Venticinque ☾

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Il talento dipende dal nostro carattere e dalle circostanze della trasformazione.
L'imprinting, invece...
Beh, quello è del tutto inspiegabile...

Mitchell Hastings

Kael

La chiamano Hell Week per un motivo ma se c'è una cosa che ho imparato, in quelle settimane di addestramento, è che la forza bruta senza controllo è più una minaccia che un'arma.

Sento ancora l'acqua gelida che mi immobilizza il corpo mentre, con mani e piedi legati, attendo di toccare il fondo per darmi la spinta necessaria a riemergere.

La pressione sulla cassa toracica aumenta, così come il panico, mentre tutto ciò per cui agonizzi è una semplice boccata d'aria pura.

Affondare e riemergere.
Ancora. Ancora. Ancora un'ultima volta. E poi ancora...Fin quando non sei davvero pronto a morire.

Dovete avere il dominio totale sul vostro istinto, saper ragionare nel mezzo del caos, resistere agli impulsi.
Solo così sarete utili in guerra...

Dopo la trasformazione, l'addestramento militare mi ha modellato, incanalando la rabbia in qualcosa di utile ed aiutandomi a trovare un modo per restare attaccato alla mia parte razionale.

Eppure, in questo momento, guardando Brian che sorride nella direzione di Selene, non sono più così sicuro che abbia funzionato.
Non quando si tratta di lei.

«Posso parlarti?»
Chiede lui, costringendomi a distogliere lo sguardo da l'unica cosa che vorrei continuare ad osservare nella stanza.

Selene ha tolto la giacca del tailleur e sollevato i capelli sulla nuca tenendoli fermi con una matita.E Dio solo sa quanto vorrei sfilarla...

«Certo» mormoro, seguendolo controvoglia fino al mio ufficio.

«È brava» ammette, sinceramente sorpreso, una volta chiusa la porta.

Lo conosco dall'università ed è uno dei pochi veri amici umani che non ho smesso di frequentare dopo essere mutato, ma reprimo a stento la voglia di colpirlo.

Se fossi meno egoista, sarei felice che Selene abbia chiaramente attirato la sua attenzione.
È umano, esattamente come lei.

«Ha notato un dettaglio che in tutti questi anni non ho mai ritenuto importante»

«Sarebbe?»

«La doppia copia dell'atto costitutivo» mormora «Non è una copia»

Corrugo la fronte, in attesa di sentire dove vuole realmente arrivare con quel discorso.

«Conosci un certo Brennan Hastings? Perché vedi, leggendo il cognome avevo dato per scontato che fosse parte della famiglia ma... »
alza un dito, a mo' di obiezione «Non è tra i fondatori ufficiali. La sua proprietà è passata a tuo padre ma, di nuovo, non risulta nessun certificato di vendita»

L'informazione che mi ha appena dato è come dinamite sulle fondamenta stesse dell'azienda.

«Brennan» rifletto, cercando di dare un volto alla sagoma dello zio che di tanto in tanto veniva a trovarci da bambini e che poi, a un certo punto, ha totalmente tagliato i ponti con la famiglia.

«Mio padre non parlava mai di lui. Tra loro non correva buon sangue...»

Nell'istante stesso in cui lo dico mi rendo conto che dovrei trovarlo per acquisire formalmente i territori del Nez Clerawater prima che possa rivendicare una quota dell'azienda.

«Risolverò la cosa» dico «Ma tieni per te l'informazione, almeno per il momento»

Brian annuisce, esitando sulla porta per qualche istante.

«Senti, un'ultima cosa...»

Alzo un sopracciglio e mi preparo a incassare il colpo.

«Pensi che sia... Insomma...Sentimentalmente libera?»

Fanculo il controllo.

«Le piacciono le ragazze, Brian» mento, con in faccia il più bastardo dei sorrisi, affondando nella poltrona di mio padre.

Alla fine hai vinto tu, mormoro davanti alla foto di famiglia nella cornice. Dovunque sia ora, lo immagino intento a vantarsi di aver avuto ragione fin dal principio. Accanto a mia madre che alza gli occhi al cielo e sorride scuotendo la testa.

Sono andato via di casa per arruolarmi dopo essere mutato e avevo promesso di non diventare mai come lui. Ma ripensare alle ultime parole che ci siamo scambiati prima che morisse sembra quasi ironico adesso che occupo la sua scrivania.

«Cosa pensi di fare?!» Sbraita dalla soglia dello chalet, puntandomi addosso un paio di occhi gialli che, da quando somigliano ai miei, odio più di ogni cosa al mondo.

Con una t-shirt a maniche corte nel pieno del gelido inverno del Montana ed un borsone in cui ho messo le poche cose che voglio portare con me, monto sulla moto, tenendola ferma per infilare il casco.

Non sono la rabbia e la delusione nella voce di Mitchell Hastings a farmi voltare, ma quelli di mia madre che mi guardano ancora nello stesso modo di sempre.

«Kael!» ringhia «Lavoreremo sul controllo della tua mutazione. Magari perderai il semestre, ma non dovrai abbandonare l'università. Te lo prometto»

Scuoto la testa, con un sospiro fin troppo pesante. Come posso fingere che tutto sia...normale... quando non faccio altro che spezzarmi e ricompormi in una creatura mostruosa, a metà tra l'uomo e il lupo?

«Un giorno alla Woodpack servirà un amministratore che riesca a  condurla al meglio. Lo capisci?!»

Ah, ecco dove sta il problema. Finalmente la facciata calma del grande alfa Mitchell Hastings mostra una crepa.

«Non voglio essere come te» le parole escono tra i denti e graffiano l'aria.  «Non voglio niente di tutto questo»

«E quindi la tua soluzione al problema è arruolarti nei Marines?»

«La mia soluzione è stare lontano da te»

LONE WOLFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora