Capitolo 27

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Pov's Emanuele

Dio quanto è bello questa sera Tancredi. Giuro che lo porterei in bagno in questo preciso istante per sbatterlo come se non ci fosse un domani.

«Emanuele, lui è Dimitri, il mio collega, lei è la moglie Serena, e lui è il figlio Tancredi.» dice mio padre.

«Piacere mio signori, e ciao Tancredi.» dico educatamente.

«Dacci del tu caro, e voi due già vi conoscete?» dice Serena curiosa.

«Si, siamo compagni di classe.» dice il ragazzo di fronte a me.

La madre annuisce.

Il cameriere viene a prendere le ordinazioni. Mio padre e Dimitri parlano di affari, ed io ascolto attentamente la loro conversazione. Da grande voglio portare avanti l'azienda di mio padre. Il cameriere interrompe la loro conversazione, ha portato le nostre ordinazioni.

«Allora Emanuele, cosa vuoi fare da grande, dopo la scuola?» mi chiede Serena.

«La... ti prego chiamami Lele. Comunque voglio portare avanti l'azienda di mio padre.» dico fiero di me.

«Ma è fantastico!» esclamano Dimitri e Serena.

«Perché non mi hai detto nulla?» mi chiede mio padre.

«Beh, te lo volevo dire stasera.» rispondo alzando le spalle.

Mio padre annuisce. Cala il silenzio e continuiamo a mangiare.

Pov's Tancredi

Ma tra tutti proprio lui?! Proprio Emanuele?! Devo contenermi per non rispondergli male e non far fare brutta figura ai miei genitori.

Dopo aver finito di mangiare vado al bagno.

«Scusate, vado al bagno.» mi alzo e vado al bagno.

Mi lavo le mani e la faccia. Sento la porta aprirsi, ma non ci faccio caso.

«Come va con il nerd?» mi giro e vedo Lele appoggiato con la spalla allo stipite della porta.

«Oh, ehm, va tutto bene. E non è un nerd!» dico alzando gli occhi al cielo.

«Stai attento a lui. Ti ho già avvisato su quello che vuole fare con te.»

«Senti, questa sera non voglio litigare, quindi evita di sparare stronzate.»

Viene verso di me, sbatto contro il lavandino. Lele appoggia le mani su di esso, sono intrappolato tra il lavandino e il corpo di Lele.

«Le mie non sono stronzate. Il mio è un avvertimento. Conosco Simone da molto tempo, ed è un grandissimo stronzo.»

Sento il suo respiro sul mio viso da quanto siamo vicini.

«Non mi interessa quello che pensi di lui. Io lo amo, e lui ama me. Non si comporta come uno stronzo.» dico difendendo il mio ragazzo.

«Ti sta solo illudendo, ma sei libero di credere quello che vuoi.» si avvicina al mio collo e ci lascia un bacio sopra. Una scarica di brividi attraversa il mio corpo. Poi si avvicina al mio orecchio.

«Ma quando ti ritroverai con il cuore spezzato ti renderai conto che ho ragione.»

Mi lascia un bacio all'angolo delle labbra ed esce dal bagno. Lasciandomi da solo.

Magnifico Difetto||TankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora