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─ PARTE QUARANTASEI.

Jeongguk afferrò il mento del ragazzo, fissando freddamente nei suoi occhi gonfi e marroni, "Non farmelo ripetere un'altra volta

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Jeongguk afferrò il mento del ragazzo, fissando freddamente nei suoi occhi gonfi e marroni, "Non farmelo ripetere un'altra volta."

"Ma non puoi ferire tuo padre, Ggukie. Non voleva-"

"Taehyung. Vattene."

L'argentato scosse disperatamente la testa con le lacrime che gli scorrevano per le guance.

Avrebbe voluto dirgli altro, ma fu interrotto da Namjoon. "Va tutto bene", mormorò. "Vai e porta Seokjin."

Jeongguk rilasciò uno sbuffo basso, facendo scattare i suoi occhi scuri e arrabbiati verso suo padre, guardandolo dall'alto verso il basso con disgusto nel suo sguardo.

"Non dire alla mia anima gemella cosa fare", ruggì e spinse il minore dietro il suo corpo. "Figliolo, ti prego, calmati. Possiamo parlare di tutto."

"Parlare? Non c'è niente di cui parlare", ringhiò Jeongguk e sentì il minore afferrare l'orlo della sua maglia, facendolo voltare. "Ggukie", sussurrò Taehyung.

L'uomo arrabbiato lo osservò, aspettando che gli parlasse. "Ti prego, non farlo. Andiamo... andiamo a casa, okay?"

"Credi davvero che lo lascerei andare, dopo che ti ha fatto del male? Deve sentire lo stesso dolore che hai provato tu. Deve soffrire!", il corvino sbottò e si concentrò su suo padre, i suoi occhi brillarono per la rabbia.

Namjoon cercò di restare calmo, guardando suo figlio, prima di lasciare vagare il suo sguardo sul ragazzo dietro di lui. "Chiama Seokjin", disse di nuovo, ma cadde improvvisamente sulle sue ginocchia quando il dolore si arrampicò nelle sue vene.

"Ho detto, non dire alla mia anima gemella cosa fare!", il principe ruggì e compì grandi passi in avanti, fermandosi di fronte a suo padre.

"No, Ggukie, non-!", urlò Taehyung, ma si fermò, quando Namjoon scosse la testa nella sua direzione e annuì verso l'entrata. "Seokjin", mimò con le labbra e il minore deglutì con fatica, prima di correre fuori, lasciando i due uomini da soli.

Il re inclinò la testa da un lato, alzandosi in piedi lentamente e ignorando il dolore che bruciava dentro di lui.

"Sono il re. Devi fare di più per uccidermi, figlio", disse e Jeongguk lo guardò, osservò il muro più vicino prima che un ghigno malefico gli si formasse sulle labbra.

"Giusto, come potrei dimenticarlo? L'onnipotente re di Cerere, Kim Namjoon", si prese gioco di lui, camminando lentamente intorno suo padre, il quale continuò a guardare di fronte a lui, ignaro di come il ragazzo aveva afferrato una spada che era appesa contro il muro.

"Pensi ancora di essere più forte di me, non è così?"

Il più anziano non rispose, ma nella sua testa stava facendo un monologo intero su quanto potere in più dovesse ancora avere, essendo il re. Non riusciva ancora a credere che suo figlio avrebbe potuto sconfiggerlo.

Namjoon si arrestò quando sentì la punta affilata di una spada premuta contro la sua schiena.

"Jeongguk-"

"Chiudi il becco", ringhiò. "Osi definirti mio padre, ferisci la mia anima gemella e lo comandi persino a bacchetta. Perché dovrei lasciarti vivere, quando rappresenti un pericolo per l'amore della mia vita, mh?"

Con movimenti veloci, il re si voltò e afferrò la spada, gettandola via.

Prese duramente il braccio del più giovane. "Non parlarmi in quel modo e calmati. Mostra un po' di rispetto", comandò, il che finì solo con suo figlio che sbuffò alle sue direzioni. "Ho già fottutamente perso tutto il rispetto che avevo per te. Chi ferisce l'anima gemella del suo stesso figlio? Chi?", ringhiò Jeongguk, liberandosi dalla presa dell'uomo.

"Ho dovuto farlo, così da farti uscire dalla trance in cui ti trovavi! Non c'è altra ragione per cui avrei potuto fare del male a Taehyung."

Gli occhi del principe brillarono di un blu ancora più intenso e diede un pugno diretto sulla faccia di suo padre, guardandolo mentre si schiantava contro il muro dietro di lui a causa della forza che Jeongguk aveva usato. Dopotutto era del rango blu e non era debole.

"Bugie!", ruggì, facendo un passo in avanti, mentre Namjoon si rialzò ancora, portando la mano ad asciugare il sangue blu che gli usciva dal naso.

Si fece scappare una risata incredula. "Hai osato picchiare tuo padre? Il tuo re?"

"E cosa vorresti fare? Rinchiudermi in una cella? Il tuo stesso figlio?"

Anche gli occhi di Namjoon iniziarono a brillare, la sua postura si fece più intimidatoria. "Non ti chiuderei mai in una cella", disse con voce dura. "Ma questo non significa che ti permetterò di mancarmi di rispetto in questo modo."

Il corvino si fece scappare una risatina bassa. "Allora continua, papà. Vediamo se sei così potente come dici di essere."

Il re lo guardò attraverso i suoi occhi azzurri penetranti e luminosi. "Oh, allora combattiamo", rispose a denti stretti.

Il ghigno di Jeongguk crebbe ancora di più, guardando l'altro mentre gli si avvicinava maggiormente, ovviamente pronto a combattere.

Poté sentire come l'uomo cercò di infliggergli dolore e non poté evitare di ridere rumorosamente. "Non sembra funzionare, huh?", ghignò e afferrò suo padre per il collo, spingendolo a terra.

"Jeongguk", quasi non soffocò Namjoon, cercando disperatamente di respirare. "Quello è il mio nome. Almeno sai qualcosa di me."

"Ggukie!", l'urlo improvviso della sua anima gemella gli fece scattare la testa verso l'entrata, la presa su suo padre si allentò, il quale usò la sua chance per spingere suo figlio, facendolo sbattere contro il muro con della rabbia evidente nei suoi occhi.

"Fermatevi! Tutti e due!", scattò Seokjin, correndo nella sala di addestramento, cercando di allontanare suo marito dal suo figliastro.

Taehyung stava osservando con occhi spalancati lo scenario di fronte i suoi occhi, il suo sguardo vagò dalla spada ai muri danneggiati.

Entrò nella sala, deglutendo, una volta che la potente forza dei due uomini dal rango blu si scontrò contro il suo corpo delicato.

Il ragazzo guardò terrificato come Namjoon stava spingendo via Seokjin rudemente, sembrando così perso con la sua mentalità arrabbiata.

"Seokjin", mormorò, aiutandolo ad alzarsi in piedi e sentendolo sospirare. "Sarà più difficile di quello che avevamo pensato. Ora sono entrambi arrabbiati."

"Tu non dovresti... essere fuori controllo?"

Seokjin annuì. "Lo posso sentire, ma non è così forte come credevo", rispose e il ragazzo mugolò, guardando di nuovo il suo ragazzo.

"Cosa dovremmo fare?", mormorò nervosamente, quando vide Jeongguk spingere suo padre, "Dobbiamo calmarli, prima che si uccidano a vicenda."

L'argentato guardò brevemente l'altro. "E come vorresti farlo senza rimanerci secco?"

"Non ne ho idea."

cosmic dust | taekook [traduzione italiana] ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora