Tredici

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Novembre scivolò via lento e malinconico, insieme alle piogge e alle foglie cadute, e come ogni anno, cedette infine il passo a dicembre. Le vacanze natalizie — la prima lunga pausa, finalmente, dopo tre estenuanti mesi di lezioni — erano ormai a un passo.

Nonostante i suoi malumori truculenti, il carattere ispido, l'occasionale cinismo e la predilezione per i capi di vestiario adornati da teschi e demoni, Alina adorava il Natale e lo aspettava sempre con trepidazione. Perfino il viaggio in macchina verso scuola le sembrava bello, se durante il tragitto poteva guardare le luminarie che adornavano strade e negozi e parlare con la mamma di cosa avrebbero fatto durante le vacanze e dei regali che le sarebbe piaciuto ricevere.

Il gruppo di Dungeons & Dragons aveva proseguito nella sua campagna (un termine che non aveva nulla a che fare con fattorie e campi coltivati, ma si riferiva, aveva spiegato Ludovica, a una serie di avventure di D&D collegate fra loro), e ormai Alina e i suoi compagni di gioco erano in procinto di raggiungere il terribile Santuario di Sangue, dove le abilità dei loro personaggi sarebbero state certamente messe a dura prova.

Per quanto riguardava il mondo reale, gli eventi erano, come al solito, molto meno interessanti.

Il grande gossip del momento riguardava la separazione fra Milena e Storaro. All'inizio di dicembre, i due si erano presentati in classe senza guardarsi; poi, durante la ricreazione, Storaro aveva spiegato la situazione ai suoi sottoposti, mettendo bene in chiaro che era stato lui a lasciare Milena, ma senza sbottonarsi sulle motivazioni. La notizia si era diffusa nel cortile e nelle classi come un incendio in un'estate senza pioggia: alla fine della giornata, anche gli studenti meno pettegoli conoscevano i fatti e la maggior parte delle voci che viaggiavano da una bocca all'altra.

Molti studenti di terza sostenevano che il ripetente Storaro avesse chiesto a Milena, un anno più piccola di lui, di spingersi oltre i baci con la lingua che si scambiavano in cortile o fuori scuola o ai giardinetti (alcuni sussurravano che lui le avesse addirittura chiesto di farlo!) e che lei avesse rifiutato. Storaro, quindi, l'aveva scaricata in favore di una ragazza più grande e più scafata.

Un'altra opinione popolare era che Storaro avesse chiuso con quella relazione perché si era finalmente accorto che Milena era una presuntuosa acida e insopportabile; davanti a simili affermazioni, molte ragazze ribattevano che, invece, doveva essere stata Milena a rendersi conto che il suo fidanzato non era altro che un teppista ottuso, capace solo di tirare calci a un pallone, bullarsela da padrone della scuola e cercare le risse a Piazza Grecia — e quindi l'aveva mollato, mentre lui mentiva, ovviamente, per salvare la faccia.

Milena, dal canto suo, non rispondeva alle domande su Storaro: passava la maggior parte del suo tempo da sola, scrivendo o disegnando sul diario, oppure in compagnia di Veronica e Maura, e tornava spesso dal bagno con gli occhi rossi e un'espressione corrucciata in viso. Debora e Valentina sembravano preferire, ormai, la compagnia di Noemi, e facevano del loro meglio per ignorare la loro ex ape regina.

Il venerdì dopo l'Immacolata, alla terza ora, la terza C venne scortata dalla professoressa di musica — una signora pugliese nervosetta, ma in fondo amabile, di nome Marisa Palumbo — nell'aula al piano terra dove si sarebbero tenute le prove per la messa di Natale.

Era, questa, una tradizione scolastica che Alina detestava con ardore fiammeggiante: ogni anno, il penultimo giorno di scuola prima della pausa natalizia, tutte le classi della Achille Mauri lasciavano la scuola e si recavano alla vicina chiesa di Santa Croce al Flaminio. Gli studenti assistevano alla messa e cantavano in coro le canzoni di Natale che la Palumbo aveva cercato di insegnare loro nel mese precedente, confidando che il numero di ragazzi presenti compensasse la scarsa propensione al canto della maggior parte di essi. La cosa si ripeteva identica a Pasqua, con canzoni diverse.

Ho attraversato le terre selvaggeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora