Selene
Infilo gli abiti da trekking che mi ha dato Kael e mi accorgo che su di me vanno perfetti, forse perfino un po' larghi.
Riflessa nel piccolo specchio della mia stanza vedo una Selene che per la prima volta sembra nuova, diversa, pronta a buttarsi verso la vita senza il timore di finire frantumata in tanti piccoli pezzi. Eppure Kael è un pericolo, lo sento. La sua vicinanza altalenante, le sue attenzioni intermittenti, il caldo e il freddo dei suoi modi potrebbero destabilizzarmi fino a farmi perdere quel poco di equilibrio che, lentamente e con fatica, ho riguadagnato nell'ultimo periodo.
Sono passati tre anni dalla notte della tentata violenza, dalla denuncia che non ho avuto il coraggio di fare, dalla vergogna, dal rifiuto verso ogni forma di contatto e di piacere. Prima di allora ero normale, una semplice universitaria che si proietta sul futuro con ottimismo e determinazione.
Dopo, nulla è stato più lo stesso. Ho perso tutto, perfino me stessa...E non ho completato la mia laurea in giurisprudenza. Non riuscivo più a studiare né a concentrarmi.Presa da quei pensieri, impiego molto più del tempo necessario per vestirmi e preparare un piccolo zaino da montagna con dentro l'essenziale.
Quando scendo sono già le undici e mezzo. Kael è fuori, nel piazzale antistante la casa, accanto ad una moto nera.
Nel vedermi si infila il casco e ne estrae uno identico dal baule portapacchi, porgendomelo. Non sono pratica di moto e, nonostante il fascino innegabile di Kael con il giubbotto di pelle, devo ammettere che tutta quella vicinanza e quel contatto mi inquietano.«Non abbiamo tutto il giorno» mi esorta, mentre sistema il casco sulla mia testa e regola il cinturino sotto il mento. Mi sento terribilmente buffa con quell'affare in testa e i miei movimenti, nel salire sopra la sella della moto, sono ancora più goffi di quanto lo sarebbero stati in condizioni normali.
«Attenta alla marmitta» dice Kael, la cui voce ora risuona direttamente dentro il casco che deve essere dotato di una specie di interfono per consentire la comunicazione anche durante il viaggio.
«Sembra di avere la tua voce dentro la testa» protesto.
Kael ride di quella mia affermazione.
«Nessuno si è mai lamentato»
«Perché? Parli spesso da dentro a un casco?»
Il mio volto si contrae in una smorfia.
«Diciamo di sì» risponde, abbassando la visiera e girando la chiave nel cruscotto della moto, che si attiva con un rombo sonoro del motore. Non riesco mai a capire le sue frasi criptiche e, ad ogni modo, la mia attenzione viene distratta dall'improvvisa partenza della moto. Tengo le mani lungo i fianchi, per evitare il contatto con Kael na per poco non perdo l'equilibrio.
La sua risata echeggia nel mio casco, così come la sua voce.«Devi tenerti a me» dice, fermandosi in prossimità del cancello dello chalet degli Hastings per consentirne l'apertura. Tiene la moto ferma tra le sue gambe, poggia i piedi a terra e, intuendo il mio rifiuto a cingerlo da dietro, mi prende le mani e le porta su di sé, all'altezza dei fianchi. Stavolta, quando riparte, non si preoccupa di regolare la velocità e finisco per stringerlo come se non volessi più lasciarlo andare.
«Ecco, così» dice, togliendo momentaneamente una mano dal manubrio e posandola sulla mia. Di nuovo quella sensazione mi provoca una miriade di emozioni: stupore, prima di tutto, ma anche un formicolio e un calore che avevo dimenticato di poter sentire.
«Qualunque cosa ti sia successa...» aggiunge poi, girando leggermente la testa nella mia direzione
«Puoi stare tranquilla con me»
«Non mi è successo niente»
«Non trattarmi da stupido, Selene» dice, mentre imbocchiamo una strada lunga e poco trafficata, che attraversa i campi e sembra dirigersi verso le montagne all'orizzonte.Potrei semplicemente dirgli che si trattava di una festa, che pensavo che non sarebbe mai successo, non a me...
«Dove stiamo andando?»
Decido di cambiare discorso e di concentrarmi sul presente. «Vedi quella montagna laggiù?» annuisco, guardando le vette in lontananza con aria preoccupata. «È quella a destra, la più alta»«Non ce la faremo mai ad arrivare in cima prima che faccia buio»
Non sono esperta come Kael, ma so bene che in montagna bisogna andare di mattina presto, con la luce del giorno.
«Non dobbiamo fare tutto oggi» dice, mentre saliamo di quota e percorriamo una strada in salita, con poco asfalto e troppe buche. «Oggi arriveremo al rifugio e da lì, domattina raggiungeremo la cima»
«Cosa?»
«Sei impazzito?» ribatto, scioccata dalla notizia di dover passare la notte fuori «Non ho nulla per dormire, ho a malapena un cambio di vestiti che avevo portato per il sudore»
«Selene dai, un po' di spirito di avventura ti farà bene» mi prende in giro Kael, con il suo solito sarcasmo. «Ricordami di non accettare mai più un tuo invito»
«Non era un invito» precisa, con calcolata freddezza.
«Volevi sfidarmi nel mio habitat... ed eccoti accontentata»
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LONE WOLF
WerewolfSelene ha un passato da dimenticare e un gran bisogno di soldi. È questo che la porta a fare la scelta più assurda che potesse mai fare e volare fino in America, nel Montana per accettare un lavoro di ragazza alla pari in casa Hastings. Soprattutto...