Capitolo 19 - Nella gabbia del leone

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Ciò che non abbiamo osato,
abbiamo certamente perduto.
-Oscar Wilde

Era passato un mese

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Era passato un mese.

Un mese dall'ultima volta in cui Ember e Damian si erano rivolti parola in quell'aula.
Niente sguardi fugaci, niente discorsi rubati, solo tanti pensieri. E lentamente, anche quelli stavano andando a scemare.

Il professore aveva ripreso una nuova routine, senza la presenza della ragazza che contribuiva a lasciare quel pizzico di incognita riguardo ciò che sarebbe successo durante le sue giornate. Ripeteva le stesse azioni ogni giorno e si rendeva sempre più conto di quanto fosse incapace di dare una svolta alla sua vita.

Era lontano dalla moglie, dalla tristezza di quel matrimonio, eppure non era certo di essere felice.
No, non lo era affatto.

Perché non riusciva ad esserlo?
Perché doveva avere sempre quella sensazione di insoddisfazione a pesargli sul petto?

Ripensare che gli unici momenti in cui era riuscito a liberarsi di essa fossero proprio quelli passati in compagnia della ragazza, lo faceva incazzare parecchio. Non capiva come mai non fosse in grado di rendersi felice da solo.

Damian non si bastava.
Finiva sempre per ricadere nei ricordi e nelle vecchie brutte abitudini.

Ma quello che davvero lo infastidiva, era che fosse stata proprio una sua studentessa, una ragazzina con cui aveva tradito sua moglie e infanto le regole, che lo aveva usato a suo piacimento, a regalargli quello spiraglio di luce a cui agognava da così tanto tempo.

Una ragazzina...

Ma la sua routine sembrava essere in procinto di spezzarsi, data l'imminente partenza per quel viaggio in Inghilterra. E se da una parte era esaltato, dall'altra sentiva già la nausea chiudergli lo stomaco.

La felicità di ritornare nella sua Londra cozzava con l'ansia di rivedere sua moglie. E il pensiero di incontrarla, in un qualsiasi momento in cui sarebbe stata presente anche Ember, gli metteva una certa agitazione negativa. E poi si chiedeva come sarebbe stato, dal momento in cui lui e quella studentessa non avrebbero più avuto tutto quello spazio a dividerli.

Avrebbero viaggiato sullo stesso aereo, alloggiato nello stesso hotel e visitato la città assieme ad un ristretto numero di persone. Insomma, era certo che evitare qualsiasi tipo di interazione, come avevano fatto durante tutto quel mese, sarebbe stato impossibile.

E allora cosa sarebbe successo?

Perché lui era certo che l'unica cosa giusta da fare sarebbe stata mantenere quel rapporto distaccato. Ne era certo ogni volta in cui si ritrovava a parlare con Carter, ogni volta in cui Gabriel Kaplan gli raccontava di sua moglie, ogni volta in cui Oliver o Paul lo chiamavano per sapere come stesse.

Ma non poteva definirsi sicuro sul fatto che nulla sarebbe accaduto durante quelle due settimane. L'idea che Ember stesse escogitando qualcosa, si era mano a mano diradata, vedendo che quella ragazza sembrava più che decisa a non calcolarlo. Però non era ancora del tutto certo che non frullasse nulla nella sua testa. Altrimenti perché insistere tanto per farlo mettere come accompagnatore?

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