Capitolo 6: La sua famiglia

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Giorno 5

In questi ultimi giorni ci siamo sempre alzate tardi, "sprecando" così mezza giornata. Perciò questa mattina è stata la sveglia di Lucy a svegliarci, alle otto in punto. «Cosa facciamo oggi?» chiedo curiosa «Non so riguardo a questa mattina e pomeriggio, ma questa sera andiamo a ballare!» dice entusiasta Ally «Abbiamo finito il cibo!» dice con una smorfia Isabelle «Tesoro ma come fai a mangiare come un maiale e rimanere sempre così magra?» chiede in modo poco delicato Ally «Hei! Io non mangio come un maiale.... e poi esiste quella cosa chiamata sport, hai in mente?» comincio a ridere. È sempre buffo guardarle bisticciare. «Beh, allora direi che questa mattina andiamo a fare la spesa poi torniamo qui e mangiamo» dice Lucy «E dopo aver mangiato possiamo andare in quel negozio di vestiti che era chiuso ieri poi possiamo guardare un film e po...» Isabelle viene interrotta da Ally «e poi ci prepariamo, andiamo a cena fuori e a festeggiare!» «a festeggiare che cosa?» le chiede Lucy «Oh, beh...» Ally si gratta la testa, in difficoltà con la domanda «La felicità!» mi intrometto io. Non l'avevo cercata io la felicità, lei era arrivata da me. Isabelle, Lucy e Ally me l'avevano ritrovata. Mi sento bene, viva e soprattutto non sola. La mamma sarebbe fiera di me. Mi sarei goduta al massimo questa giornata. Mi sento in colpa per non aver richiamato mio padre ma non avrei permesso a nessuno di rovinarmi questa settimana! Non ce l'avrei mai fatta senza le mie amiche. Dopo che la mamma è morta, loro sono venute a casa mia tutti i giorni, mi hanno convinto a tornare a scuola... Quando mia mamma è morta, ricordo di aver desiderato il coraggio per farla finita, per mettere fine a tutta quella sofferenza. Non so come sia per una mamma perdere un figlio, e so che è nella natura che siano i figli a seppellire i propri genitori... ma non così presto. Per la prima volta non mi sono messa a piangere pensando alla mamma.
«Allora? L'avete sentita, no?» Ally mi fa cadere dalle nuvole «Si l'abbiamo sentita, alla felicità!» dice Lucy. Ci guardiamo e sorridiamo l'un l'altra «Aww, abbraccio di gruppo!» strilla Ally e ci abbraccia tutte e tre e noi ricamiamo. Nonostante i nostri numerosi bisticci, ci vogliamo un mondo di bene, farei di tutto per loro e loro mi hanno già dimostrato che anche loro farebbero lo stesso...

Ci prepariamo il più in fretta possibile e dopo circa un'ora siamo in macchina, dirette verso il supermercato. Lucy porta Ally in un altro negozio con la scusa di farle vedere qualcosa, in modo da tenere Ally fuori dal supermercato e risparmiare un po' di soldi per il cibo e non per spazzole e pettini. Forse per il senso di colpa o semplicemente perché adoro Ally metto la spazzola che tanto voleva nel carrello. Io e Izzy facciamo la spesa in fretta poi torniamo a casa perché non sappiamo più che fare ed il negozio in cui volevamo andare è ancora chiuso.

Ally ci sta preparando il pranzo, "sarà una sorpresa!"... Isabelle e Lucy sono andate a lavare i nostri vestiti e io mi ero offerta di aiutare Ally ma lei è "ormai una donna dipendente e può farcela anche da sola". Così alla fine decido di chiamare mio padre:

«AMANDA!»

«S-scusa papà, non ti preoccupare! Tra due giorni sarò a casa. Però ora voglio divertirmi, potresti cercare di capire?»

