Tredici ☾

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Le unioni con gli umani non sono vietate.

Inutile perdere tempo a proibire una cosa che potrebbe uccidere il partner ancor prima di diventare ufficiale. 

Data la forza dell' imprinting e la morte certa che ci spezza quando perdiamo la nostra compagna, nessun pazzo si legherebbe ad una creatura così debole.
E nessun branco si farebbe guidare da un simile folle.

Assemblea della Woodpack, codice etico dei fondatori, 1971.

Kael

«È per lei che non mi guardi più?»
Nora mi punta addosso i suoi occhi rossi, come fossero un'accusa.

È seduta sul bordo del grande letto della sua stanza, con addosso un body nero in pizzo che le fascia il corpo in modo sensuale. Ed io l'ho appena rifiutata.

«Stavamo bene io e te» dice, accavallando la gamba snella in modo provocante.
Solitamente sarebbe bastato molto meno per perdere il controllo e distruggere la stanza.
Per quelli della nostra specie l'istinto prevale su ogni cosa in quei momenti.

«Sono venuto qui perché mi hai chiesto di parlare»

Non le ho mai promesso niente ma, a vederla così, capisco che Nora non ha lo stesso mio distacco.

Rimango fermo sulla soglia, in un gelo inequivocabile.

«E quando mai questo ci ha impedito di fare anche tutto il resto?» alza gli occhi verso il soffitto, come per trattenere una lacrima.

«Le cose sono diverse adesso, Nora»

Abbiamo passato molto tempo tra queste mura: io ero dovuto tornare a casa dopo la morte di mio padre e lei voleva solo dimenticare di essere l'unica del suo branco a non aver avuto l'imprinting. Il sesso cancellava i nostri pensieri.

«Per via di quella...» contrae il viso in una smorfia di disgusto, prima di scuotere la testa e lasciare sospese le parole a mezz'aria.

«Selene non c'entra niente» puntualizzo, cercando di essere allo stesso tempo comprensivo con Nora. Non voglio ferirla.

«Sono stato nominato alfa, ho preso il controllo della società che gestisce tutte le foreste dei branchi del Montana e...» sospiro pesantemente «Ho anche i miei fratelli a cui badare»

«Eppure sei qui con lei»

Mi limito a scuotere la testa.

«Abbi almeno il coraggio di rispondermi, Kael Hastings

«È solo una che lavora per la mia famiglia»

Nora reclina leggermente la testa all'indietro e si lascia sfuggire una risata amara.

«Anch'io lo sono» osserva, con uno sguardo che sembra volermi trafiggere. Tecnicamente, da quando ho acquisito l'hotel, tutti i membri del branco dei Dallas sono miei dipendenti.

«Il paragone è fuori luogo»

«Tu dici?» ribatte lei, con un sorriso che rivela i canini ed un ringhio che sale dal torace.

«Non hai mai condiviso quella baita con me. Com'è che hai sempre detto? Troppi ricordi di famiglia. Di tua madre.» ride ancora, stavolta in modo più violento.

«Quante me ne sono bevuta...»

È snervante. Mi passo una mano tra i capelli e cerco di fare appello a tutto il mio autocontrollo per evitare di dire qualcosa che possa ferirla.

«Non devo giustificarmi con te, Nora» so che, indipendentemente da ciò che sceglierò di dire, le spezzerò il cuore. «Non ti ho mai promesso nulla. Sono stato chiaro fin dall'inizio»

Continua a scuotere la testa, come se fosse davanti alla più grande delle assurdità.

«È un'umana, Kael. Te ne sei accorto?» mi provoca.

«Non c'è niente tra me e Selene»

Nora sfodera un ghigno sinistro.

«Allora posso giocare con lei? Sarebbe divertente farla spaventare per via di qualche enorme lupo selvatico nei boschi»

Stavolta sono io a ringhiare ed il ruggito che mi esce da dentro è il più forte che io abbia mai emesso da quando sono mutato.

«Ecco, appunto...» commenta, mentre la lacrima che tanto ha cercato di trattenere scende silenziosa lungo la guancia.

LONE WOLFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora