Sei ☾

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Selene

«Vedrai, ti farà bene cambiare ambiente», ripete mia madre, come se volesse convincersene anche lei, mentre mi aiuta a sistemare il borsone. Io annuisco distrattamente e piego un abito bordeaux scuro, disponendolo sopra gli altri.

«Porta anche qualcosa di colorato», dice, mostrandomi una camicia azzurra con un orribile fiocco.

Normalmente le direi che mi fa schifo, ma sto per partire e non voglio conflitti, perciò la lascio fare.
«Magari ci sarà qualche festa...», continua lei, frugando nell'armadio, «Che ne dici di portare anche quel grazioso vestitino che avevamo comprato insieme?»
La interrompo in modo brusco.
Forse troppo...
«Io non vado più alle feste, ricordi?»
Ho la voce più dura di quanto vorrei, e nel vederla rabbuiarsi mi si stringe lo stomaco.
Si sente in colpa per quella sera...
Per ciò che mi sarebbe potuto succedere...Per ciò che comunque è successo.
«Mi concentrerò sul lavoro»
Mi sforzo di aggiungere, con un tono più dolce.
Lei mi abbraccia e sento le lacrime cadere dai suoi occhi fino a bagnare la t-shirt grigio scuro che ho addosso...

La musica mi trascina sempre da qualche parte. Stavolta Damien Rice, sulle note di The Blower's Daughter, mi ha riportata indietro al momento esatto in cui questo viaggio è iniziato.
Il vestito bordeaux alla fine ha attraversato l'oceano insieme a me ed ora è appeso ad una gruccia sull'anta esterna dell'armadio, in attesa che io gli dia finalmente motivo di essere qui. A dire il vero avrei preferito una serata tranquilla fatta di libri da leggere e pigiami larghi. Ma Kael non mi ha lasciato scelta. Ha aggiunto anche, in risposta ad un mio tentativo di sottrarmi all'impegno di stasera, che non sarebbe sicuro rimanere a casa da sola.

Non ho intenzione di mettermi troppo in tiro, però, e così smorzo l'eleganza del vestito con una ballerina bassa e comoda. Per i capelli invece mi limito a spazolarli e fare una semplice treccina laterale  sul lato destro. Niente di troppo appariscente ma un bel passo avanti rispetto alle combo di leggins e shorts vari con cui mi hanno sempre visto, finora, i fratelli Hastings.
Quando scendo le scale  trovo gli Hastings tutti già pronti in salotto,  elegantissimi nei loro completi sartoriali che ne fasciano le fattezze muscolose e atletiche. Kael indossa una camicia bianca con le maniche leggermente arrotolate all'altezza degli avambracci e tiene la giacca sullo schienale della poltrona.

È seduto. E i suoi occhi sono gli unici che, pur stando in silenzio, non si staccano mai da me.

«Sei in ritardo» mi ammonisce, con un sorriso che, forse, preannuncia un disgelo.

«Ignoralo, Selene» interviene Alec, venendomi incontro con un sorriso strafottente.

«È bello vederti finalmente vestita da femmina» scherza Adam, scostandosi dal muro su cui è appoggiato.

«È ora di andare»
Kael si alza dalla poltrona e si avvicina a me con dei lunghi passi decisi.

«Come ci organizziamo con le macchine? Qualcuno dovrà portare Selene» Chiede Hyden.

«Lei viene con me»
Il tono di Kael non ammette repliche e, nonostante un'alzata di occhi al cielo, lo seguo fino in garage, dove sono parcheggiate cinque auto di lusso, tutte tirate a lucido.

Si ferma davanti alla Porsche e mi fa segno di salire.

Noto che Natan, prima di sfrecciare via con la sua Audi grigia, lancia uno sguardo contrariato nella nostra direzione.

«Cos'ha contro di me?»
La mia domanda lo spiazza.
«Chi, Natan?»

Mentre parla ha le mani sul volante e l'aria rilassata. Il suo profumo, nello spazio ristretto dell'abitacolo della macchina, mi avvolge completamente, irretendo i miei sensi.
«Sì»

LONE WOLFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora