Dopo circa un'ora, i poliziotti sono di ritorno con il padre di Cameron. Lui non tenta di liberarsi, cammina tranquillamente, come se niente fosse. Mi sorride e mi fa un cenno con la mano. Se lo si guarda bene, assomiglia molto a Cameron. Hanno gli stessi capelli biondi, entrambi alzano il sopracciglio destro quando sorridono e camminano allo stesso modo. Nel sorriso del signor Anderson però non c'è niente di buono o gentile. Anzi, è al quanto inquietante. I poliziotti lo scortano in un'altra stanza e io non riesco più a vederlo. «Ora potete tornare a casa, non c'è più alcun pericolo» ci dice uno dei poliziotti «E Cameron?» chiedo immediatamente «Dov'è? Quando lo farete uscire?» il poliziotto comincia a scuotere la testa «Non lo so, dovremo riesaminare il caso. Potrebbero volerci alcuni giorni» conclude l'uomo. Sapendo che non c'è nient'altro da fare, mi faccio riaccompagnare a casa dalle mie amiche.
Non riesco ad addormentarmi, non ci riesco da quando Cam è via. Mi girano mille pensieri per la testa. Mi sento in colpa per non aver creduto a Cam fin dall'inizio. E poi, come può un padre distruggere la famiglia che lui stesso ha creato in questo modo? Mio padre ha fatto senza dubbio molti errori ma non si azzarderebbe mai a mettermi le mani addosso, né a me né alla mamma. Un bravo papà dovrebbe proteggere la propria famiglia, forse in questo il mio ha fallito. Se devo essere sincera però, sono contenta di arrivare a casa e trovare Bethany sdraiata sul mio letto. Mi fa sentire meno sola. Magari è colpa mia se non sono felice. Perché io non ho un motivo per non esserlo. Ho delle amiche fantastiche e una famiglia, anche se un po' a pezzi, ma non tutti hanno la fortuna di poter dire lo stesso. Eppure mi sembrano più felici di me...
«Svegliati Amy» mi sussurra Bethany scuotendomi per il braccio «Dobbiamo andare a scuola» Mi alzo e cammino lentamente verso il bagno, e mi preparo come al solito. Faccio colazione insieme a Beth e mio padre. Dopo dieci minuti arriva Isabelle, che ci dà un passaggio fino a scuola.
«Amy, quello non è Cameron?» mi chiede la mia amica indicando un ragazzo appoggiato alla propria macchina «Si, è lui! Voi andate avanti, vi raggiungo» Mi dirigo in fretta verso Cam. Ha ancora un occhio leggermente blu e ha una benda al polso. Non sembra affatto contento di vedermi, mentre il mio primo istinto è quello di abbracciarlo. «Non ci posso credere!» dice scuotendo la testa «Pensavo di averti detto di starne fuori» aggiunge tenendo il broncio «Tu non ascolti mai quello che ti si dice?» chiede in tono brusco «Avresti potuto farti male» «Per fortuna sono così! Altrimenti tu non saresti qui» ribatto io. Sorride e mi attira a sé, avvolgendomi in un abbraccio «Stai bene?» io mi limito ad annuire e mi abbandono tra le sue braccia. Lui è molto più alto e grosso di me, perciò ho la sensazione che le sue mani mi ricoprano l'intera schiena, tenendomi al sicuro. Stacca l'abbraccio e mi prende il viso tra le mani, mi scosta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi sorride. Fa dei piccoli cerchi sulle mie guance con le sue dita e poi mi riavvolge tra le sue braccia. «Tu non hai voglia di andare a scuola, vero?» chiede dopo qualche istante «In realtà si, ho già pero troppe ore per colpa tua!» gli rispondo ridendo «Però dopo scuola possiamo fare quello che vuoi tu» aggiungo «So che può sembrare strano, ma mi aiuti a impacchettare le mie cose? Mi trasferisco» chiede sorridendomi «Oh, okay. Vai a vivere da tuo zio?» chiedo mentre ci incamminiamo verso la classe. Lui fa segno di non con la testa e quando vede la mia faccia dubbiosa si abbassa per sussurrarmi all'orecchio «Non esiste nessun zio. Scusa» lo spingo via «Sei incredibile!» dico scoppiando a ridere.
