Capitolo 42

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Pov's Lele

Mi sveglio sentendo un peso su di me. Apro gli occhi e vedo Tancredi che dorme sul mio petto. Giro la testa verso il comodino e prendo il telefono, lo accendo e vedo un messaggio da parte di Diego.

"Bro volevo dirti che io e gli altri ce ne siamo andati. Non vi ho voluto svegliare, eravate così carini mentre dormivate. Spero che con tuo padre si risolva tutto. Ti voglio bene.
~Diego"

Spengo il telefono e lo metto di nuovo sul comodino. Mi giro verso Tancredi e lo osservo. Ha i capelli scompigliati, la bocca socchiusa, e il septum storto. È veramente bellissimo. Decido di lasciarlo dormire. Mi alzo e cerco di non svegliarlo. Senza fare rumore esco dalla stanza e scendo al piano di sotto. Guardo l'ora e vedo che sono le 19:50.

Inizio a cucinare la cena. Mentre cucino sento due braccia circondarmi la vita.
Mi giro verso Tancredi.

«Che ore sono?» chiede con la voce ancora impastata dal sonno.

«Le 19:50.»

«Ah oke- cazzo i miei saranno preoccupati per me!»

«Stai tranquillo. Chiamali e digli che sei a casa mia, ceni qua e poi ti accompagno a casa.» annuisce e chiama i suoi genitori.

Torno a cucinare e quando è pronto metto tutto sul tavolo.

«Tancredi è pronto!»

Vedo che entra in cucina e si siede al tavolo. Mi siedo anche io e cominciamo a mangiare.
Mentre mangiamo mio padre entra in cucina.

«Oh ciao Tancredi. Non sapevo restassi a cena.»

«Oh, ehm... Lele mi ha chiesto di rimanere a cena e ho accettato.» dice mettendo una mano dietro la nuca.
Mio padre annuisce.

«Comunque Lele... qualsiasi cosa io abbia detto mi-»

«Non mi importa.»

«Per favore fammi spie-»

«Non voglio sentire le tue scuse! Non ti voglio né vedere né sentire. Pensi che ubriacandoti la mamma torni?  Ti sbagli! Ci pensavi due prima di fare cazzate!» urlo con tutto il fiato che ho in corpo.

Mio padre non dice nulla, esce dalla cucina e torna in camera sua.
Prendo dei respiri profondi e cerco di calmarmi.

«Scusa Tancredi. Non dovevi assistere a questa scenata.» dico abbassando lo sguardo, trovando il pavimento improvvisamente interessante.

«Tranquillo non è nulla.»

Lo guardo negli occhi e accenno un sorriso. Abbasso di nuovo lo sguardo e gioco con il cibo che ho nel piatto. Sento Tancredi alzarsi, mi toglie la forchetta dalla mano, si siede a cavalcioni su di me e mette le sue mani sulle mie guance.

«Lele guardami.» alzo lo sguardo e punto i miei occhi nei suoi.

«Non è successo nulla. Okey? Per quanto io voglia sapere cosa sia successo con tuo padre e tua madre non ti chiederò nulla. Quando vorrai sarai tu a dirmi tutto. Intesi?»

Annuisco e lo abbraccio.

Non so per quanto tempo restiamo abbracciati. So solamente che non voglio staccarmi dalle sue braccia.

Magnifico Difetto||TankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora