Capitolo 79

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Pov's Lele

Il giorno dopo

Mi sveglio sentendo qualcuno baciarmi la faccia. Apro lentamente gli occhi e vedo Tanc.

«Buongiorno amore.» dice lui sorridendo.

«Buongiorno piccoletto.»

«Ros è venuta a chiamarci. Gli altri sono tutti pronti manchiamo solo noi.»

Annuisco e ci alziamo. A turno andiamo in bagno per sciacquarci la faccia e lavarci i denti, con i spazzolini gentilmente offerti dall'hotel, prendiamo i vestiti di ieri che per fortuna sono asciutti e ci rivestiamo. Prendiamo portafoglio e telefono ed usciamo dalla camera.

Scendiamo nella hall, dove gli altri ci aspettano, riconsegnamo le chiavi, paghiamo la stanza ed usciamo dall'hotel.

«Adesso dove andiamo?» chiede Edo.

«Andiamo a casa mia. Spiegheremo tutto ai miei genitori e poi li andremo a denunciare. Sbrighiamoci prima che Carlo ci trovi, credo che a quest'ora si sia già accorto della nostra assenza.» dice Tanc.

Iniziamo a camminare e Tancredi mi prende da parte.

«Amore, io direi che a casa mia dovresti far venire tuo padre. Sicuramente ti avrà chiamato e sarà preoccupato.»

«Si, hai ragione.» accenno un sorriso e gli dò un bacio a stampo.

Dopo due ore siamo arrivati a casa di Tanc. Suona il campanello e la porta viene aperta dopo dieci minuti. La mamma di Tanc appena ci vede spalanca gli occhi.

«Tancredi sei salvo.»

Corre da Tanc e lo abbraccia. Lascio la sua mano per permettergli di ricambiare l'abbraccio. Si staccano e la mamma è in lacrime. Poverina, si sarà preoccupata tantissimo. D'altronde è comprensibile, sua figlio sparisce nel nulla e non si fa sentire.

«Venite ragazzi entrate.»

Serena ci fa entrare, entriamo nel salotto e vedo mio padre insieme ai genitori dei miei amici. Gli altri corrono ad abbracciare i loro genitori, io resto in disparte. Mio padre si avvicina a me.

«Mi sei mancato.»

Lo guardo negli occhi e annuisco. Mi ritrovo le sue braccia intorno alle mie spalle. In un primo momento rimango paralizzato ma poi mi lascio andare e ricambio l'abbraccio. E solo in quel momento mi rendo conto di quanto mi sia mancato.

«Vi dobbiamo parlare.» dico staccandomi dall'abbraccio e guardando gli altri.
Ci sediamo tutti, io guardo i ragazzi e mi fanno cenno di parlare. Inizio a raccontare tutto e loro sono sconvolti.

«Ora siamo salvi, e l'unica cosa che vogliamo fare adesso è andare a denunciare tutto.» dice Tanc.

«Andiamo allora.» dice il padre di Diego.

Usciamo di casa e andiamo alla centrale di polizia.

«Buongiorno, come mai siete qui?» chiede un poliziotto.

«Buongiorno, vogliamo denunciare delle persone per sequestro di persona.» dice mio padre.

Raccontiamo di nuovo tutto quello che è successo. Mostro la via della casa di Carlo.

«Bene, andiamo subito a prenderli.» il poliziotto parla con altri suoi colleghi ed escono dalla centrale.

«Salve, oltre a sequestro di persona è successo altro?» ci chiede un altro poliziotto.

«Io e il mio ragazzo siamo stati picchiati.» dice Tanc mostrando i lividi.

«Chiamerò un'ambulanza, andrete in ospedale e vi farete curare i lividi.»

Annuiamo e aspettiamo.

Dopo venti minuti vediamo i poliziotti di prima entrare nella centrale insieme a Carlo, Leonardo, Christian, Luca e tutti gli altri.

«Quando uscirò di qui passerete le pene dell'inferno.» dice Carlo guardandoci male.

«Goditi la permanenza in carcere.» dico facendo un ghigno.

Sento due braccia circondarmi la vita, mi giro e abbraccio Tancredi.

«Ti avrei promesso che sarebbe tutto finito. Ho mantenuto la promessa piccolo.» dico sussurrando al suo orecchio.

«Finalmente è tutto finito.» dice lui. Gli lascio un bacio sui capelli.

Finalmente è tutto finito.

Magnifico Difetto||TankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora