Undici

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Tom Cruise non poteva reggere il confronto con Conan, ma Il socio non era male, anche se, a un certo punto, sembrava che il film non volesse più finire e Alina aveva cominciato a sparare qualche battuta, senza curarsi troppo di abbassare la voce. Lei e Noemi si erano beccate diversi shhh! irritati da parte di una coppia di mezza età seduta nella fila davanti. Alina si era premuta una mano sulla bocca per non ridere più forte.

Alla fine dello spettacolo, erano uscite in strada dalla porta laterale del Barberini e avevano preso Via del Tritone in direzione del McDonald's di Piazza di Spagna. Tirava vento e la serata sembrava proprio un anticipo dell'inverno, ma ad Alina non importava del freddo. Era felice.

Noemi era stata la solita vecchia Noemi, con le sue battute, le sue imitazioni e la sua parlantina. Avevano discusso un po' del film appena visto, poi la sua amica aveva commentato, come Alina si aspettava, l'avvenenza di Tom Cruise e si era aperto un piccolo dibattito su uomini con capelli corti contro quelli che portavano i capelli lunghi; naturalmente Alina sosteneva quest'ultimo campo, ribadendo comunque che la capacità di suonare uno strumento e tenere il palco valeva più di qualsiasi considerazione estetica. Noemi cercò, a quel punto, di estorcerle un apprezzamento su uno dei loro compagni di scuola.

"Ali, non puoi dirmi che Andrea Bianchi non è un bel ragazzo!"

"Non è che se uno è biondo e con gli occhi azzurri, allora è bello per forza," ribatté Alina. "Intanto, Bianchi si fa i capelli come Brad Pitt e non c'assomiglia per niente, fa solo ridere i polli. Poi si scaccola quando pensa che nessuno lo vede. E poi è un idiota, questo palo della luce è molto più intelligente."

Nel passarci accanto, Alina diede una pacca affettuosa al palo in questione.

Noemi alzò gli occhi al cielo e fece un verso esasperato. "Pomarici di terza A? Tutte quelle di classe sua gli sbavano dietro. Ha pure i capelli lunghi ed è un rockettaro come te."

"Rockettaro come me? Pomarici ascolta Vasco e i Pearl Jam, non scherziamo," rispose Alina, indignata. "Poi avrà pure i capelli lunghi, ma non se li lava. E ha lo sguardo bovino."

Alina cacciò le mani nelle tasche del giubbotto, lasciò cadere i capelli davanti alla faccia e imitò l'espressione vacua di Pomarici.

Noemi si coprì la bocca con le mani e rise fino a doversi asciugare gli occhi. "Un giorno, Ali," affermò, "ci rimarrai sotto pure te a uno fichissimo, e quel giorno io sarò lì a urlarti nell'orecchio te l'avevo detto!"

"Sì, sì Noe, non ci contare," fece Alina, dandole una ditata nelle costole. Noemi lanciò uno strillo e si piegò in due. "Ahah! Ti becco sempre!"

Nel frattempo, erano arrivate in vista dei due archi gialli luminescenti che si stagliavano all'ingresso del fast food. Alina si sentiva l'acquolina in bocca al pensiero delle crocchette di pollo che avrebbe presto divorato. Si girò per esternare quel suo sentimento all'amica, ma Noemi iniziò a parlare prima di lei.

"Senti Ali, devo dirti una cosa," annunciò, seria. Alina sentì cadere lo stomaco in un buco. La sua amica esitò prima di continuare. "Però, senti... mi prometti che non ti arrabbi?"

Nell'esperienza di Alina, quella domanda preludeva sempre a qualcosa che la faceva arrabbiare. Squadrò Noemi per cercare di indovinare cosa ci fosse che non andava, poi sospirò. "Dipende da cosa devi dirmi, Noe," rispose, con cautela. "Ma farò del mio meglio."

L'altra annuì. "Ti ricordi quando mi hai chiesto cosa stava succedendo in cortile lunedì scorso?" esordì. "Con Debora, Milena e le altre?"

La menzione di quei nomi le procurò un rigurgito di irritazione che dovette sforzarsi di non mostrare. Era stato bellissimo passare tutta la giornata senza dover pensare a quelle antipatiche delle sue compagne di classe.

Ho attraversato le terre selvaggeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora