Capitolo 1 - Mantenere la concentrazione

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Capitano a volte incontri con persone
a noi assolutamente estranee, per le
quali proviamo interesse fin dal primo
sguardo, all'improvviso, in maniera
inaspettata, prima che una sola parola
venga pronunciata.
-Fëdor Dostoevskij

«Scusi, sa indicarmi la direzione per Medford Street?» chiese cortesemente, fermando un ragazzo appena fuori dal campus universitario

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«Scusi, sa indicarmi la direzione per Medford Street?» chiese cortesemente, fermando un ragazzo appena fuori dal campus universitario.

Era arrivato a Cambridge, in Massachusetts, ormai da una settimana, ma ancora non era riuscito ad ambientarsi al meglio. Faceva confusione con le strade e i vari mezzi di trasporto. Ed erano più le volte in cui si ritrovava perso per qualche via, che quelle in cui riusciva a scovare il luogo che stava cercando.

Ma ce la stava mettendo tutta, per non cedere alla malinconia.
In fondo non era abituato a vivere in un posto che non fosse Londra, oppure Oxford. E il Massachusetts non aveva nulla a che vedere con l'Inghilterra.

Le strade erano enormi, piene di traffico. I palazzi erano tutti moderni ed esageratamente alti. La gente correva da una parte all'altra, come se fossero sempre tutti in ritardo per il più importante appuntamento della loro vita.

E il suo accento inglese, condito con il poco umorismo e spirito di adattamento che lo caratterizzava, non lo aiutava molto nel socializzare con qualcuno.

«Ehm... sì, ma sono circa trenta minuti a piedi da qui» gli rispose quel ragazzo, sistemandosi il cappellino da baseball sulla testa.

«Non c'è problema, mi piace camminare» puntualizzò, iniziando a sentire il sole battere sulla schiena, coperta da quel maglioncino nero, decisamente troppo pesante.

«Ehi!» una terza voce attirò l'attenzione di entrambi. Damian si voltò, ritrovandosi davanti un ragazzo, poco più basso di lui, vestito con dei calzoncini sportivi e una maglietta dal tessuto tecnico.

Si tolse le cuffiette, interrompendo la sua corsa e avvicinandosi a loro con un ammaliante sorriso stampato in volto. «Lei è il Professor Turner? Quello nuovo?» gli domandò, indicandolo con un dito.

Damian aggrottò le sopracciglia, non riuscendo a capire chi fosse quel ragazzo e perché lo conoscesse. Osservò i suoi denti perfettamente bianchi e allineati, la pelle scura, senza nemmeno un'imperfezione e quel fisico tonico, che faceva dedurre una passione per lo sport.

Sarebbe potuto benissimo essere un modello per quanto ne sapeva.

«Sono Carter Stewart, la persona che dovrebbe mostrarle il campus e il suo appartamento» si presentò, allungando una mano verso di lui.

E a quel punto tutto nella mente di Damian si fece chiaro. Si ricordò le parole del rettore Pattern, di quando gli aveva spiegato che, al termine di quella prima settimana, nella quale si sarebbe dovuto ambientare, avrebbe finalmente iniziato la sua nuova vita.

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