Capitolo 51

1K 64 16
                                    

Pov's Tancredi

Arrivati al ristorante, il cameriere ci porta ad un tavolo un po' isolato dagli altri. Ci sediamo e ci portano il menù. Dopo aver scelto cosa prendere, posiamo i menù e iniziamo a parlare.

«Felice di passare questa serata con me?» mi chiede Lele con un sorriso malizioso sul volto.

«Sinceramente, invece di essere qua con te vorrei essere sul mio amato letto a guardare delle serie tv.»

«Ammettilo che ti piace essere qui.»

«Non mi piace per niente.» dico incrociando le braccia al petto.

«Allora ammetti che ti piaccio.»

«Tu non mi piaci, Emanuele Giaccari.»

«Riuscirò a conquistare il tuo cuore, Tancredi Galli.»

«Ne dubito.»

La nostra conversazione viene interrotta dal cameriere per prendere i nostri ordini. Dopo due minuti se ne va di nuovo.

«Allora... come mai ti sei trasferito qua a Milano?»

«Mio padre ha trovato lavoro qua e quindi ci siamo trasferiti.»

«Ti manca Roma?»

«Beh si. Milano è bella, ma Roma è pur sempre Roma.»

La conversazione viene di nuovo interrotta dal cameriere che ci porta i nostri ordini.

Dopo cena

«Mi spieghi perché hai pagato tu?!» dico a Lele una volta usciti dal ristorante.

«Perché volevo pagare io.» dice alzando le spalle.
Alzo gli occhi al cielo.

«Dai vieni piccoletto. Facciamo un giro.»

Io e Lele camminiamo fianco a fianco. Le nostre spalle e le nostre braccia si sfiorano. E ogni volta dei brividi mi attraversano la pelle.

«Hai freddo?» mi chiede Lele.

«No tranquillo.»

Lele annuisce. Mentre camminiano le nostre mani si sfiorano, quasi fino a toccarsi. Ad un certo punto, Lele intreccia le nostre mani. A quel contatto, una marei di brividi mi attraversano la schiena. Continuamo a camminare in silenzio.

Ore 22:30

Ci troviamo davanti al Duomo.

«Di notte il Duomo è bellissimo.» dico ammirando il luogo.

«Si è vero.»

Sento una mano di Lele appoggiarsi sulla mia guancia. Gira il viso in modo tale che io possa guardarlo negli occhi. Mi perdo in quelle iridi verdi. Lele pian piano si avvicina a me. I nostri visi sono vicini e i nostri nasi si sfiorano. Posso sentire il suo respiro sul mio viso e il mio cuore batte velocemente.

Siamo sempre più vicini, stiamo per baciarci ma veniamo interrotti da una voce.

«Compra rosa per tuo ragazzo.»

Ci giriamo verso un tizio che ha un mazzo di rose in mano.

«Oh. Io non so-»

«Va bene. Ne prendo una.»

Lele prende la rosa. Salutiamo il tizio e se ne va.

«Lele non dovevi.»

«Invece si.» sorrido e lo abbraccio.

Ore 23:40

«Grazie per la bella serata Lele.»

«Di nulla piccoletto.»

Mi avvicino a lui e lo abbraccio.

«Buonanotte Lele.»

«Buonanotte piccoletto.» gli do un bacio sulla guancia ed entro in casa. Senza fare rumore vado in camera mia. Mi spoglio e mi metto il pigiama. Scendo in cucina, prendo un vaso e lo riempo d'acqua e ci metto la rosa dentro. Salgo le scale e torno in camera. Metto il vaso sulla scrivania. Mi metto sotto le coperte e inizio a pensare alla serata che ho passato.

Ho provato tante sensazioni che non ho provato con nessuno. Nemmeno con Jacopo o Simone. I brividi, il cuore che mi batte forte, il perdermi nei suoi occhi. Cosa mi stai facendo Emanuele Giaccari?

Magnifico Difetto||TankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora