☞︎COMPLETA☜︎
⚠︎︎Storia riservata ad un pubblico adulto⚠︎︎
Una vita vissuta a metà.
La tristezza strozzata nel fumo di una sigaretta.
E un'opportunità che sembra essere una via d'uscita.
O forse è solo l'ennesima fregatura?
Damian Turner è l'uomo...
Il segreto della felicità non è di far sempre ciò che si vuole, ma di voler sempre ciò che si fa. -Lev Tolstoj
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Dopo aver cliccato sul tasto blu, che recitava la scritta: conferma prenotazione, Damian chiuse il portatile e si massaggiò le tempie.
Il bicchiere d'asporto era ancora pieno di quel tè fumante e il toast al formaggio ancora intatto dentro quella busta di carta. Il suo stomaco si era chiuso dal momento in cui aveva finito di parlare al telefono con sua moglie.
Guardò quel cibo, riuscendo solo ad avvertire un forte senso di nausea. Dopo quella chiamata, aveva subito aperto il suo computer, prenotando un biglietto aereo per Londra. Alla fine era stato costretto ad accettare quell'invito di compleanno, perché il padre di Adelaide aveva provveduto a chiamare il rettore di Harvard, facendogli conquistare, senza alcun problema, quel permesso di cinque giorni.
Era esattamente questo che gli aveva detto, quella sera di qualche giorno prima, quando aveva fatto squillare il suo cellulare, riportandolo alla realtà e impedendogli di compiere un passo che gli avrebbe fatto oltrepassare il confine delle sue certezze.
Damian non avrebbe voluto assentarsi, ma, così come negli altri ambiti della sua vita, non aveva avuto scelta, perché la famiglia di sua moglie aveva deciso per lui.
Aveva appena iniziato quel suo nuovo lavoro, non gli andava di prendersi già una vacanza, di lasciare quegli alunni con i quali stava iniziando a stringere un bel rapporto. E poi, ad essere sincero con se stesso, non aveva alcuna voglia di tornare a casa.
Inevitabilmente, si chiese se le cose sarebbero andate sempre così. Se anche trovandosi dall'altra parte dell'oceano sua moglie sarebbe riuscita comunque a controllare la sua vita. E l'unica risposta che il suo cervello gli suggeriva, era positiva.
E allora si trovava a domandarsi che senso aveva avuto trasferirsi lì. Che senso aveva avuto abbandonare la sua cattedra ad Oxford e la sua amata Londra, con la speranza di cercare una nuova via, una via d'uscita, se tanto quella fede al dito non gli lasciava alcuna libera scelta.
La solitudine di quell'aula e i suoi opprimenti pensieri vennero interrotti da alcune voci, seguite da risate divertite. In pochi secondi le porte furono aperte e fecero il loro ingresso tre persone.
«Buongiorno, Professore!» esclamò una sua studentessa. Damian si stava sforzando per ricordare il suo nome, mentre le osservava il volto dai lineamenti dolci, gli occhi marroni e le folte sopracciglia.
«Ci scusi, siamo un po' in anticipo, ma il Professor Kaplan voleva vedere com'era venuta la ristrutturazione di quest'aula» l'uomo spostò lo sguardo verso quella seconda voce, riconoscendo immediatamente la ragazza dai capelli a caschetto.
Era la prima volta che vedeva Ember dopo quella sera passata in camera sua. C'era stato quel lungo weekend di mezzo, in cui lui aveva sfruttato la sua solitudine per organizzare le prossime lezioni e comprare qualche arredo più personale per l'appartamento. E soprattutto per tenersi impegnato, evitando di pensare alle sensazioni che aveva provato quando era con lei.