Ventiquattro ☾

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Tutta la città si stringe accanto alla famiglia Hastings per la tragica scomparsa di Mitchell e Janice, avvenuta a causa dell'attacco di un animale selvatico nei pressi della loro casa. Le sorti delle proprietà e della Woodpack Ltd passano ora al figlio maggiore, assente al momento dell'incidente ed appena rientrato da una missione di guerra in medio oriente. La borsa è stabile, ma solo l'andamento futuro delle azioni ci darà la conferma delle abilità del trentenne Kael Hastings nel gestire l'azienda.

Archivio della Woodpack Ltd, articolo del GLACIER DAILY, 30 aprile 2017.

Selene

Raggiungiamo la sede centrale della Woodpack dopo aver superato i cartelli che segnano la svolta per Missoula ed essere ampiamente passati oltre la seconda città più grande dello stato del Montana. Almeno secondo internet.

Quando Kael ferma la sua auto davanti all'ingresso dell'enorme edificio di vetro in cui ha sede l'azienda, provo un leggero senso di sollievo.
Stare in silenzio non mi dispiace ma, con lui accanto, è qualcosa che ho appena scoperto di non poter tollerare.
Non dopo quello che è accaduto.

«Non puoi non parlarmi più, lo sai?» sbotto, infastidita dalla sua calma glaciale.
Ha una mano in tasca e l'aria annoiata.

«Posso ridurre al minimo le nostre interazioni»mi ricorda, alzando un sopracciglio e precedendomi all'interno. Le sue ampie falcate mi costringono ad accelerare il passo.

È una costruzione moderna: con pavimenti di legno e pareti completamente in vetro. Dietro gli uffici riesco a scorgere i dipendenti alle loro scrivanie e mi si stringe un nodo allo stomaco quando Kael rallenta i suoi passi in prossimità della targhetta che segnala l'inizio dell'area legale della società.

«Buongiorno signor Hastings» lo saluta un'impiegata, alzando i suoi occhi verdi verso di lui e rivolgendogli un sorriso fin troppo reverenziale.

«Dopo posso passare da lei? Ho delle carte da farle firmare» stringe la cartellina sotto il suo seno appena accennato, che spunta dalla scollatura rotonda della blusa.

«Certo, Paula»
Il tono cortese che le riserva mi colpisce in pieno petto. Soprattutto perché non mi parla più, in nessun tono possibile. E, cavolo se mi manca la sua voce.

«Tempo di sistemare una cosa e ci sono»

Una cosa.
Io sarei...Una cosa?!

La rabbia e la gelosia si annodano attorno al mio stomaco, anche se non ho nessun motivo per sentirmi offesa dal suo comportamento.
Kael non è mio.

Ed io sono - come ha detto Natan- solo una delle tante.

La donna annuisce, raccogliendo alcune ciocche del caschetto nero dietro l'orecchio, prima di congedarsi con un ancheggiante rumore di tacchi.

Non ho avuto scelta nell' accettare o meno l'offerta di Kael, ma ora mi sento del tutto inadeguata e perfino i vestiti che indosso appaiono dozzinali.

«Non credo sia una buona idea...» mormoro, in preda all'imbarazzo, cercando inutilmente di fare breccia nelle iridi dorate del maggiore degli Hastings. Rimane impassibile e apre la porta di vetro opaco ancor prima di bussare.

«Chi...»
La voce dell'uomo seduto dietro la scrivania si blocca per lasciare spazio a un'espressione felicemente sorpresa. È giovane, con il torace avvolto in un maglioncino color sabbia da cui spunta fuori il colletto inamidato di una camicia.

«Kael!» il tono colloquiale e le braccia aperte in un plateale gesto di benvenuto, quasi fraterno, non lasciano dubbi sulla loro confidenza. Una confidenza che non tutti possono permettersi con  il più grande degli Hastings.

LONE WOLFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora