Capitolo 28 - Come Ragazzini

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Non lo disse ad alta voce
perché sapeva che a dirle,
le cose belle non succedono.
-Ernest Hemingway

Ci sono giorni in cui, dal momento in cui apri gli occhi, sai che andranno male

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Ci sono giorni in cui, dal momento in cui apri gli occhi, sai che andranno male. Lo percepisci, è un sesto senso che ti fa vibrare i nervi, ti scuote la mente. Come se nell'aria ci fosse una tossina ad avvelenarla, un sentore che ti comunica che quel giorno, ogni cosa andrà per il verso sbagliato.

E, a parti inverse, ci sono giorni in cui, apri gli occhi e ancora prima di renderti conto dove ti trovi, ti senti bene. Il buon umore prende il posto di quelle sensazioni negative e ti convince che, nulla potrà rovinare quella condizione di benessere.

Quello, era uno di quei giorni.

Era strano per Ember, svegliarsi e sentirsi felice. Soprattutto se ci si trovava nel periodo natalizio, che le portava a galla così tanti brutti ricordi di solitudine. Eppure, quella mattina del venticinque dicembre, si sentiva particolarmente bene.

Tutto attorno a lei avrebbe dovuto farla stare in ansia, innervosire, metterla di cattivo umore. Ma così non fu. E lei si chiedeva come fosse possibile, non trovando, però, nemmeno una risposta logica.

Si era svegliata decisamente troppo presto, l'orologio segnava dieci minuti alle sei di mattina e Damian, accanto a lei, dormiva ancora profondamente.

Alla fine, aveva ceduto, senza pensarci troppo. Le aveva chiesto di restare lì per quella notte e lei, dopo alcuni ripensamenti, dopo aver provato ad abbozzare qualche scusa, aveva acconsentito.

Avevano dormito nello stesso letto, uno affianco all'altra, senza però toccarsi più del necessario, perché Ember non si sentiva a suo agio con quel tipo di intimità e perché lui non aveva bei ricordi degli ultimi anni in cui aveva condiviso il letto con qualcuno.

Fino a quel momento, la ragazza era riuscita a malapena a passare la notte con Carter. Ogni volta che capitava, lei manteneva sempre i suoi spazi, tracciando una linea di confine immaginaria. L'unica persona con la quale riusciva a dormire, senza distanze, era Kaden.

Dopo aver tergiversato qualche minuto, si era alzata, abbandonando la morbidezza del materasso e il calore delle lenzuola. Damian le aveva dato quella maglietta di Oxford, che utilizzava per stare in casa, era abbastanza lunga da arrivarle fin sotto il sedere e il tessuto morbido la rendeva particolarmente comoda.

Con i piedi scalzi, che si appiccicavano al pavimento, dopo essere passata dal bagno, raggiunse la sala. I suoi vestiti erano ancora per terra e la cucina era sporca, disordinata. La ragazza recuperò i calzini, indossandoli, prese in mano anche i jeans e il maglioncino, lasciando poi che il suo sguardo ricadesse sulla porta d'ingresso di quell'appartamento. Si prese qualche secondo per decidere cosa fare, se restare o andarsene.

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