Quattro

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La discussione su come trovare altri giocatori si era protratta fino a quando Alina non era dovuta scendere in cortile ad aspettare che la mamma passasse a prenderla. Ludovica le disse di aver chiesto a una sola persona: Giulio Carminati, terza A, quattordici anni già compiuti (era ripetente). Scoperto che il ragazzo era appassionato di giochi di ruolo e possedeva, a suo dire, uno scaffale intero di manuali, Ludovica gli aveva chiesto se giocava con un gruppo fisso e lui aveva risposto che già faceva il Master in due e non gli servivano nuovi giocatori. Né era interessato a unirsi a un terzo gruppo.

Dall'espressione costernata che Ludovica aveva messo su nel raccontarle quell'episodio, Alina poté facilmente immaginare il tono che Giulio doveva avere assunto nell'infliggerle quel diniego. Ecco un altro imbecille che si credeva chissà chi, come se a scuola non ce ne fossero già abbastanza!

La mattina del ritorno a scuola dopo il ponte, Alina aveva immediatamente ripreso il filo del discorso e sottoposto una nuova idea alla sua amica.

"Ma cosa glielo chiedo a fare un'altra volta?" domandò Ludovica, mentre andavano a rifugiarsi tra la folla umida di pioggia che stava assiepata nell'androne. "Mi ha già detto di no!"

"Sì, ma non gli hai chiesto se conosce altri giocatori," spiegò Alina, tirandosi via dalla testa il berretto di lana con il logo dei Black Sabbath. "Se ha due gruppi come dice lui ed è tanto esperto di D&D, ne conoscerà a pacchi di gente che gioca, no?"

Ludovica incrociò le braccia e mise su un broncio da prima ora del lunedì. "Secondo me perdiamo tempo," affermò, cocciuta. Finché rimaneva in quello stato d'animo, dovette riconoscere Alina, ragionare con lei era impossibile.

"Fammi vedere chi è 'sto tizio, così vado a parlarci io a ricreazione," sospirò.

Ludovica le indicò un capannello di ragazzi della sezione A: Giulio Carminati era quello con i capelli neri, le palpebre pesanti e un fiacco sorriso che non si allargava al resto del volto. Ad Alina non piacque dal primo momento.

"Senti, Ali," disse Ludovica, "stavo pensando: ma se lo chiedessimo a Elisa? Dici che potrebbe piacerle D&D? Lei mi sta simpatica, è sempre gentile..."

Alina si voltò di scatto. "Elisa? Scherzi?" esclamò, inarcando le sopracciglia e guardando l'amica di sotto in su. "Elisa e la fantasia sono proprio su due binari diversi. Non si vedono nemmeno col binocolo. Pure ad artistica disegna solo nature morte! Poi è simpatica, lo ammetto, anche se non puoi chiederle un aiutino con i compiti che subito si inalbera e diventa peggio della Messina."

"Io non la capisco tanto," commentò Ludovica, gettando uno sguardo alla ragazza oggetto della conversazione, che se ne stava seduta contro un muro nel suo maglioncino nero, leggendo I miti degli dèi. Nella mano sinistra teneva un pacchetto di Mentos e ogni quattro pagine se ne faceva saltare una in bocca, masticandola con assorta delizia. "Dici che sta sempre per i fatti suoi perché è cinese?"

Alina trattenne un sogghigno, al pensiero di cosa avrebbe replicato Elisa se avesse sentito quel commento. "No no, secondo me è così di suo. Comunque, se vuoi, glielo possiamo pure chiedere di giocare: tanto dice di no, vedrai."

"Beh, anche tu all'inizio mi avevi detto di no," le ricordò Ludovica. "Quando si tratta di giochi di ruolo sono brava a... Ali?"

L'attenzione di Alina era stata distratta a metà del discorso della sua compagna, nel momento in cui Storaro aveva fatto il suo ingresso trionfale nell'androne, ben cinque minuti prima del suono della campanella. Un gruppetto di compari e sottoposti era andato subito a rendergli omaggio, fra pacche e scambi di cinque e alte risate, poi si era avvicinata la delegazione guidata da Milena. Alina aspettava solo il familiare conato di disgusto nel vedere Noemi liquefarsi ridacchiando fra le braccia di Storaro; invece, Milena si fece avanti, diede al ragazzo un pugno scherzoso e lui la avviluppò fra le braccia muscolose e la baciò come un polpo, tra le acclamazioni della cricca.

Ho attraversato le terre selvaggeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora