Capitolo 74

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Pov's Lele

Il giorno dopo

Mentre usciamo da scuola Leo e Chris vengono verso di noi.

«Ehi ragazzi, potete venire un attimo con noi? Vi dobbiamo parlare.»

Li seguiamo e andiamo sul retro della scuola.

«Cosa ci dove-» non faccio in tempo a dire nulla che non vedo e non sento più nulla.

Poco più tardi

Mi risveglio in una stanza buia, è tutta grigia, ha solo una finestra e una porta. Una stanza molto allegra devo dire...

Mi guardo intorno e vedo che ci sono gli altri e Tanc.

«Tanc!»

«Lele!»

«Stai bene?»

«Sisi, sto bene.»

La porta si apre ed entrano dei ragazzi. Uno di loro si avvicina a me e mi fa alzare, tenendomi fermo dalle braccia.

«Caro Emanuele, ci incontriamo di nuovo.»

«Ciao Carlo.» dico con tono sprezzante.

«Nervoso?»

«Che cazzo vuoi?»

«Ti ho già detto che voglio fartela pagare per quello che hai fatto.»

«Io non ho fatto nulla!»

«Ci hai abbandonato!»

«Perché non volevo avere più niente a che fare con voi, Carlo!»

«Lele che hai combinato?» mi chiede Tanc.

«Il tuo fidanzatino non sa nulla ahah! Dovresti dirglielo.»

«Sono solamente delle vecchie conoscenze, nulla di ché.»

«Vecchie conoscenze? Ahaha, io direi vecchi amici.»

Pov's Tancredi

Non ci sto capendo nulla.
Nulla di nulla.

«Voi non siete miei amici.» dice Lele.

«Eppure una volta lo eravamo. Leo, Chris sapete cosa fare.»

Leo? Chris? Cosa ci fanno loro qui?

«Cosa ci fate voi qui?» chiedo ai due.

«Lavorano per me.» dice Carlo.

«Oh...»

Leo e Chris si avvicinano a me, mi levano le corde e mi sollevano tenendomi per le braccia.

«Lele, se ricordi bene, quando ci hai conosciuto non eri molto felice. Eri disperato per via di-»

«Lo so per chi ero disperato, non c'è bisogno che me lo ricordi.»

«Bene. Vuoi sapere cosa voglio di più in questo momento?»

«No, voglio che voi ci lasciate stare e che spariate per sempre.»

«Temo non sarà possibile, o almeno, per ora. Comunque, la cosa che adesso voglio di più in questo momento è vederti soffrire. Luca.»

Luca si avvicina a me.

«Prima di fare qualcosa a questo nanetto-»

«Non chiamarlo così! Stai lontano da lui.» dice Lele incenerendo con lo sguardo Luca.

«Oh caro Lele, se solo tu sapessi cosa abbiamo fatto.» dice lui facendo un sorriso malizioso.

Non avendo il coraggio di guardare Lele, guardo per terra, trovando il pavimento interessante.

«Di cosa parla Tanc?» mi chiede lui.

«Ci siamo baciati. È stato lui a baciare me.»

«Non è vero! Lele credimi io non l'ho baciato è stato lui, io non ricambiavo nemmeno. Per favore Lele credimi.» dico guardandolo negli occhi. Sento le lacrime che cercano di uscire dai miei occhi, ma cerco di trattenermi.

«Luca muoviti, fagli male.» dice Carlo stizzito.

Luca mi dà un pugno nello stomaco.

«No fermi! Lasciatelo stare, lui non c'entra nulla.»

«Pensi che me ne freghi qualcosa?! Continua Luca.»

Luca mi riempre di pugni e calci. Dopo l'ennesimo pugno cado a terra, ho tutto il corpo che mi fa male non riesco a muovere nemmeno un dito. Lele urlava di smetterla, di lasciarmi stare, ma Luca non gli ha dato retta.

«Per oggi può bastare. Ci vediamo domani.»

Luca, Leo, Chris e gli altri ragazzi se ne vanno. Lele viene da me e mi prende tra le sue braccia.

«Mi dispiace tanto piccolo, non dovresti essere qua e in queste condizioni.» dice Lele dispiaciuto.

«Non importa, l'importante è che tu sia qui.» dico sussurrando. Non ho la forza nemmeno di parlare.
Una lacrima gli scende sulla guancia, con un po' di fatica alzo la mano e la poso sulla sua guancia, asciugando la lacrima con il pollice.

«Ti amo Lele.»

«Ti amo anche io piccolo.»

Dopo giorni finalmente ci baciamo. Mi è mancato da morire. Dopo poco mi addormento tra le sue braccia, felice che lui sia qui.

Magnifico Difetto||TankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora