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─ PARTE QUARANTOTTO.

L'argentato fece sedere Jeongguk sul loro letto prima di correre dentro il bagno per prendere il kit di pronto soccorso

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L'argentato fece sedere Jeongguk sul loro letto prima di correre dentro il bagno per prendere il kit di pronto soccorso.

La sua mente era piena di panico all'immagine del suo ragazzo ferito e non poté evitare alle lacrime di continuare a scivolare lungo le sue guance.

Gli scappò un piccolo singhiozzo, mentre si sedette accanto a Jeongguk, il quale non aveva ancora detto niente.

"Puoi... toglierti la maglia?", chiese, ricordi del momento in cui si incontrarono per la prima volta gli viaggiarono per la testa mentre aveva detto la stessa identica cosa a Jeongguk.

Il maggiore cercò di sollevare la maglia, ma finì col rilasciare un grugnito al dolore che gli pulsava nel braccio e le mani.

"Va tutto bene. Ti aiuto io", Taehyung disse dolcemente e afferrò l'orlo della sua maglia, tirandola sopra la sua testa con attenzione. "Ecco qua", mormorò.

Afferrò un asciugamano e tamponò le ferite, pulendo via il sangue.

Un piccolo sorriso si formò sulle sue labbra quando Jeongguk appoggiò la mano sulla sua coscia, il suo sangue sporcò i suoi pantaloni, ma a nessuno dei due importava. "Come ti senti?", sussurrò Taehyung e l'altro scrollò le spalle debolmente, lasciando andare un piccolo sibilo, quando l'asciugamano toccò il taglio profondo sul suo braccio. "Non lo so. Non so nemmeno che cazzo pensare ora."

"Namjoon non voleva farmi del male, Ggukie. Dovevamo farlo per tirarti fuori dalla trance in cui eri intrappolato", spiegò Taehyung, la sua anima gemella lo guardò intensamente. "E sono anche sicuro che non avrebbe voluto ferirti. Sei suo figlio, ti vuole bene."

"Non sembra."

L'argentato aggrottò la fronte, mentre avvolse la benda attorno al braccio ferito dell'uomo. "Non dire così."

Jeongguk sbuffò. "È vero. Seokjin è stato più un padre per te del mio vero padre. Era sempre lui che si importava di me."

"Anche Namjoon tiene molto a te, Ggukie. Così tanto. Forse lui non sa solo come dimostrartelo", rispose e curò le ferite sulle mani di Jeongguk.

"Non mi ascolta mai. Sembra davvero che non gli importi."

Taehyung sospirò e si alzò, mettendo via il kit di pronto soccorso e prendendo un'altra maglia per il suo ragazzo.

"Gli importa, credimi", rispose il ragazzo e si mise di fronte a Jeongguk. "Dimmi se ti fa male", disse e sollevò lentamente il braccio dell'uomo, facendogli chiudere gli occhi, mentre esalava un respiro profondo.

Il ragazzo lo aiutò attentamente a mettersi la maglia. "Dovresti riposare, Ggukie", sussurrò.

Un mugolio lasciò le labbra di Jeongguk e si sdraiò, "Vieni qui", mormorò, fissando la sua anima gemella, la quale si arrampicò sul letto.

Taehyung sorrise graziosamente, avvicinandosi al suo ragazzo, restando attento nel non toccargli il braccio. "Ggukie?"

"Mh?", chiese e lasciò che una delle sue mani fasciate pettinassero i capelli argentati.

"Ti amo."

"Ti amo anch'io, piccolo", rispose Jeongguk, sollevando il mento del ragazzo e incastrando gli occhi nei suoi.

Sorrise dolcemente e scosse la testa alle lacrime sul volto di Taehyung, asciugandole con il suo pollice. "Non piangere mai a causa mia", disse.

"Come potrei?", Taehyung tirò su con il naso. "Tu-"

Jeongguk lo interruppe, premendo le labbra contro quelle di Taehyung, sentendolo sospirare confortato.

Spinse lentamente la sua lingua contro il labbro inferiore del ragazzo, al quale assecondò all'istante, lasciando che il principe esplorasse le sue mura.

Il formicolio prese il sopravvento sui loro corpi e Taehyung premette maggiormente la sua figura contro quella della sua anima gemella, mentre lasciò che una delle sue mani vagasse tra i suoi capelli corvini, l'altra stringeva il braccio che non era ferito.

Jeongguk grugnì al sapore dolce dell'argentato, ma si allontanò a causa della mancanza di ossigeno.

"Non piangere", disse ancora, con un sorriso sulle sue labbra.

Il minore si imbronciò, "Mi sembra come se avessi pianto tutto il giorno."

"Mi dispiace."

Taehyung inclinò la testa da un lato, "Perché ti stai scusando? Niente di ciò che è successo è stata colpa tua."

"Invece sì. Ho perso il controllo, piccolo", mormorò. "Ho combattuto contro mio padre, l'ho... l'ho quasi ucciso", sussurrò Jeongguk e sembrò come se la realizzazione di ciò lo avesse appena colpito, le lacrime iniziarono a formarsi nei suoi occhi.

"No, no, no. Mi hai appena detto di non piangere, Ggukie. Neanche tu hai il permesso di farlo."

L'altro si fece scappare una debole risata, avrebbe voluto asciugarsi le lacrime, ma Taehyung fu più veloce e le baciò una per una.

"Non hai potuto controllarti. Quest'intera faccenda di "salviamo l'anima gemella" è stata più intensa di quanto avessimo pensato e non sapevi più cosa stavi facendo. Anche Namjoon lo sa, okay? Non sarà arrabbiato con te, né deluso... "

"Non cambia il fatto che avrei potuto uccidere mio padre", sussurrò e Taehyung baciò la sua fronte. "Lo so. Ma smettila di dirti che è colpa tua, perché non è così."

Jeongguk annuì debolmente, mugolando confortato, quando la sua anima gemella fece scorrere una mano tra i capelli.

Chiuse gli occhi, il suo corpo iniziò ad essere stanco dalla quantità di potere e di forza che aveva usato.

Il maggiore sorrise dolcemente, sentendo Taehyung tirare la coperta sopra il suo corpo e assicurarsi che Jeongguk non mettesse troppa pressione sul suo braccio o le sue mani dal modo in cui si era sdraiato.

"Buonanotte, Ggukie", sussurrò, baciando la sua guancia e spegnendo le luci, prima di rannicchiarsi più vicino a lui.

cosmic dust | taekook [traduzione italiana] ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora