Quando la mamma aveva proposto ad Alina la cancellazione dell'ultimo giorno di castigo in cambio di un aiuto in biblioteca il sabato mattina, lei aveva accettato subito e con entusiasmo, aspettandosi di dover spostare dei volumi o aprire qualche scatola di nuovo materiale.
Avrebbe dovuto immaginare che sua madre non le avrebbe proposto quell'offerta, se sotto non ci fosse stata una fregatura! E così, Alina era stata costretta, fin dalle otto e mezza di mattina, ad aiutare i pochi membri dello staff di Villa Leopardi a rimuovere tutti i libri dalla sezione per bambini, metterli da parte in ordine alfabetico e poi sistemarli sulle nuove scaffalature, richieste mesi prima dalla direzione e finalmente consegnate, dopo aver attraversato i labirinti della burocrazia comunale.
"Mamma, spero tu ti renda conto che questo è lavoro minorile," affermò Alina, inginocchiata sul pavimento e intenta a svuotare il ripiano più basso dello scaffale; aveva i capelli annodati dietro la testa e indossava la sua maglietta dei Metallica più vecchia e sdrucita. "Anzi, sfruttamento minorile, dal momento che non mi paghi. Potrei scendere nell'atrio, chiamare il Telefono Azzurro e saresti nei guai."
La mamma era di buonumore (se non lo fosse stata, Alina non avrebbe osato aprire bocca) e le rivolse un sorriso affabile e paraculo. "Quanto sei drammatica, figlia mia!" esclamò, posando con un tonfo un'alta pila di albi illustrati. "La tua amica sta tutte le sere al ristorante ad aiutare i suoi e tu, per due scaffali da sistemare, fai la lagna come se ti stessi facendo costruire le piramidi sotto la sferza. Hai mai sentito Elisa lamentarsi?"
Alina stava per rispondere: "Lei è cinese, è abituata" ma le venne subito in mente la faccia che Elisa avrebbe fatto nel sentirle pronunciare quelle parole (e il lasso di tempo per il quale non le avrebbe rivolto la parola) e decise di stare zitta. Ad ogni modo, sarebbe stata una cosa davvero stupida da dire.
"Possiamo fare una pausa," proseguì la mamma, accennando con la testa al tavolo in mezzo alla stanza. "Ti ho preso un tè alla macchinetta."
Alina bofonchiò il suo assenso e andò a sedersi. Fuori, la pioggia batteva sulle finestre e gli alberi del parco erano scossi dal vento. Nonostante i lavori forzati e i suoi sforzi per mostrarsi contrariata, Alina si sentiva felice di essere lì: la fatica e la concentrazione tenevano lontani i brutti pensieri e la biblioteca Villa Leopardi era un luogo nel quale era piacevole spendere del tempo, specialmente a gennaio, con il tepore del riscaldamento dentro e l'acquazzone fuori. L'odore di carta le ricordava la sua infanzia e i pomeriggi che aveva passato in quella stanza silenziosa, scegliendo i libri da prendere in prestito e disegnando sui fogli che la mamma le faceva sempre trovare sul suo tavolino preferito. Che strano — si ritrovò a pensare Alina con improvvisa nostalgia — essere stata una bambina di cinque anni, con i capelli in due codini (già allora perennemente spettinati), che colorava Paperino, Pippo e Pluto con i pennarelli.
Tutta presa da quei ricordi, Alina guardò sua madre e si accorse con piacere che, per la prima volta nell'ultima settimana, si sentiva a suo agio nel sedere accanto a lei. Distese le gambe sotto il tavolo e liberò un lungo sospiro.
La mamma le sorrise, rilassata, mentre mescolava il caffè nel bicchiere di plastica. Per lavorare alle scaffalature aveva scelto di indossare un paio di jeans e la sua t-shirt degli Scorpions con lo scorpione cromato. Vestita così, pensò Alina, sua madre sembrava molto giovane e pronta per andare a un concerto, sgomitare tra la folla di capelloni per guadagnare la transenna e godersi lo spettacolo urlando a squarciagola tutto il tempo.
"Ancora un'oretta e abbiamo finito," disse la mamma, mettendo in bocca il bastoncino che aveva appena usato e succhiandone qualche goccia di caffè. "Passiamo al videonoleggio prima di andare a casa, che oggi tocca a te decidere il film. Qualche idea?"

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Ho attraversato le terre selvagge
Novela JuvenilAlina e Noemi frequentano la terza media in una scuola del quartiere Flaminio, a Roma: impulsiva e irruenta l'una, spensierata e socievole l'altra, le due amiche sono diversissime fra loro, eppure inseparabili. Elisa è studiosa, pacata e solitaria...