Tre

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La squadra di Storaro vinse per due set a uno. Il fatto che fosse stata una sconfitta e non una débacle non faceva nulla per lenire l'irritazione di Alina.

Doveva ammettere che Milena, nonostante l'espressione scocciata che aveva mantenuto per l'intero match, non aveva giocato male; ma le sue due servitrici erano state imbarazzanti. Noemi, alta e aggraziata com'era, aveva salvato tutto il possibile sotto rete, ed era stato principalmente merito suo se la squadra aveva vinto, di misura, il secondo set. Alina aveva corso come un diavolo sul fondo del campo per ribattere più palle possibili, ma, una volta che stare sotto rete era toccato a lei, il suo metro e quarantasette di statura non aveva aiutato le sorti della squadra. Per fortuna, a un certo punto era entrato in campo Marco, che sembrava essere in giornata e aveva bloccato un gran numero di palle avversarie, senza dover fare altro che stare con le mani alzate davanti alla rete. Il terzo set era rimasto in equilibrio fin quasi alla fine.

Poi, Storaro si era trovato in una posizione comoda per bombardare Ludovica, ferma in mezzo al campo con l'aria di chi preferirebbe essere ovunque tranne che lì, e aveva sfruttato l'opportunità con grande soddisfazione, regalando alla sua squadra i punti della vittoria. Alina aveva cercato di saltare davanti a Ludovica per intercettare i palloni, ma c'era riuscita solo un paio di volte, e in ultimo aveva finito per scontrarsi con il fianco della sua compagna, rovinando a terra e sbattendo l'osso sacro. Storaro, Bianchi e un paio d'altri avevano riso. Maledetti.

Potevi startene seduta e non giocare, era meglio per te e per noi, rimuginò Alina, gettandosi in faccia l'acqua gelata del rubinetto. Magari vincevamo. Come minimo, mi risparmiavo una figura di merda.

Milena, Debora e Valentina sembravano essere della stessa opinione, e non si stavano facendo scrupoli nel comunicarla a Ludovica.

"De Angelis, hai giocato veramente uno schifo," disse Valentina, parandosi davanti a Ludovica mentre le altre due le chiudevano i lati.

"Abbiamo perso per colpa tua! Ma perché non potevi tenere quel culone fuori dalla palestra?" rincarò Debora, con un tono velenoso che lasciava chiaramente intendere che di aver perso la partita gliene importava molto meno che di avere un pretesto per tormentare qualcuno.

Senti chi parla! Voi due sembravate dei pali della luce piantati in mezzo al campo, pensò Alina, infastidita. Non disse niente, però: aveva troppa fretta di andar via per cacciarsi in un litigio.

Ludovica emise un verso — metà mugolio, metà gemito — che era impossibile da decifrare: una replica, una difesa, un'implorazione? Tentò di infilarsi tra due delle sue aguzzine per prendere la via della porta, ma Milena la respinse con una mano sulla spalla, un gesto quasi delicato. Il resto delle ragazze stava diplomaticamente ignorando gli eventi; alcune erano già uscite dallo spogliatoio.

"Che hai detto?" interrogò Milena, inclinando la testa di lato, nell'atteggiamento di chi vuol sentire meglio. "Non ho capito."

"Niente," esalò Ludovica, stringendo le gambe insieme e le braccia intorno alla vita, come nel tentativo di accartocciarsi su se stessa fino a sparire.

Il diaframma di Alina si contrasse in una sensazione spiacevole che riuniva pena, disprezzo e rabbia... e un notevole sollievo per il fatto di non essere lei la cicciona imbranata della classe, condannata a coprirsi di ridicolo ogni volta che muoveva un passo o apriva bocca per parlare. Sentì il respiro farsi più corto e iniziò a cacciare vestiti, spazzola e tutto il resto in borsa alla rinfusa, per essere libera di defilarsi il prima possibile.

Cercò Noemi con lo sguardo e il suo stomaco sprofondò quando vide che era giunta di soppiatto alle spalle di Ludovica e, rapidissima, le aveva strappato dal naso gli spessi occhiali tondi. Un coro di risate stridule da parte di Milena e delle sue galoppine accolse quell'impresa; le risate raddoppiarono quando Noemi inforcò gli occhiali, assumendo un'espressione di comico disorientamento.

Ho attraversato le terre selvaggeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora