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— PARTE CINQUANTASETTE.

"Perché non si sta svegliando?"

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"Perché non si sta svegliando?"

Una voce. La sua voce.

"Non ci metterà tanto, Jeongguk. Non ti preoccupare."

Seokjin.

"Hai detto la stessa cosa due ore fa!"

"Calmati, non ti stancare. Il suo corpo ha bisogno di riposarsi, proprio come i suoi poteri. Potrebbe metterci un po'."

Taehyung poteva sentirli, ma non era in grado di aprire gli occhi. Sentiva come se stesse venendo premuto contro il morbido materasso, la pressione si aggiungeva sulla sua figura delicata.

"Wheein avrebbe dovuto notarlo, quando era andato fuori controllo! L'ho detto a papà molte volte che non mi fido di lei quando si tratta della mia anima gemella!"

L'uomo dal rango viola rilasciò un sospiro. "Non dare di nuovo la colpa a Joon. Non vogliamo che gli eventi scorsi si ripetano, no?"

"Be', lui-"

"Jeongguk", lo riprese Seokjin severamente e il minore sbuffò, sedendosi di nuovo accanto al ragazzo inconscio, afferrandogli la mano e accarezzandogli il palmo con il pollice. "Me ne andrò ora. Chiamami non appena si sveglia."

Il principe guardò il suo patrigno uscire dalla stanza e riprese a dare attenzione al suo ragazzo.

"Dio, ora so come ti sei sentito quando mi trovavo io in quella specie di trance. Mi sento una merda senza di te", mormorò, rilasciando una risata sarcastica. "Perché ti sto mettendo in pericolo in questo modo? Che razza di anima gemella sono?"

Taehyung avrebbe tanto voluto roteare gli occhi al cielo in quel momento, ma non poteva. Era costretto a restare sdraiato e ad ascoltare le parole di Jeongguk.

"Non posso lasciartelo fare."

L'argentato era confuso. Di cosa diamine stava parlando?

"Cazzo", Jeongguk sospirò, facendo correre una mano tra i suoi capelli corvini. "Devo trovare un modo per fermare tutto. Minho non può attaccarci. Non puoi affaticarti in questo modo. Io devo... devo solo trovare un modo per fermare tutto."

Taehyung non aveva mai voluto schiaffeggiare qualcuno così tanto.

"Mi dispiace."

Perché si stava scusando? Il minore provò a stringere la mano dell'uomo nella sua, aprire gli occhi, muovere un braccio... qualsiasi cosa.

Ma non ci riuscì.

"Cazzo, mi sento stupido. Ti prometto, piccolo, che non dovrai fare mai più una cosa simile. Troverò un modo per fermare Minho. Non oserebbe mai farmi qualcosa... lo so."

Il silenzio aleggiò nella stanza e Taehyung usò tutta la sua forza che gli era rimasta per muovere le dita. È stata dura, ma riuscì a farcela.

Gli occhi di Jeongguk si spalancarono quando sentì i movimenti del più piccolo, e rilasciò una risata di sollievo. "Oh grazie a Dio", respirò, stringendo la presa intorno la mano del ragazzo e portandola alle sue labbra per poterne baciare la pelle. "Quindi riesci a sentirmi, mh?"

Mosse l'altra mano e spostò un paio delle sue ciocche argentate dagli occhi chiusi del ragazzo, lasciandola vagare sulla sua guancia per accarezzarla.

"Svegliati, ti prego", mormorò Jeongguk, sentendo Taehyung stringere la sua mano debolmente.

"Sembra che tu stia provando a fare proprio quello", ridacchiò leggermente, baciandogli la fronte e allontanandosi, guardando attentamente il minore.

Taehyung poté sentire sempre più forza ritornare nel suo corpo, la pressione che forzava il suo corpo svanì lentamente, fino a quando non riuscì ad aprire gli occhi.

Si accigliò ripetutamente, l'improvvisa luce brillante gli fece chiudere gli occhi per un secondo.

"Hey, piccolo."

L'argentato voltò la testa verso il suo ragazzo con un debole sorriso sulle sue labbra. "Ciao."

"Come ti senti?", chiese Jeongguk con occhi preoccupati e l'altro scrollò le spalle. "Esausto."

Un mugolio lasciò il principe. "Devo chiamare Seokjin, voleva controllarti non appena ti saresti svegliato", disse e Taehyung scosse la testa. "No, aspetta."

Jeongguk sollevò le sopracciglia. "Cosa c'è?"

"Non farai niente riguardo questa faccenda. Non cercherai di parlare con Minho, e non cercherai di farmi smettere di allenarmi. Posso farcela, l'hai detto anche tu, devo solo imparare come controllarlo", esclamò.

"Piccolo-"

"Ggukie, no. Fidati di me. So che posso farlo... e non voglio che ti metta in pericolo, solo perché vuoi fermare un re dall'attaccarci. È stupido", Taehyung sbuffò e roteò gli occhi al cielo.

"Avrei vinto contro mio padre, cosa ti fa pensare che non potrei vincere contro Minho?", chiese il maggiore. "Perché può possedere il fuoco. Eri l'unico a saperlo, come puoi dimenticarlo?"

Jeongguk sospirò e strofinò il ponte del naso. "Non lo so, okay? Ci sono così tante cose che mi passano per la testa e... lascia stare", mormorò, appoggiando la testa contro il materasso e sentì la sua anima gemella pettinargli i capelli corvini – qualcosa che sembrava sempre tranquillizzarlo.

"A cosa stai pensando?"

"A Minho. Mio padre. Mia madre. A te. L'addestramento. La guerra. Tutto", rispose Jeongguk a bassa voce e Taehyung mugolò. "Non devi preoccuparti così tanto. Possiamo vincere questa guerra, okay? Sempre se ci sarà una guerra alla fine."

"Lo so. Abbiamo te e la tua capacità di possedere l'acqua, ma non posso sopportare di vederti così. Sdraiato sul letto, pallido e privo di sensi... sembravi morto", sussurrò. "E la cosa peggiore è che so che accadrà ancora. Se ti lascerò allenare i tuoi poteri un'altra volta, ti sovraccaricherai ogni volta. Sto solo cercando di proteggerti."

"Sì, ma non devi farlo", rispose Taehyung e l'altro sollevò la testa, osservando i suoi occhi marroni. "Sono in grado di proteggermi da solo. Nessuno deve farlo per me, Ggukie. E tu non puoi decidere se posso continuare con l'addestramento o meno. È la mia decisione, non la tua. So che sei preoccupato e lo capisco, ma prometto che starò attento."

Jeongguk non rispose, osservò solo il ragazzo con uno sguardo affettuoso.

"Ti amo, Ggukie. E ho bisogno che ti fidi di me."

"Okay, mi fido di te, piccolo. Ma se dovesse accadere un'altra volta, smetterai di allenarti", disse l'uomo severamente e Taehyung annuì. "Certo."

Era una menzogna.

cosmic dust | taekook [traduzione italiana] ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora