Quarantotto ☾

13.9K 437 59
                                    

Selene

Gli occhi di Kael lampeggiano gialli e fieri nell'oscurità, mentre tutto il branco è lì presente per il battesimo di luna della piccola Janice.

È parte delle tradizioni del branco e Kael non potrebbe essere più orgoglioso di presenziare ad una cerimonia che, per una volta, riguarda la sua felicità e non quella di qualcun altro.
In quanto Alfa, ha dato il benvenuto nel branco a tutti i nuovi nati.

Stavolta, però, si tratta di sua figlia.

E malgrado la tradizione, malgrado il suo ruolo, non la molla un attimo.
La tiene tra le braccia in modo protettivo.

Amavo Kael già prima che diventasse padre, ma ora semplicemente sono ipnotizzata dalla sua dolcezza e dal rapporto che ha con Janice.
Anche gli occhi gialli della piccola brillano mentre esplode in un pianto ribelle.

Questo è un tratto che ha preso da me, penso, con un sorriso.

«Sei la prima umana a presenziare a un rito del branco» mi sussurra Kael, all'orecchio.

«E non vuoi rovinarmi la sorpresa, immagino...» lo provoco.

Kael sfodera il suo solito ghigno e sulla guancia si forma una fossetta che mi fa venire voglia di baciarlo.

Come se avesse intuito quel pensiero, le sue labbra trovano le mie e, davanti a tutto il branco, mi attira a sé come se non potesse farne a meno.

«Stai a guardare» mi sussurra, sfiorando il suo morso prima di riprendere il suo ruolo di Alfa.

Negli sguardi dei lupi presenti vedo ammirazione, questo sì, ma anche sorpresa. Forse perché molti di loro erano abituati ad un Kael freddo e distaccato, sempre solo.

Questa è una versione di lui del tutto diversa.

Kael è al centro di un cerchio di lupi e deposita Janice su una roccia concava, simile a una culla di pietra. Sotto i raggi della luna, la pelle della piccola è quasi lucente e i suoi occhi brillano in modo intenso.

«Ho dato il benvenuto nel branco a molti di voi...» esordisce, in tono solenne, stringendomi il fianco con un braccio. «Ma stasera sono qui per presentare a voi tutti la mia compagna e mia figlia e sancire così la loro appartenenza al mio branco»

Janice emette in piccolo verso dolcissimo, mentre le spuntano delle piccole zanne. Poco dopo il suo verso finisce per somigliare a un ululato, unendosi a quello di tutti i lupi del branco, che levano il volto verso la luna e si trasformano.

«Selene, Janice...Da oggi siete parte del mio branco, oltre che della mia vita»

Non riesco a trattenere una lacrima commossa, mentre tutti i membri del branco si avvicinano alla piccola culla di roccia e salutano la piccola Janice con una carezza o con un regalo. Gli ultimi ad avvicinarsi siamo io e Kael, insieme al resto della famiglia.

Laila mi sorride, mentre Natan tiene tra le braccia la loro bambina.
È nata da qualche mese ormai e i suoi occhioni sono verdi screziati di viola, come un'unione perfetta tra quei due.

«Hai parlato come un hippie» dice Natan, con un sorriso malizioso, prendendo in giro il fratello come per rievocare una loro conversazione.

«Selene, menomale che sei arrivata tu a renderlo meno insopportabile...» si intromette Adam, seguito da Rose che invece prende la mano della piccola e scoppia a ridere. Anche la Janice sorride, di rimando.

Le guardo, un po' confusa e Kael mi rivela che Rose vede e sente cose che gli altri non riescono a percepire. A volte si tratta del futuro altre volte si tratta solo delle emozioni...

«Cosa sta provando?» le chiedo, avvicinandomi alla mia piccola bambina perfetta e alla zia.
«Oh» esclama Rose, sorpresa «È felice» dice, guardando sia Kael che me «E tranquilla...E si sente amata»

Laila sorride prendendo la piccola che Natan ha tra le braccia e stringendola a sé. Accanto a lei e al suo compagno c'è anche un giovane ragazzo, con gli occhi verdi anche lui e Natan gli posa una mano sulla spalla.

Chi è stato abbandonato sa quanto sia importante sentirsi amati. E loro più di chiunque altro ne apprezzano l'importanza.

Kael mi distrae con un bacio leggero sul collo. Da quando è nata Janice siamo stati insieme con meno frequenza, visti gli impegni e il cambiamento della nostra vita.

In questo momento percepisco tutto il suo desiderio e quando torniamo a casa, nella nostra piccola baita di legno, ne ho la conferma.
Nostra figlia si addormenta in poco tempo e, quando i suoi occhi si chiudono, Kael mi attira a sé sotto le lenzuola, facendomi percepire chiaramente tutta la sua eccitazione.

«Non qui...» borbotto, temendo di svegliare la piccola. Kael protesta contro mio collo, mentre mi abbassa l'elastico delle mutandine e le fa scivolare fino al ginocchio, accarezzandomi le natiche.

«Ho davvero bisogno di entrare dentro di te...E darti il mio personale benvenuto nel branco»
Mi giro verso di lui, posando una mano sulla sua mascella squadrata.

«Come se già non l'avessi fatto» scherzo, giocando a provocarlo.

«Mmm» mi prende tra le braccia e mi porta nell'altra stanza. Mentre mi solleva le mie gambe si allacciamo ai suoi fianchi e la sua virilità si indurisce, lasciandomi intuire le sue intenzioni.
«Voglio ribadire il concetto»

Si siede sul divano, con me sopra di lui e mi stringe i capelli, arrotolandoseli attorno alla mano con fare prepotente.

Gli sorrido e mi sporgo per baciargli le labbra, mentre lui si ritrae e mi guarda con gli occhi gialli, ardenti di desiderio. La sua mano si posa sul mio sedere e mi fa dondolare su di lui, in modo che il mio nucleo pulsante sfreghi sulla sua lunghezza. Sono già bagnata. È questo l'effetto che mi fa...

Con Kael perdo il controllo. Sempre, come fosse la prima volta che stiamo insieme.

«Kael, smettila di torturarmi...» mormoro, mordicchiandogli il collo.

Lui emette un verso gutturale e impaziente mentre il suo dito mi sfiora la fessura tra le gambe, facendomi gemere.

«Ti stavo solo ammirando» dice, con voce ruvida mentre le sue labbra catturano le mie e con la mano mi afferra il seno, pesante e gonfio.
«Sei così bella...»

Mi sfiora la pancia e poi mi solleva sulla sua erezione, fino a spingere contro di me e a iniziare a divaricarmi, lentamente. So che vorrebbe sfogarsi, eppure si trattiene per darmi tempo di abituarmi a lui.

Gemo, leggermente dolorante per via delle sue dimensioni e mi aggrappo alle sue spalle, mentre lui ribalta la nostra posizione e finisce per sovrastarmi.

Mi spinge contro il divano e solleva le mie gambe, in modo da rendere ogni spinta molto più profonda.

«E tu avevi paura di non piacermi più...» ringhia contro il mio orecchio, come se avesse perso il controllo. «Io ti voglio ogni singolo istante...Ogni cazzo di momento»

Mi sfugge un gemito per quel suo modo di parlare e per la sensazione di pienezza che provo nel sentirlo dentro.

Chiudo gli occhi e tutto di me si stringe e si contrae, in preda ad un orgasmo. Kael rallenta e muove i fianchi in modo dolce e lento, dandomi tempo di riprendermi prima di tornare a spingere.

Il suo corpo sbatte contro il mio, ne sento i testicoli pesanti, impazienti di svuotarsi e i ruggiti contro il mio orecchio e il mio collo. È quasi al limite.

«Kael...» mormoro il suo nome, come se fosse tutto il mio mondo, come se fosse tutto ciò che importa.

«Kael...»
Lui emette un gemito e poi esce da me, venendo con un rantolo sofferto e sdraiandosi esausto sopra il mio corpo.

Mi bacia dolcemente e poco dopo la nostra piccola riprende a piangere.

«Fine della festa...» protesta, alzandosi e ripulendosi, prima di precipitarsi in camera.

«Ci penso io, tranquilla» dice, guardandomi e uscendo fuori nella notte con Janice. Lo sento parlarle del branco, di lupi, di stelle...
E vederlo così mi fa capire che tutto è perfetto. Io, lui, la nostra famiglia...

LONE WOLFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora