"Alina, io non ci posso credere," mormorò papà, alzando gli occhi dal diario dopo un tempo che le era sembrato interminabile. Doveva aver letto e riletto la nota almeno dieci volte. "Hai fatto a botte il primo giorno di scuola, mentre entravi."
Alina, in piedi in mezzo allo studio, incrociò le braccia e girò la testa per sbirciare il poster del tour del '74 degli Scorpions — autografato dai membri della band — che campeggiava nella sua cornice di vetro sopra la scrivania. Lo sguardo di Uli Roth con i baffoni da hippie era molto più facile da sostenere di quello di suo padre.
"Non ho fatto a botte, papà," protestò debolmente, cercando di ignorare il calore dietro le guance. "Ho solo dato un calcio a Bianchi e lui mi ha dato uno spintone. Fine."
"Beh, anche se non vi siete presi a sprangate, vale comunque come fare a botte, temo," replicò papà, prendendo una biro e apponendo la sua firma in calce alla nota. "Non è la prima volta quest'anno, come la tua preside ha voluto ricordarci. Ci ha convocati a scuola domani, lo sai?"
"Certo che lo so, papà," fece Alina, irritata. "L'ho letta anche io la nota." Che tono odioso che aveva messo su. Si sarebbe presa a schiaffi da sola. Staccò gli occhi dagli Scorpions per guardarsi le punte dei calzini a righe (le scarpe giacevano in un angolo della sua camera, calciate via con stizza qualche minuto prima). I capelli arruffati le caddero sulla faccia.
La preside non si era risparmiata, quella mattina: dopo aver torchiato lei, Elisa e Bianchi nel suo ufficio fino a ricevere una versione dei fatti soddisfacente, li aveva scortati in classe, interrompendo la lezione della Pepieri. Gli alunni della terza C erano saltati in piedi come molle e avevano trattenuto il respiro, mentre la Feregotti faceva il suo ingresso e si piazzava davanti alla cattedra, squadrandoli come il sergente di Full Metal Jacket davanti alle sue reclute pappemolli. Dopodiché, la preside aveva ordinato ad Alina e Bianchi di consegnare i diari, per ricevere la nota e la convocazione dei genitori. Elisa era stata risparmiata: la preside si era convinta della sua innocenza e del fatto che avesse cercato di fermare la rissa prima che cominciasse.
Non contenta, la Feregotti aveva fatto la predica a lei e Bianchi davanti a tutti; già che c'era, se l'era presa anche con il resto della classe, la quale, a suo dire, era composta per la maggioranza da un insieme di teppistelli maleducati e gattemorte pettegole, che mostravano solidarietà fra loro solo quando si trattava di infastidire i professori e rispettare il codice dell'omertà: il numero di note che la terza C aveva rimediato, diceva la preside sfogliando implacabile il registro, stava lì a dimostrarlo.
"Tuttavia", aveva aggiunto, fissando Alina, "riesce ancora a stupirmi come una ragazza proveniente da una famiglia normale, che si suppone debba aver ricevuto una qualche sorta di educazione, possa abbassarsi a questi livelli da bullo di periferia — pugni in faccia, calci, pestoni — e sempre colpendo per prima. Ma del resto i bulli dicono che chi mena per primo mena due volte, giusto?"
Era evidente che la Feregotti sperasse di suscitare in lei una reazione, ma Alina si era limitata a mordersi l'interno delle guance e fissare l'angolo di quaderno sul quale stava tracciando la M dei Metallica con tanta forza da bucare il foglio. Sentiva la preside parlare, ma nel frattempo pensava ai Sodom e agli Slayer, a James Hetfield che scandiva die die die motherfucker die, a Varg Vikernes che riempiva Euronymous di coltellate, a Satana e alla morte, alle copertine splatter dei Cannibal Corpse e a King Diamond con la faccia dipinta e il microfono fatto di ossa incrociate.
"Non ho cominciato io, sai," affermò Alina, trovando infine il coraggio di guardare suo padre. "Andrea Bianchi, e quell'altro deficiente di Mossa, hanno preso in giro me, Ludovica ed Elisa. Me lo dicevi sempre, alle elementari, che andava bene alzare le mani per difendersi."
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Ho attraversato le terre selvagge
Teen FictionAlina e Noemi frequentano la terza media in una scuola del quartiere Flaminio, a Roma: impulsiva e irruenta l'una, spensierata e socievole l'altra, le due amiche sono diversissime fra loro, eppure inseparabili. Elisa è studiosa, pacata e solitaria...