Le lezioni passano in fretta e a fine giornata saluto Lucy e Isabelle e vado nei parcheggi della scuola. Cam mi sta aspettando appoggiato come al solito alla sua macchina. «Dove ti trasferisci?» chiedo mentre Cameron mette in moto «Qui vicino» dice «E tua sorella?» chiedo a voce bassa, sapendo che questa domanda potrebbe metterlo di cattivo umore «Po' anche starsene lontana, non mi interessa. Non più» dice alzando un po' la voce «Okay, e perché ti trasferisci?» dico cambiando argomento per evitare una discussione «Non voglio stare in un posto dove è stato lui, mi fa abbastanza schifo» risponde stringendo le mani intorno al volante «E dove vuoi stare?» chiedo curiosa. Si gira verso di me e comincia a ridere «Vicino a te, Amanda» dice «Ma finiscila! Guarda la strada Cam»
Fuori da casa sua c'è una macchina più grande, che non ho mai visto prima qui «Dove hai preso questa macchina?» chiedo indicandola «L'ho comprata io!» dice sorridendo «Come?» insisto «Con i soldi che mia madre ha lasciato a me e a mia sorella» «Sei sicuro di volerti trasferire?» chiedo per l'ultima volta «sicurissimo!»
La casa è piena di scatoloni e la maggior parte dei scaffali sono vuoti. Per fortuna che si trasferisce solo qualche isolato più in là, perché ora non riesco a immaginarmi la mia vita senza di lui, senza Cameron Anderson. Perché per quanto lui sia stronzo, lunatico e insopportabile.... Alla fine credo di essermi veramente innamorata di lui. Ora non ho via di scampo, ho bisogno di lui. L'unica stanza che ha ancora un sacco di cose da impacchettare è quella di Cam. Sul suo comodino c'è una foto di lui da piccolo con altri bambini. Tiro fuori la foto dalla cornice e la guardo bene. Non è cambiato più di tanto, ha i lineamenti più scolpiti e gli zigomi più alti, ma gli occhi sono sempre gli stessi. «Posso prenderla?» chiedo a Cam, mostrandogli la fotografia «Se proprio ci tieni» Piego la foto in modo che si veda solo lui e la metto nel mio borsellino. Certo che ci tengo. Lo aiuto a impacchettare il resto delle cose e poi mi siedo sul divano e aspetto che carichi le cose in macchina. «Che fai, non mi aiuti?» mi chiede ridendo «No, non ora. Ti aiuterò a scaricare le cose!»
La nuova casa è ancora più bella, è su un solo piano e ha il soffitto alto. La camera di Cam è già dipinta di grigio e blu, e ci sono già i mobili dentro. «Allora, ti piace?» chiede abbracciandomi «È bellissima!»
Lo aiuto a scaricare le sue cose e poi torniamo a prendere quello che era rimasto nell'altra casa. Una volta finito tutto, ci sediamo sul bancone della cucina e apriamo una bottiglia di alcol. Senza sapere come, mi ritrovo a guardarlo e a sorridere. È davvero bello... chissà cosa pensa lui quando mi guarda «E ora?» chiedo. Lui si alza e si mette davanti a me. Stringo le mie gambe intorno alla sua vita, per assicurarmi che resta con me «Ora tu sei mia» dice e poi comincia a baciarmi.
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∞ You are my once upon a time ∞
RomanceQuesta è la storia di una ragazza alla quale, dopo aver perso la madre, rimangono soltanto le amiche. Il primo giorno di scuola Amanda incontra Cameron, che non si rivela essere un ragazzo facile da capire, ma tra i due nasce presto qualcosa di spec...