlano in coro «E va bene, troveremo un'altra soluzione» le accontento.

Ovviamente non do retta a Lucy e Isabelle e decido di andare ad ogni costo da quel maniaco per incastrarlo. Arrivo davanti alla porta e suono il campanello «Ma che sorpresa!» dice fingendo un sorriso «Ho un messaggio da Cameron» dico passandogli sotto il braccio e entrando in casa. Mi guardo intorno in cerca delle telecamere e mi sento sollevata quando le vedo, allora non me le sono sognata! «Mi ha detto tutto! So che non è stato lui ad uccidere sua madre!» dico cercando di suonare forte «E chi è stato allora?» chiede ridendo. Non sopporto la sua risata, lo prenderei a pugni se non fosse alto quasi il doppio di me «Sei stato tu. E hai incastrato lui perché sei un pazzo. Che maltrattava i suoi stessi figli» «Te lo ha detto lui? Strano, è sempre stato troppo spaventato per dirlo a qualcuno. Io ho provato a renderlo un uomo, ma non posso fare miracoli» dice con il suo solito sorrisino stampato in faccia «Beh, non ha avuto nessun esempio ma lo è diventato comunque. Tu non sei un uomo, tu non sei niente!» gli urlo contro. Fa un passo verso di me e io ne faccio uno indietro «Come osi piccola mocciosa?» urla «Lui è mille volte meglio di te! Tu non hai nemmeno il coraggio di dire a te stesso quello che hai fatto!» cerco di mantenere la mia voce ferma. Continuo ad indietreggiare fino a che non sbatto contro il muro «Ho ucciso mia moglie, ho perseguitato i miei figli per anni e ora, ragazzina, ucciderò anche te!» prende una bottiglia dal tavolino e la rompe. Si avvicina sempre di più a me, fino a che non si trova a soli dieci centimetri di distanza «Tu non sarai niente, una volta morta. Non sei molto furba» dice ridendo «Un'ultima preghierina tesoro?» Merda, merda, merda. Cam mi ucciderebbe se sapesse dove sono. «Stai lontano da lei!» urla Isabelle colpendolo con una mazza da baseball «Stai bene Amy?» chiede Lucy «Cosa ci fate qua?» Isabelle spalanca in un modo inquietante i suoi grandi occhi marroni «Tu cosa ci fai qui?!» urla lei «Ti avevamo detto di non venirci per nessun motivo!» «E voi sapete che non mi piace che mi si dica cosa devo fare!» dico e corro ad abbracciarle «Sarei potuta morire, dio che adrenalina!» dico staccando l'abbraccio «Taci prima che ti uccida io» dice Lucy. Corro di spora e vado nell'ufficio. Prendo la chiavetta con su i video della telecamera e ritorno di sotto correndo. Ho una brutta sensazione, come se qualcuno mi stesse rincorrendo. Usciamo di casa e ci andiamo subito dalla polizia a consegnare tutto. Rimaniamo li fino a che non mandano una squadre di poliziotti ad arrestare il signor Anderson, non avrei chiuso occhio sapendo che lui era a piede libero.

Scusate se il capitolo è uno schifo, ma non ho avuto molto tempo per scriverlo... Grazie a tutti quelli che leggono e votano la mia storia ♥❤️

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