Selene«Allora, che te ne pare?» chiede Kael, rigirandosi la chiave della baita tra le mani prima di infilarla nella serratura come se fosse quella della sua stessa abitazione.
«Le corna di alce sopra la porta mi inquietano un po'» dico, con una smorfia, strappandogli uno di quei rari sorrisi che gli illuminano il viso.
«Interessante» mi prende in giro «Hai altri spunti da far presente al mio consiglio di amministrazione?»
«Perché, questo posto è tuo?»
«Dell'azienda che dirigo. La Woodpack l'ha acquisito di recente. Hotel, ristorante, pub...Tutto quanto»
«Credevo che vi occupaste di legname»
«Un'espansione del business. Ed un omaggio a mia madre. Lei adorava queste montagne»
Sono tentata di chiedere di più, ma la sua espressione mette un punto all'argomento ancora prima che io possa trovare le parole giuste per formulare quella domanda.
Non vuole parlarne. È fin troppo chiaro.
«Sai, è difficile stare dietro a tutte le tue personalità» ironizzo, seguendolo all'interno.
«Sarebbero?» alza un sopracciglio, avanzando nella penombra della stanza fino a trovare l'interruttore.
«Il marine, lo studente modello, l'amminisratore delegato...» contraggo la fronte come per guardarlo meglio «Chi sei veramente, Hastings?»
Si lascia andare ad una risata gutturale ed il mio mondo si riscalda, illuminandosi della luce che irradia da quest'uomo incomprensibile.
«Straight to the point, eh?» sospira e scuote la testa, togliendo i teli di copertura dal divano e dal tavolo.
«Mettila così» concede «Sono l'incrocio tra ciò che volevo essere, ciò che devo essere e ciò che sono in realtà»
«Rispondi sempre per enigmi?»
«Solo alle domande inopportune» ribatte, con un tono seccato che si smorza in una smorfia «E le tue, per la cronaca, lo sono tutte»
«Peccato, stavo giusto per chiederti quale persona sana di mente lascerebbe la facoltà di legge...»
«Potrei farti la stessa domanda»
Quella frase mi spiazza.
Avevo lasciato l'università mettendo in pausa gli studi solo per evitare di affrontare quel viscido di Luca De Santis.«Tu come fai a...»
Alza un sopracciglio.
«A saperlo?» completa la mia frase, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. «Era scritto nella domanda di assunzione. Rilassati»
Sto quasi per rispondere quando la battuta tagliente che pensavo di riservargli mi si blocca nella gola alla vista della camera matrimoniale alla mia destra.
C'è un solo letto.
Ed io non sono sicura di essere pronta a condividere con lui i miei incubi.
«Perché hai detto a Nora che non avevamo bisogno di una stanza in più?»
«Perché lavori per me e sei una mia responsabilità. Che ti piaccia o no»
Il dispotismo nella sua voce mi fa saltare i nervi.«Non mi piace» sbotto, con l'unico effetto di fargli storcere le labbra in un ghigno.
«Avrei detto il contrario»
Pallone gonfiato.
«Fino a prova contraria sei tu che mi hai trascinata fin qui» puntualizzo.
«Ecco, appunto. Dovresti ringraziarmi. Vedrai un po' di vero Montana»
Forse è solo incoscienza.
Forse sono solo una delle tante che subisce il fascino di Kael.Lo guardo muoversi nella baita come se ne conoscesse ogni angolo e non posso fare a meno di chiedermi se non ha portato qui anche altre ragazze prima di me. Magari Nora.
Non dovrebbe importarmi e non capisco perché mi faccia così male l'idea.
È intento ad estrarre delle coperte da una panca di legno per metterle sul letto.
«Sono per te» dice, notando la mia espressione titubante «Io dormo sul divan...»
Il telefono vibra nella tasca dei suoi pantaloni e lui lascia a metà la frase per dedicarsi al suo interlocutore.
«Nora...»
Sentire quel nome mi fa provare una fitta di gelosia immotivata.
Sii superiore, Selene, mi dico, cercando di fare leva sulla poca razionalità che mi rimane.
Ma, nonostante i miei sforzi, ogni tentativo di pensare positivo svanisce non appena lui si avvia verso la porta.
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LONE WOLF
WerewolfSelene ha un passato da dimenticare e un gran bisogno di soldi. È questo che la porta a fare la scelta più assurda che potesse mai fare e volare fino in America, nel Montana per accettare un lavoro di ragazza alla pari in casa Hastings. Soprattutto...