☞︎COMPLETA☜︎
⚠︎︎Storia riservata ad un pubblico adulto⚠︎︎
Una vita vissuta a metà.
La tristezza strozzata nel fumo di una sigaretta.
E un'opportunità che sembra essere una via d'uscita.
O forse è solo l'ennesima fregatura?
Damian Turner è l'uomo...
Dobbiamo partire? Restare? Resta se puoi; Parti se occorre. -Charles Baudelaire
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La stava osservando da qualche minuto, aveva sempre tenuto lo sguardo fisso sull'edificio davanti a lei, senza muoversi. Sembrava indecisa sul da farsi, come se stesse riflettendo su un qualcosa di estremamente importante, che avrebbe potuto cambiare la sua vita da un momento all'altro.
Kaden rimase dietro la ragazza per ancora alcuni secondi, provando anche lui a capire come comportarsi. Alla fine decise di avvicinarsi. «Cosa fai?» le chiese, affiancandola.
«Rifletto» ammise, continuando a tenere lo sguardo fisso davanti a sé.
«Su cosa?» indagò ancora, togliendosi un riccio ribelle che gli era finito sulla fronte.
«Credi che ti mancherà questo posto?» rispose con un'altra domanda.
«Beh, è casa mia praticamente» sottolineò quello che già era ovvio. Per iniziare l'università non aveva dovuto allontanarsi, abitando a pochi chilometri da Harvard. Il suo dottorato sarebbe stato la prima volta in cui avrebbe dovuto cambiare per davvero ambiente e adattarsi a nuove abitudini. Era eccitato difronte a quelle svolte che la sua vita avrebbe preso e allo stesso tempo avvertiva un po' di malinconia per quello che si sarebbe lasciato alle spalle. «A te?» chiese.
Ember fece spallucce. «Stavo cercando di capirlo» dopo quelle parole si voltò di scatto verso di lui, cambiando completamente espressione. «Andiamo?» domandò, sorridendogli.
Era abituato ai suoi cambi d'umore, ma quel giorno sembrava decisamente più strana del solito. «Dove?» la guardò confuso.
«Non lo so. Basta che sia lontano da questi edifici» rispose, afferrandogli il polso e iniziando a camminare, trascinandoselo dietro.
Chiaramente c'era qualcosa che la turbava, non sapeva con certezza cosa fosse, ma aveva alcune ipotesi che gli stuzzicavano la mente.
La verità era che Ember stava faticando ad accettare quel cambiamento nella sua vita. Più di quanto si sarebbe aspettata. Per la prima volta non desiderava scappare e allontanarsi da un posto, per cambiare aria. Eppure, era costretta a farlo. Ecco perché, guardare quegli edifici universitari le provocava una strana rabbia.
La domanda di Kaden, non aiutò il suo stato d'animo. «Fino a quando ti lasciano la stanza nei dormitori?»
Ember gli lanciò una veloce occhiata. «Fine giugno» quasi sussurrò. C'erano tante cose in ballo e tante altre ancora da organizzare.
Il ragazzo fermò i suoi passi, costringendo anche lei a farlo bruscamente. «Pensavo, se la prossima settimana iniziassimo ad andare a dare un'occhiata agli appartamenti?» le chiese.
«A New York?» domandò di rimando. Kaden annuì. Forse era presto muoversi con un anno di anticipo, per cercare la casa in cui sarebbero andati a vivere dopo il dottorato, ma il ragazzo sapeva che Ember aveva bisogno di sapere che qualcuno c'era accanto a lei.