Capitolo 71

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Pov's Tancredi

Dopo tre ore

Mi risveglio e cerco di capire cosa è successo. Ricordo solamente di essere sceso dal pullman, stavo cercando le chiavi di casa e poi il buio. Cerco di mettere a fuoco la stanza in cui mi trovo. È una stanza piccola, è tutta grigia, c'è solamente una finestra e una porta. Ma che posto allegro...

Cerco di muovermi ma le mie mani sono legate con delle corde, e non solo le mani, ma anche le gambe. Wow, fantastico... spero che Lele mi venga a cercare...

Pov's Lele

Mi annoio terribilmente, quindi chiamo Tancredi. Il telefono squilla ma non risponde. Sarà impegnato, o magari dorme. Sicuramente sta dormendo, è tipico di lui dormire il pomeriggio.

Il giorno dopo

Arrivo a scuola e non vedo Tancredi.

«Ragazzi, ma voi avete sentito Tancredi?» chiedo agli altri.

«No, perché?» mi chiede Edo.

«È da ieri pomeriggio che non mi risponde al telefono.»

«Magari gli si è rotto il telefono.» ipotizza Gian.

«Secondo voi verrà a scuola?»

«Può essere.»

Annuisco ed entriamo in classe.

Fine lezioni

Ma dove si sarà cacciato?! Tancredi non è venuto a scuola, a ogni cambio dell'ora lo chiamavo ma non rispondeva, non mi ha nemmeno mandato un messaggio. Tancredi dove sei...?

Pov's Tancredi

Sento la porta aprirsi. Entra un ragazzo che non riesco a vedere bene a causa della poca luce che c'è.

«Ciao Tancredi.»

«Chi sei? Cosa vuoi da me? Cosa ci faccio qui?»

«Calmo nanetto, una cosa alla volta. Io sono Luca. Da te non voglio nulla. Sei qui per un motivo preciso.»

«Lasciami andare.»

In quel momento entra qualcun'altro. È un uomo che avrà si e no venticinque anni da quello che riesco a vedere.

«Ciao Tancredi. Ti chiederai cosa voglio da te, chi sono e perché sei qui. Bene, ti dirò tutto. Io sono Carlo, un vecchio amico di Lele, sei qui perché voglio che lui soffra.»

«Cosa volete?!»

«Stai calmo e abbassa i toni con me. Il tuo fidanzato, due anni fa, era un nostro caro amico, ma ha ben deciso di farci un torto. Ci ha abbandonati, senza dare una spiegazione, ha semplicemente detto di non voler avere più a che fare con noi, che non dovevamo più fare parte della sua vita.»

«Evidentemente ha capito che non siete delle persone modello da seguire.»

«Noi eravamo amici perfetti. Lo aiutavamo in qualsiasi cosa. In questione d'amore, d'amicizia e affari.»

«Affari?» chiedo confuso.

«Si, affari. Non mi dire che... Emanuele non ti ha detto nulla ahaha?» Carlo si mette a ridere.

«Cosa mi avrebbe dovuto dire?»

«Sarà lui a dirti tutto. Comunque devo dire che Lele è molto palloso come fidanzato. Non fa altro che chiamarti. Sono stanco di sentire il tuo telefono squillare.»

«Datemi il mio telefono e fatemi rispondere.»

«No, preferisco vedere che Lele diventa matto mentre cerca di capire dove sei finito, sai i miei ragazzi lo stanno spiando. Adesso devo andare a concludere degli affari. Buona serata Tancredi.»

Carlo esce dalla stanza e rimane solo Luca, che fino a quel momento si stette zitto. Si avvicina a me e poi si siede per terra di fronte a me. Riesco a vederlo un po' meglio adesso, ha i capelli ricci neri, gli occhi azzurri e il septum.

«Devo dire che hai proprio un bel caratterino nanetto.»

«Non chiamarmi nanetto.»

«Come vuoi, nanetto. Ad ogni modo, spero che la tua permanenza qui sia di tuo gradimento. Più tardi verrò a portarti la cena.»

Si avvicina pericolosamente a me. Il suo viso è vicinissimo al mio.

«C-che f-fai?» dico balbettando.

«Sai, sei molto carino. Tranquillo non dirò nulla a Lele.»

Non ho il tempo di dire nulla che mi ritrovo le sue labbra sulle mie.

Magnifico Difetto||TankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora