Capitolo 45

1.1K 66 4
                                    

Pov's Tancredi

«Thom... non è lui... è i-impossibile.» dico al mio migliore amico.

«Stai tranquillo. Non ti farà nulla.» mi dice Thomas.

«Allora ragazzo. Presentati alla classe.» dice il prof.

«Ciao a tutti. Io mi chiamo Jacopo, ho diciotto anni. Mi sono trasferito due giorni fa qui a Milano, vengo da Roma. E niente. Non ho altro da dire.» lo sguardo di Jacopo cade su di me. Lui fa un sorriso malizioso ed io abbasso lo sguardo.

«Bene Jacopo. Vai a sederti vicino a Edoardo.»

Jacopo si va a sedere vicino a Edo.

Ricreazione

Da quando Jacopo è arrivato ho cercato di evitarlo il più possibile.

«Tancredi!» la voce di Gian mi risveglia dai miei pensieri.

«Dimmi.»

«Si può sapere cosa ti prende? È da tutta la mattina che sei strano e sovrappensiero. È la decima volta che ti chiamo.»

«Oh, scusate. Ma oggi non è giornata.» dico abbassando lo sguardo.

«Senti Tanc... tu per caso conosci il nuovo arrivato? Perché non fa altro che fissarti.» dice Marta.

Alzo lo sguardo verso Jacopo. Effettivamente mi sta fissando. Levo lo sguardo e lo porto su Marta.

«Purtroppo si. È il mio ex...»

«Che è successo tra di voi?» chiede Alessandro.

«Preferisco non parlarne...»

Alessandro annuisce.
Thomas mette una mano sulla mia spalla. Appoggio la testa sul suo petto e mi circonda le spalle con un braccio.

Due ore dopo

«Prof, posso andare al bagno?»

«Certo, vai Tancredi.»

Mi alzo e vado in bagno. Mi sciacquo la faccia. Stare nella stessa classe dei miei ex non è la cosa più bella del mondo. Simone ormai non è più un problema. Ma Jacopo... lui è un grande problema. Ma devo cercare di stare tranquillo, sono con Thomas e gli altri. Non può farmi nulla di male... o almeno spero.

«Che ti prende?» sobbalzo per lo spavento.

«Cristo Emanuele mi hai fatto prendere un colpo.» dico mettendomi una mano sul cuore.

«Da Lele siamo passati a Emanuele?» dice alzando un sopracciglio.
Alzo gli occhi al cielo.

«Che è successo tra te e Jacopo?»

«E a te cosa importa?» dico infastidito.

«Mi importa eccome. Non capisco perché sei freddo nei miei confronti.» dice incrociando le braccia al petto.

Faccio una risata nervosa e mi passo una mano tra i capelli.

«Io sarei quello freddo? Non sono io quello viene da te nel cuore della notte a fare il dolce e coccoloso per poi il giorno dopo essere freddo e non calcolarti di striscio.»

Esco dal bagno e lo lascio da solo. Torno in classe e mi siedo al mio posto. Oggi è una giornata di merda. Tra Emanuele che fa lo stronzo e il ritorno del mio incubo peggiore, non so se c'è la farò ad arrivare a fine giornata.

Magnifico Difetto||TankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora