Capitolo 76

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Pov's Tancredi

Dopo una settimana

È passata una settimana e noi siamo ancora rinchiusi qui dentro. Ogni giorno è peggio del precedente, vengono sempre a riempirci di calci e pugni, senza darci un minimo di tregua. Abbiamo il corpo coperto di lividi e di sangue. Ogni movimento procura un dolore allucinante. Inizio a pensare che non ne usciremo vivi da qui.

Nessuno è venuto a salvarci. Forse stanno cercando un modo per trovarci e liberarci da questa "prigione". Ma sto perdendo tutte le speranze.

La porta viene aperta e nella stanza entra Luca.

«Ciao ragazzuoli, oggi a chi tocca tra voi due?» dice indicando me e Lele.

«Oggi non tocca a nessuno.» Carlo entra nella stanza.

«Con voi due mi sento buono. Ma voglio fare quattro chiacchiere. Allora Lele caro, hai raccontato la tua fantastica storiella di come ci hai conosciuto al tuo fidanzato?»

«Lui non c'entra nulla con voi. Siete solo dei bastardi che rovinano la vita delle persone.»

«Questi bastardi erano tuoi amici.»

«Appunto, erano.» dice Lele marcando l'ultima parola.

«Io dico che deve sapere.»

«Sapere cosa?» dico intromettendomi nella loro conversazione.

«Niente Tanc, non devi sapere nulla. In tutta questa situazione tu non c'entri nulla, e purtroppo ci sei finito dentro.» dice Lele prendendomi le mani e stringendole nelle sue.

«Lele lo sai mi puoi raccontare tutto, io non ti giudico.» dico guardandolo negli occhi, per fargli capire che fossi sincero. Non lo avrei mai giudicato.

Lui sembra pensarci un po', poi prende un respiro.

«Non c'è molto da dire. Conobbi Carlo, Luca e gli altri tre anni fa. Non era un bel periodo me. Ma dopo qualche mese mi ripresi e chiusi i rapporti con loro.»

Annuii e lo abbracciai.

«Ma che storiella commovente.» dice ironicamente Carlo.

«Stai zitto Carlo.» dice Lele guardandolo male.

Pov's Lele

Alla fine dissi una mezza verità. Non volevo che Tancredi sapesse di più. So che non mi avrebbe mai giudicato, ma non me la sentivo di raccontare tutto. Era già tanto che si ritrovasse in questa situazione, in cui lui non c'entra nulla.

«Le nostre chiacchiere sono finite qua. Ci vediamo domani.»

Carlo esce dalla stanza seguito da Luca. Voglio solo che quest'inferno finisca il più presto possibile. Non abbiamo nemmeno i telefoni per chiamare. Li hanno presi tutti e non possiamo avvisare nessuno.

Spero che qualcuno ci venga a liberare, non ne possiamo più di stare rinchiusi qui dentro.

«Ragazzi, ho un piano per scappare.» dice Diego rompendo il silenzio che si era creato.
Ci girammo verso la sua direzione.

«Siamo tutti slegati, dobbiamo approfittare di un giorno in cui Carlo, Luca e tutti gli altri non ci sono. Buttiamo giù la porta e c'è ne andiamo.»

«Sarebbe troppo facile. Ci sono le telecamere in tutta la casa, e poi siamo in una zona abbandonata, siamo un po' lontani da Milano. E poi non uscirebbero tutti di casa, sicuramente resterà qualcuno a fare la guardia.» dice Ros.

«Ros ha ragione, sarebbe impossibile scappare.» dice Marta.

Beh, a quanto vedo siamo tutti molto positivi...

«Lo so, sarà difficile, ma bisogna provare. Se questo è l'unico modo per scappare, allora direi di tentare.» dice Diego guardando negli occhi ognuno di noi.

«Ha ragione Diego, proviamoci.» dico sicuro di me. Spero solo che vada tutto bene.

Magnifico Difetto||TankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora