☞︎COMPLETA☜︎
⚠︎︎Storia riservata ad un pubblico adulto⚠︎︎
Una vita vissuta a metà.
La tristezza strozzata nel fumo di una sigaretta.
E un'opportunità che sembra essere una via d'uscita.
O forse è solo l'ennesima fregatura?
Damian Turner è l'uomo...
Il genere umano non può sopportare troppa realtà. -T. S. Eliot
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Quel giorno, seduto al tavolo della mensa, Damian si era ritrovato da solo. Aveva fatto tardi per pranzo e i suoi colleghi, quando lui era arrivato, erano già andati via.
La mensa dell'università, secondo lui, era probabilmente uno dei luoghi più belli di tutto l'edificio. Un'enorme sala, con le pareti e il pavimento in legno, decorata sul soffitto da travi incastrate tra loro e archi a tutto sesto, sul muro finale, che ricordavano tanto la struttura di una chiesa. La stessa era poi ripresa anche dalle finestre, con quei vetri a mosaico. Mentre i molteplici lampadari, che pendevano dall'alto, davano l'aria di ritrovarsi dentro ad un castello di epoca medievale.
Stava mangiando quel pollo alla griglia con verdure, quando vide, non molto lontano da dove si trovava, un ragazzo agitare la mano nella sua direzione. Ci mise qualche secondo a riconoscerlo, colpa della folla che si era andata a creare vicino alle casse. Alla fine, Carter camminò verso di lui, fermandosi esattamente davanti al suo tavolo.
«Buongiorno, professore» lo salutò, con tono squillante. Indossava degli indumenti sportivi e tra le mani reggeva quel vassoio, sopra al quale vi era posto lo stesso cibo che Damian stava mangiando.
«Ciao, Carter, come stai?» chiese, poggiando la forchetta nel piatto.
«Tutto bene, grazie. E lei?» domandò di rimando.
«Sì, bene» rispose, senza nemmeno pensarci per davvero. «Siediti pure qui se vuoi e se non devi raggiungere qualcun altro» gli disse poi, indicando la panca dal lato opposto del tavolo.
«Grazie, odio mangiare da solo» ammise il ragazzo, prendendo posto. Damian avrebbe voluto rispondere: "Anche io", ma la verità era che a lui non dispiaceva mangiare in solitudine, o forse ormai ci aveva solo fatto l'abitudine.
«É la prima volta che la vedo qui» osservò Carter, tagliando quel petto di pollo.
«Di solito ci sono sempre nella pausa pranzo, ma oggi è la prima volta che vengo così tardi» rivelò, dando una veloce occhiata all'orologio che portava al polso e rendendosi conto che ormai fossero le due di pomeriggio.
«Ha ancora lezioni per oggi?» chiese il ragazzo, interessandosi alla sua giornata e mantenendo sempre quel tono cortese.
«A dire il vero no» era sollevato di poterlo dire, perché quel giorno aveva solo voglia di andare a casa sua e passare l'intero pomeriggio steso sul divano, a leggere e guardare la televisione.
«Beato lei, io sono impegnato fino a stasera» si lamentò Carter, scuotendo la testa e alzando gli occhi al cielo. Damian sorrise, comprendendo appieno la poca voglia del ragazzo di seguire le lezioni, quando avrebbe potuto fare tutt'altro. Lui non l'aveva mai provata, ma si ricordava di come ogni giorno i suoi compagni di classe ribadissero quel concetto.