«Capire? Capire cosa? Che sei un egoista, beh credo di averlo capito. Non ti assicuro che troverai la porta aperta al tuo ritorno!» e riattacca. Corro in camera e mi nascondo il viso sotto i cuscini e urlo. Come può dirmi questo, lui: mio padre, che mi abbandona quando è l'unica famiglia che mi resta. Un secondo dopo Ally mi sta abbracciando, con le lacrime agli occhi. «Mi dispiace Amy! Mi dispiace davvero!» mi toglie il cuscino dalla faccia e il suo viso è preoccupato «È l'unica famiglia che mi resta, lui è m-mio padre! C-come può farmi questo? I-io sono davvero egoista?» Lucy e Isabelle entrano correndo nella stanza e si siedono sul letto anche loro. Isabelle prende il posto di Ally che mi prende il telefono dalle mani e chiama qualcuno, suppongo mio padre. Guardo le mie amiche sedute sul letto, con la vista appannata dalle lacrime, vedo il loro viso preoccupato e triste guardarmi. Isabelle piange e mi abbraccia, Lucy tiene la mia mano tra le sue.

«No, non sono Amanda. Mi ascolti bene signor White! Lei non può farla piangere ogni maledetta volta che le parla! NON È COLPA SUA! Quello egoista qui è lei, signore! Se non l'accoglie con torte e festeggiamenti lei vera a casa con ME! Noi siamo la sua famiglia! Mi dica un po', non crede abbia già perso tanto? Lei è proprio cattivo!» e Ally attacca senza aspettare risposta «Sei sempre la benvenuta a casa mia» e a quell'affermazione mi metto a piangere ancora di più. Come può un padre abbandonare sua figlia? «Ally, disdici la cena, non penso ci andremo...» dice Lucy, credendo che io non la senta «No! Io avevo... mi ero promessa che non avrei permesso nessuno di rovinarmi questo viaggio, e non lo permetterò» faccio una breve pausa «Ho-ho solo bisogno di stare un po' da sola...» «No, non ci pensare nemmeno! Non ti lasceremo sola, mai e poi mai!» mi dice Lucy e poi mi abbraccia. Dopo un po' mi addormento tra le loro braccia e quando mi sveglio loro sono ancora lì, questo mi fa sentire amata. Un amore incondizionato, come quello della mamma. «Buongiorno!» mi dice Izzy sorridendo, sorride ma so che dietro quel sguardo c'è tanta preoccupazione e allora tento di rassicurarle tutte «Buongiorno, siete pronte per andare a comprare qualcosa di carino?» mi sorridono tutte, e capisco che non ci credono. Ma la mamma mi ha detto che se credi veramente in qualcosa, prima o poi diventerà vera. Perciò decido che sta sera mi divertirò! Vado a farmi una doccia, mi vesto e chiedo ad Ally di truccarmi per tenerla occupata. Tende sempre a saltellare ovunque quando deve aspettare di uscire. «Questa è per te» Mi ero scordata della sua spazzola. Gliela porgo e lei mi guarda sorridendo. Comincia a saltellare e mi abbraccia, riempiendomi di bacini. «Grazie!»
È tardi e abbiamo pochissimo tempo per comprare i vestiti. Ma Ally è un'esperta e riesce a trovare a tutte qualcosa di nostro gradimento, e di suo: se no "non è accettabile", come dice lei. Finite le compere andiamo in un vero e proprio ristorante, il paradiso di Isabelle in poche parole... Solo dopo qualche ora le ragazze smettono di guardarmi come se stessi per rompermi in mille pezzi. Hanno solo il loro solito sguardo premuroso. E io non avrei mai trovato né il tempo né le parole per ringraziarle per tutto quello che fanno per me.

La discoteca è grande, ma è comunque piena fino all'orlo. Ally, come ogni volta, ci trascina in pista, dove ballo e non penso ad altro. In quel momento, con le mie amiche, era come se ogni pensiero se ne fosse andato, lasciandomi respirare per qualche istante. Un barlume di speranza, è questo che vedo in questo momento. Balliamo e beviamo, e ricominciamo da capo. Isabelle in mezzo ci mette: mangiare.

La discoteca si è quasi svuotata, io non mi sento più le gambe e ho un mal di testa allucinante. Chiamiamo un taxi perché nessuna di noi è in grado di guidare al momento. Entriamo in macchina e Ally dice «Ho chiamato un taxi perché siamo ubriache e non possiamo guidare. RAGAZZE! Sto diventando matura!» noi ridiamo fino a farci venire il mal di pancia. Avrei dato la vita per queste tre ragazze, erano tutto ciò che mi rimaneva. Non sarei niente senza di loro e avendo la certezza che non se ne sarebbero mai andate la cosa mi andava più che bene. «Vi voglio bene ragazze, tanto...» gli dico prima di addormentarmi sotto il pesante sguardo critico del tassista.

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