Il gargoyle era stato sconfitto.
I frammenti della mostruosa statua animata — un orrido conglomerato di artigli e zanne, corna e rugose zampe da uccello — giacevano ai piedi dei quattro avventurieri. L'ascia di Rudolf e la mazza di Zadoka avevano posto fine all'esistenza della creatura.
"Nulla possono le stregonerie, contro il vigore e il coraggio di un nano!" tuonò Rudolf.
La sacerdotessa di Vanera, come di consueto, non perse tempo in inutili trionfalismi. "Fate attenzione," avvertì, allungando davanti a sé la torcia crepitante. "Il mostro faceva la guardia a questo portone. Dobbiamo essere pronti a ciò che ci attende oltre la soglia."
Una doppia porta alta come tre uomini, di un legno così scuro che appariva quasi nero, emerse dalle tenebre del sotterraneo alla luce tremula delle loro fiamme.
"Questo luogo è certamente maledetto," mormorò Rainbow.
"Dove ci troviamo?" brontolò Rudolf, stringendo l'ascia e disponendosi alla testa del manipolo.
"È il Santuario di Sangue, per forza!" esclamò Mario, battendo il dito sulla mappa e poi scrutando Ludovica, come se volesse sfidarla a dargli torto. "Quel gargoyle di prima non è che stava lì per caso."
"E manco quella lama rotante di merda," mugugnò Saverio, che era stato affettato tanto malamente dalla trappola incontrata in precedenza da doversi scolare due pozioni di guarigione.
Quando Ludovica sorrise soddisfatta al di sopra dello schermo del Master, scribacchiò qualcosa sulle sue annotazioni e prese un paio di dadi dal mucchio situato fra le patatine e i Ciocorì, Alina capì che erano arrivati allo scontro decisivo. Per una volta, il gruppo era pronto ad affrontare il gran finale dell'avventura con una quantità sufficiente di punti ferita, pozioni ed equipaggiamento. Zadoka e Sibelius erano perfino dotati di armi magiche, una mazza+1 e un arco+1 (in D&D la potenza delle armi era indicata dal numero di punti che bisognava aggiungere al tiro di dado). Essere avanzati fino al quarto livello di esperienza aveva i suoi vantaggi.
Ludovica mise su una faccia solenne. "Entrate in una grande sala scura, con il soffitto, retto da colonne, così alto che si perde nell'oscurità," iniziò, sollevando lentamente le mani per indicare l'ampiezza di quel luogo spaventoso. "Grandi bracieri riempiono l'aria di fumi nauseabondi, che rendono difficile guardarvi intorno. Però riuscite a vedere, all'altra estremità del salone, un altare nero e due fiaccole ardenti che illuminano il simbolo rosso di Moloch, tracciato sul muro. Questo non può essere altro che il terribile... Santuario di Sangue!"
Alina mandò un'esclamazione e batté le mani, eccitata. Saverio strillò: "Daje!" e scambiò con Mario, che stava percuotendo il tavolo con i pugni, uno sguardo di trionfo. Elisa rimase composta, ma con il viso sorridente proteso verso Ludovica, tutta intenta a non perdersi nemmeno una parola della loro Dungeon Master.
"Avanziamo verso l'altare!" esclamò Alina.
"Frena, tu," esclamò Saverio, "Io avanzo per primo verso l'altare, gli altri coprono te, che se qualcuno ti soffia addosso, t'ammazza."
Alina sbuffò e crollò la testa sul tavolo. "Va bene, va bene," concesse poi. "Ma state pronti a scansarvi, che questa Pergamena del Fulmine la devo pure usare!"
"Chi osa mettere piede nel Santuario di Sangue?" tuonò Ludovica, sporgendosi sul tavolo con le mani ai lati del suo schermo, e girando lo sguardo su di loro con espressione demoniaca. "Intrusi, preparatevi a morire! Le vostre abilità non valgono nulla davanti al potere delle forze del Male!"
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Ho attraversato le terre selvagge
Roman pour AdolescentsAlina e Noemi frequentano la terza media in una scuola del quartiere Flaminio, a Roma: impulsiva e irruenta l'una, spensierata e socievole l'altra, le due amiche sono diversissime fra loro, eppure inseparabili. Elisa è studiosa, pacata e solitaria...