☞︎COMPLETA☜︎
⚠︎︎Storia riservata ad un pubblico adulto⚠︎︎
Una vita vissuta a metà.
La tristezza strozzata nel fumo di una sigaretta.
E un'opportunità che sembra essere una via d'uscita.
O forse è solo l'ennesima fregatura?
Damian Turner è l'uomo...
Fate attenzione alla tristezza. È un vizio. -Gustave Flaubert
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Non ricordava precisamente il momento in cui ogni cosa aveva iniziato a sgretolarsi tra le sue mani. Come ogni volta in cui era capitato nella sua vita, tutto le sembrava solo una confusa successione di ricordi, molti dei quali nemmeno era in grado di riconoscerli come reali o meno.
Fino ad allora, tre erano state le volte in cui si era resa conto che ormai ogni cosa stava iniziando a scivolare via e lei non avrebbe più potuto fare nulla, se non restare a guardare il modo con il quale la sua vita si annullava, tornando ad un punto di partenza e costringendola a ricominciare tutto. Come in un videogioco al quale, però, lei non voleva giocare affatto.
La prima volta in cui si era resa per davvero conto che ai suoi genitori non fregava niente di lei. Il giorno in cui non si erano presentati a scuola per la giornata delle professioni e l'avevano sgridata per essersi permessa di farglielo notare. Quella notte, mentre se ne stava seduta alla scrivania, a studiare e le lacrime bagnavano le pagine del libro di grammatica, aveva rivissuto ogni momento di indifferenza da parte loro sotto una luce diversa. Una luce che illuminava la verità che non giustificava più il troppo lavoro, ma che le faceva capire che non erano minimamente interessati a lei.
E poi, anni dopo, era successo di nuovo, alla festa per il diploma a casa della sua amica Camille Rodriguez. Quando, in mezzo a quella villa gremita di persone, aveva realizzato che da dopo quell'estate non avrebbe più rivisto nessuno di loro e si era improvvisamente sentita sola. Sola come non si era mai sentita prima, perché la consapevolezza che non avrebbe più dovuto o potuto frequentarli, l'aveva messa davanti alla verità che lei, alla fine, era sempre stata sola. Quelli non erano mai stati suoi amici per davvero, stavano con lei per convenienza e lei se lo faceva andare bene perché era sempre stato più semplice così.
Era stato il secondo episodio, dove si era resa conto che avrebbe dovuto ricominciare, ancora, tutto da capo, all'università.
E infine, c'era stato quel giorno. Quello che era iniziato come un tranquillo giorno di metà marzo.
Damian era tornato dall'Inghilterra da due settimane ormai e non aveva mai voluto parlarle di come fosse andata. La sera in cui era arrivato a casa sua, Ember lo stava aspettando già dentro il suo appartamento e sin dal momento in cui era entrato, non aveva voluto dire una parola, stendendosi sul divano e poggiando la testa sulle sue gambe. Erano rimasti così per ore, mentre lei gli accarezzava i capelli e si chiedeva perché le nocche della sua mano destra fossero livide.
Gli aveva dato il suo spazio e il giorno dopo aveva provato a chiedergli come fosse andato il matrimonio, ma lui aveva tagliato corto con un: "Bene" per poi cambiare discorso. Gli aveva domandato cosa si fosse fatto alla mano, ma lui aveva mentito, dicendo di aver sbattuto mentre portava la valigia giù dalle scale.
E davanti a quei comportamenti, lei aveva semplicemente smesso di chiedere, ignorando completamente quella situazione. Fino a che, piano piano, entrambi iniziarono a fare finta che quel viaggio in Inghilterra non fosse mai avvenuto.