– PARTE SETTANTATRE'.
Jeongguk guardò la corona nelle sue mani, le sue dita ne strofinarono delicatamente i diamanti.
L'aria fredda gli trafisse il corpo, mentre guardava il vuoto – sostando fermo sul suo balcone.
Taehyung stava già dormendo, rannicchiato nelle coperte calde del loro letto, la sua corona era invece appoggiata sul suo comodino.
Il nuovo re sorrise debolmente quando la realizzazione lo colpì.
Da quel momento in poi sarà responsabile dell'intero pianeta, doveva assicurarsi che non ci fossero altre guerre e doveva proteggere la sicurezza di tutti i suoi cittadini.
E non aveva ancora compiuto venti anni. Era molto da assimilare, lo sapeva, ma suo padre aveva fiducia in lui e Jeongguk non voleva deluderlo.
Sollevò il capo verso il cielo scuro della notte, osservando le stelle. "Spero che tu sia fiero di me, mamma", sussurrò con un piccolo sorriso sulle labbra. "E spero che non ti sia arrabbiata con me per la morte di Minho... non volevo che accadesse", continuò. "Ma cosa avrei dovuto fare? Fermare papà dall'ucciderlo, o cercare di aiutare la mia anima gemella?", chiese, sentendo solamente una brezza fredda contro la sua pelle. "Sceglierei sempre Taehyung", mormorò.
Si fece silenzioso dopo il suo discorso e ritornò a guardare la corona nelle sue mani, i suoi capelli corvini ricadevano disordinatamente sui suoi occhi – il vestito reale che stava indossando gli si era attaccato alla pelle e gli stava scomodo.
"Vorrei che tu fossi qui con me ora", sussurrò e rilasciò una risata bassa e sarcastica. "Cosa sto facendo? Non accadrà, non puoi nemmeno sentirmi", sbuffò, negando con la testa.
Rimise la corona sul suo capo, le mani erano aggrappate alla ringhiera del balcone mentre osservava il nulla con occhi scuri.
Passarono minuti in cui non fece nulla, fino a quando non ritornò nella sua camera, chiudendosi la porta del balcone alle spalle e togliendosi quel completo scomodo, rimpiazzandolo con una semplice maglia e un paio di pantaloncini.
Si diresse verso il letto, appoggiando la corona sul comodino, e si sdraiò sul soffice materasso.
Taehyung si avvicinò a lui involontariamente, premendo il suo corpo contro quello di Jeongguk, il quale sorrise un po' e sollevò le coperte sopra i loro corpi, addormentandosi poco dopo.
—
Taehyung si svegliò nel bel mezzo della notte, il suo petto si alzò e abbassò pesantemente mentre si guardò intorno nella stanza buia. Il suo sguardo finì verso l'altra parte del letto; Jeongguk stava dormendo pacificamente accanto a lui.
Si strofinò gli occhi per qualche secondo e appoggiò i piedi sul pavimento freddo, rabbrividendo.
Il ragazzo si alzò, dirigendosi verso il bagno e osservando il suo riflesso nello specchio con occhi stanchi.
Dopo aver aperto il rubinetto del lavandino, si lavò la faccia, cercando di svegliarsi un po'.
Più osservava il suo riflesso e più avvertiva la sua testa vorticare per i pensieri. Alzò una mani per riordinare i suoi capelli corvini.
Taehyung sospirò, delle gocce d'acqua cadevano dal suo volto.
Si chinò per afferrare un asciugamano e si strofinò il viso con esso, prima di guardare davanti a sé – i suoi occhi si spalancarono. La figura di sua madre era visibile nello specchio.
Il ragazzo guardò velocemente dietro di sé – nulla.
"Tae", la sua voce melodica lo chiamò e lui deglutì, indietreggiando. "Non sei reale. Sto solo... avendo le allucinazioni", mormorò, dandosi un pizzicotto sul braccio, ma non accadde niente. Lei non era scomparsa. No, lo stava osservando con un piccolo sorriso sul volto.
"Sono reale, tesoro", disse lei. "Intendo... più o meno", rise la donna e Taehyung scosse la testa con occhi lucidi e il respiro pesante. "No", sussurrò lui, tirandosi i capelli.
"Non ho molto tempo", disse sua madre, "Ma voglio che tu sappia che i tuoi poteri non sono scomparsi. Puoi riaverli, Tae."
Il ragazzo si paralizzò. "Cosa?", esalò.
"So che è molto da digerire per te, ma ho saputo dall'inizio chi fosse quel ragazzo nella tua stanza, quando ti dissi che stavo per partire per un viaggio di lavoro", sorrise. "E ho visto quanto fossi potente, tesoro. Mi hai resa così fiera di te."
Taehyung tirò su col naso. "Mamma, cosa... cosa sta succedendo?", chiese – era convinto che fosse impazzito, mentre parlava con sua madre attraverso uno specchio.
Lei rise leggermente, il suono così familiare fece sorridere Taehyung.
"Non posso dirtelo, caro, ma tu sei destinato a fare così tante cose in futuro", gli disse sua madre, "Sei potente. Molto, molto potente. Devi solo sentirlo, sentire il potere dentro di te. Non è andato via – è parte di te, caro. Non potrà mai scomparire completamente."
"Ma... come?"
La donna scrollò le spalle. "È compito tuo scoprirlo", rispose con un caldo sorriso. "Ma sappi solamente che sono tanto fiera di te", disse. "Mi manchi tesoro."
Taehyung roteò gli occhi al cielo, cercando di non far scendere le lacrime dai suoi occhi. "Anche tu mi manchi, mamma. Molto. C'è... c'è un modo per poter venire da te? O per farti venire su Cerere?"
"Ce n'è uno, ma-"
"Qual è?", chiese emozionato.
Sua madre sospirò. "Potrei farti ritornare sulla Terra, ma non ci sarebbe alcuna possibilità di ritornare su Cerere poi", rispose. "E so che sei felice lì."
Il ragazzo deglutì e annuì. "Sì, è così", sussurrò. "Quindi non puoi venire su Cerere?"
"Sfortunatamente no. Perché credi che i genitori di Jeongguk non mi abbiano più menzionata? Sanno che non c'è altro modo per rispedirti sul pianeta. E la tua anima gemella non lo permetterebbe mai", ridacchiò debolmente.
Taehyung mugolò. "Mi manchi davvero, mamma", mormorò e la vide sorridere alle sue parole. "Tu mi manchi di più."
"Come stanno i miei amici? Papà?"
"Sappiamo entrambi che quell'uomo non è tuo padre, tesoro", sospirò sua madre. "Ma i tuoi amici vengono a casa tutti i giorni, sperando che tu sia ritornato. Non è stato molto intelligente dirgli che ti stavi trasferendo, quando sapevi che avremmo continuato a vivere qui."
Lui ridacchiò. "Lo so, ma... è la prima cosa che mi è venuta in mente."
"Non importa, Tae", disse sua madre. "Sono solo grata che tu stia bene", si voltò alle sue spalle per qualche secondo. "Ora devo andare. E ricorda, puoi far ritornare i tuoi poteri. Ti voglio bene, tesoro. Stai attento."
Taehyung tirò su col naso e annuì. "Anch'io ti voglio bene, mamma."
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cosmic dust | taekook [traduzione italiana] ✓
Fanfiction𝓐𝓤 | dove Kim Taehyung è ossessionato dallo spazio e dai suoi pianeti. E se incontrasse un uomo ferito, che non sembra essere della Terra? questa è solo una traduzione! i crediti della storia originale appartengono a ➛ @JJKMONO che mi ha gentilme...