Quarantacinque ☾

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Selene

Dopo il pranzo mi fermo con Faye per darle una mano.

«Sono davvero contenta che tu sia qui, Selene...»

Lo indica con lo sguardo, invitandomi a fare altrettanto e lo vedo mentre scherza e gioca ad una specie di lotta con Natan ed Adam. Sembra spensierato.
Felice.

«Kael si è sempre preso sulle spalle più carichi di quelli che spettavano ad un ragazzo, si è addossato tante di quelle responsabilità da non avere tempo per nient'altro oltre che la famiglia»

Cerco di immaginarlo e mi si spezza il cuore. Così solo, così in dovere di sentirsi sempre forte. Non è stato giusto.

«Non...Non lo sapevi?»
«Mi...Mi aveva accennato qualcosa...»

Faye si asciuga le mani su un canovaccio.

«Beh, ad ogni modo, è sempre stato molto più grande della sua età, molto più... Serio. Solo con te sorride in quel modo...»
Arrossisco e in quell'esatto momento sento un paio di braccia forti che mi cingono la vita, da dietro. Una mano si posa sulla mia pancia e poco dopo le sue labbra mi sfiorano il collo, dandomi un leggero bacio.

«Direi che sei stata monopolizzata abbastanza» dice, ridacchiando, rivolto a Faye. «Ora è il mio turno di averti tutta per me...»

La sua voce è ruvida e calda e quando mi volto verso di lui ed inspiro il suo odore i miei ormoni iniziano ad impazzire.

Poso la testa sul suo petto, giocando con la medaglietta metallica che porta sempre sopra la maglia e quando lo guardo scorgo che nelle sue iridi d'ambra liquida ora c'è lo stesso mio desiderio.

«Andiamo di sopra?» Gli chiedo, guardandolo con la coda dell'occhio e sfiorandogli il braccio. Lui sfodera un sorriso sghembo e scuote la testa.
«Ho in mente un'idea migliore»

«Che idea?»

«È inutile che mi fai gli occhi dolci, amore, non te lo dico»

«Perché no? Eddai...»

«È una sorpresa»

Alza le sopracciglia in modo buffo, continua a sorridere ed è così di ottimo umore da essere contagioso.

«Prendo solo delle cose, aspettami qui»

«Ma cosa?»
Scuote la testa.

«No, no, no...Niente domande»

Scoppio a ridere reclinando leggermente la testa ed incrocio le braccia al petto, guardandolo male in modo giocoso. «Sai che posso darti un altro pugno, vero?»

Kael mette le mani avanti, in segno di paura. Ma mi sta chiaramente prendendo in giro.
«Ti prego no» la sua voce divertita mi fa impazzire. «Sono ancora distrutto da quello di prima»

Fa una finta espressione di dolore. È bello vederlo così giocoso.
Forse è la prima volta da quando lo conosco.

«Non ti crede nessuno» lo prendo in giro, seguendolo in macchina.

*

Non ci ho fatto caso prima, ma ora che guardo fuori noto che stiamo salendo di quota e che ci stiamo allontanando dalla nostra baita. Fuori il paesaggio è magnifico, pieno di grandi alberi e di animali selvatici. È quando tira il freno a mano però che mi si mozza il respiro in gola.

«Non ti piace?»

«Ma scherzi? È bellissimo qui»

C'è un piccolo lago incastonato come una pietra azzurra tra due versanti innevati delle montagne.
«Però...Dove dormiremo? Cioè non vedo una casa...»

Kael sorride e indica il bagagliaio.

«Ho portato una tenda»

La prende e la sistema a terra, montandola in pochissimo tempo come se avesse davvero molta dimestichezza con i campeggi. «È una cosa che fai spesso?»

Kael solleva la testa dall'ultimo picchetto con cui sta ancorando al suolo uno degli angoli.
«Si, ma da solo. Non ho mai portato nessuna con me...»

«Sono la prima quindi» dico, gongolandomi con le mani nelle tasche. Kael corruga leggermente le sopracciglia.

«L'unica»

Mi corregge, invitandomi a entrare dentro.
È una tenda a igloo abbastanza spaziosa e lui sistema un grande materassino gonfiabile con sopra dei cuscini e un sacco a pelo.

«Perché solo uno?»

«Io non ne ho bisogno»

Ah, giusto.
Il mio uomo ha la temperatura di una stufa accesa.

LONE WOLFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora