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Alina non era schizzinosa ed era abituata a mangiare con gusto tutto ciò che trovava nel piatto, ma era un dato di fatto che il cibo servito alla mensa della scuola facesse schifo.

L'odore proveniente dalla cucina annunciava che la specialità del giorno era la pasta al pomodoro: di solito, si trattava di un piatto di penne immerse in un sugo pallido e semiliquido che faceva passare l'appetito solo a guardarlo, ma Alina si sentiva talmente di buon umore che avrebbe messo qualsiasi cosa nello stomaco senza problemi.

"Che puzza, Ali," commentò Noemi, arricciando il naso mentre si sedeva a uno dei lunghi tavoli ricoperti da tovaglie di carta usa-e-getta. "Il cibo della mensa è sempre peggio. La preside vuole avvelenarci, così non ci deve più vedere."

"Sempre peggio?" intervenne dalla sedia accanto Laura, una ragazza magra e castana, con gli occhi costantemente in movimento dietro le piccole lenti ovali. "Io non mi ricordo di un momento in cui sia mai stato decente."

Laura Conti era vegetariana e, dal momento che a mensa servivano quasi sempre la carne o il pesce per secondo, odiava il cibo servito dalla scuola più di chiunque altro. Il tentativo dei suoi genitori di richiedere un menu alternativo era stato sdegnosamente respinto dalla preside Feregotti ("Il refettorio scolastico non è un ristorante à la carte", queste erano state le parole della preside, secondo Laura), così non le rimaneva altro da fare che portarsi formaggio, uova e verdure da casa in un contenitore di plastica.

Mary Grace Navarro, che era filippina e aveva guance floride e i capelli più neri e folti che Alina avesse mai visto, annuì in pieno accordo con Laura, poi spalancò l'ampia bocca in un sorriso, come se le fosse venuto in mente qualcosa di divertente.

"Vi ricordate," disse, accomodandosi vicino alle altre ragazze, "di quando in prima ho trovato una caccola sul prosciutto?"

Ci furono risate ed espressioni di disgusto in egual misura. Tutte ricordavano.

"Chissà se oggi nelle mele ci sono i vermi," fece Alina. "Voglio proprio vedere!"

"A dire il vero, se ci sono i vermi vuol dire che non hanno usato gli antiparassitari," spiegò Laura.

"Sì, ma vuol dire anche che mi viene da vomitare!" esclamò Mary Grace.

Noemi ridacchiò. "Così mi fate passare l'appetito, ragazze..." Sembrava che stesse per dire qualcos'altro, poi sventolò una mano per salutare qualcuno dietro le spalle di Alina.

Milena, Valentina e Debora, appiccicate tra loro come al solito, si erano affiancate al tavolo.

"Conti, posso sedermi al posto tuo?" chiese Valentina, con una gentilezza più fasulla dei soldi del Monopoli. "Devo parlare con Noemi, è importante!"

Laura squadrò il terzetto con legittima diffidenza.

"Veramente io..." cominciò, ma Milena le diede subito sulla voce.

"Senti, Conti, scrostati da quella sedia e vai a brucare le tue verdure da un'altra parte," sibilò; poi girò lo sguardo duro verso Mary Grace. "Pure te, Navarro."

Laura e Mary Grace si guardarono, e sui loro volti si disegnarono indecisione, rabbia e paura; per entrambe, quest'ultima ebbe la meglio. Senza aggiungere altro, si alzarono e batterono in ritirata.

Alina fissò Milena e le sue galoppine, come per sfidarle a dare anche a lei lo stesso ordine, ma le tre si limitarono a ignorare la sua presenza. Debora sedette accanto ad Alina, Milena e Valentina ai due lati di Noemi, la quale sorrideva tranquilla, come se non avesse appena visto perpetrare quella schifosa prepotenza davanti ai suoi occhi.

Il cuore di Alina tambureggiava. Stava per dire qualcosa che di certo avrebbe fatto poco piacere al terzetto, ma si morse la lingua: forse, le odiose oche avrebbero parlato un po' con Noemi, poi si sarebbero fatte gli affari loro e alla fine del pranzo tutto sarebbe tornato ad andar bene, come stava andando fino a quel momento.

Ho attraversato le terre selvaggeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora